DSC 3085(UNWEB) Perugia. Il Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, in carica dallo scorso 17 gennaio dopo il mandato di Martin Schulz, ha incontrato questa mattina alcuni rappresentanti della giunta comunale e del consiglio comunale. Presenti tra gli altri il sindaco Andrea Romizi, il vice sindaco Urbano Barelli, gli assessori Cicchi, Bertinelli, Fioroni e Casaioli, il presidente Varasano, i consiglieri Pittola, Mignini, Camicia, Tracchegiani, Mencaroni, Perari e Pietrelli.


Dopo aver partecipato presso l’Università alla cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico, il presidente Tajani ha voluto fortemente portare il saluto dell’Istituzione europea al Comune di Perugia, intrattenendosi con assessori e consiglieri in sala Rossa.
Ad accogliere Tajani è stato il sindaco Andrea Romizi che ha voluto ringraziare il Presidente per aver dato lustro, con la sua presenza, alla città di Perugia. Nel contempo Romizi ha ringraziato Tajani per il grande impegno profuso presso le Istituzioni europee nell’interesse dell’Italia.
Durante l’incontro, molto cordiale, Tajani ha risposto alle domande e sollecitazioni arrivate dai consiglieri Perari, Mencaroni e Camicia e dal vice sindaco Barelli, illustrando i termini della situazione europea.
“L’Europa e le Istituzioni europee sono troppo distanti – ha commentato –perché non riescono a dare le risposte che la gente si aspetta. Ciò a causa di una impostazione eccessivamente burocratica che ha preso sempre più spazio in mancanza della politica.
Ecco il vero problema dell’Europa è che lì la politica è debole sotto diversi profili”.
Tajani ha rivolto un appello, dunque, affinché si individuino al più presto percorsi virtuosi e strategie precise su temi centrali come l’immigrazione e il superamento della crisi economica.
Quanto allo squilibrio tra nord e sud, il presidente ha sollevato un dubbio, spiegando che forse sono i Paesi come l’Italia (dunque del sud Europa) a non contare abbastanza e che le colpe non possono essere tutte addossate sugli Stati settentrionali.
Evidentemente gli italiani non sono riusciti a considerare Bruxelles come un’ulteriore Capitale, rimanendo deboli in Europa.
Insomma il difetto del popolo italiano è di guardare solo a Roma; al contrario, per incidere sulle politiche europee (come fa la Germania) serve essere più presenti, più preparati, costruendo reti e strategie sovranazionali.
Insomma si deve cambiare mentalità per riequilibrare i valori.

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