Federico GoriPer il presidente l’Umbria è una regione fragile che non può permettersi nuove divisioni

(UNWEB) Perugia,  – L’Umbria è una regione fragile, segnata negli anni da difficoltà strutturali sempre più evidenti. La morfologia complessa, la rete di piccoli Comuni inseriti quasi interamente nelle aree interne, gli effetti ancora presenti dei sismi e le eredità della crisi economica compongono un quadro che richiede scelte chiare e condivise. È in questo contesto che si inserisce la posizione di Anci Umbria sul percorso avviato dalla presidente della Regione, Stefania Proietti, per estendere la Zes (Zona economica speciale) all’intero territorio regionale.

"Come presidente di Anci Umbria – dichiara Federico Gori - sento di condividere pienamente questo orientamento. Una Zes limitata o disomogenea rischierebbe infatti di alimentare divisioni e di accentuare le disparità già esistenti. L’Umbria non ha bisogno di nuove fratture, ha bisogno, oggi più che mai, di un’occasione concreta per rimettere in moto la leva economica, sostenere l’occupazione e rendere i territori nuovamente attrattivi e vivibili. La prospettiva di una Zes estesa all’intera regione non viene letta come una scelta politica, bensì come un’esigenza concreta di fronte ai limiti infrastrutturali e alla distribuzione diffusa degli insediamenti".

Attualmente soltanto 37 Comuni su 92, pari a circa 405mila abitanti, rientrano nelle aree ammissibili al credito d’imposta Zes ed erano stati individuati dalla Regione nel 2021 (delibera n. 961 del 13/10). Si tratta dei Comuni di: Bastia Umbra, Bettona, Campello sul Clitunno, Cascia, Castel Ritaldi, Cerreto di Spoleto, Citerna, Città di Castello, Collazzone, Deruta, Foligno, Fossato di Vico, Gualdo Cattaneo, Gualdo Tadino, Gubbio, Marsciano, Montefalco, Monteleone di Spoleto, Monte Santa Maria Tiberina, Montone, Nocera Umbra, Norcia, Panicale, Passignano sul Trasimeno, Piegaro, Poggiodomo, Preci, Sant'Anatolia di Narco, Scheggino, Sellano, Spoleto, Trevi, Umbertide, Vallo di Nera, Narni, San Gemini e soltanto alcune aree del territorio comunale di Terni.

"Ne deriva – prosegue Gori – un quadro in cui alcune imprese possono accedere agli incentivi e altre no, anche quando insistono su territori confinanti. Questa situazione potrebbe generare sperequazioni significative, con ricadute dirette sulla competitività e sulla capacità di attrarre investimenti. L’appello di Anci Umbria è chiaro e riguarda l’estensione dei benefici fiscali a tutti i Comuni regionali, così da garantire pari opportunità all'intero tessuto produttivo”.

Sul piano tecnico, la normativa prevede agevolazioni con aliquote del 15 per cento per le grandi imprese, del 25 per cento per le medie e del 35 per cento per le piccole, con investimenti ammissibili compresi tra 200mila e 100 milioni di euro. Per il 2025 le risorse destinate a Umbria e Marche sono incluse nello strumento delle Zone logistiche semplificate, con un plafond di 110 milioni di euro per tutto il centro-nord. Dal 2026 al 2028 le due regioni rientreranno invece nel plafond nazionale insieme al sud e all’Abruzzo, con stanziamenti pari a 2,3 miliardi nel 2026, 1 miliardo nel 2027 e 700 milioni nel 2028.

"La sfida che ci attende è importante - conclude Federico Gori - e per questo Anci Umbria intende mettersi pienamente a disposizione affinché il percorso immaginato dalla presidente Proietti possa giungere al compimento auspicato: una Zes che copra tutto il territorio regionale, offrendo una prospettiva di crescita omogenea, equa e capace di generare ricadute reali per cittadini, imprese e amministrazioni locali. L’Umbria merita una visione comune. È il momento di costruire uno sviluppo che non lasci indietro nessuno".


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