CATTEDRALE S LORENZO CORPUS DOMINI 2017 F 2Perugia: Celebrata la solennità del Corpus Domini. Il cardinale Gualtiero Bassetti:

«Abbiamo perso il senso della domenica, che è diventata tutto, fuorché il giorno del Signore! ... Salviamo la domenica! Che il lavoro festivo non diventi la regola

e che non si moltiplichino soltanto le nuove cattedrali del consumo»

«Miei cari fratelli sento il bisogno di dirvi che nell’Eucaristia è il Signore che vuol far festa con noi e noi, purtroppo, ci siamo dimenticati del giorno di festa. Abbiamo perso il senso della domenica, che è diventata tutto, fuorché il giorno del Signore! E noi cristiani, lo dico con forza, dobbiamo riappropriarci, riconquistare il giorno di festa». Così il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti ha esordito nell’omelia della solennità del Corpus Domini, domenica 18 giugno, in una gremita cattedrale di San Lorenzo in Perugia. «Il vescovo stamani vi manda un messaggio – ha proseguito il porporato – e lo manda a tutta la comunità diocesana: Salviamo la domenica! Che il lavoro festivo non diventi la regola e che non si moltiplichino soltanto le nuove cattedrali del consumo, come sta avvenendo anche intorno alla nostra città. Difendere la domenica, il riposo festivo, la possibilità per tutti di partecipare alla celebrazione dell’Eucaristia non significa soltanto difendere i diritti di Dio, ma anche affermare l’esigenza di un vita a misura dell’uomo».

«Oggi, purtroppo, da parte di molti cristiani c’è la tendenza a ridurre la propria identità di fede ad un fatto privato – ha evidenziato il presule –, ad un rapporto soltanto personale con Dio e con la Chiesa. Così facendo noi perdiamo la nostra stessa identità. Abbiamo bisogno di camminare insieme, soprattutto di spezzare insieme il pane dell’Eucaristia. Senza questo non potremo mai essere “vera Chiesa in uscita” e raggiungere tutte quelle “periferie esistenziali” verso cui ci sprona continuamente il nostro papa Francesco. Privatizzando la nostra fede, noi facciamo il gioco di chi vorrebbe chiuderci in casa, di chi pensa che noi non abbiamo più nulla da dire, da dare, da proporre alla società di oggi. Riappropriamoci, quindi, della domenica, giorno del Signore, giorno della comunità cristiana, giorno dell’uomo».

Quel pane eucaristico che riceviamo, che è il Corpo di Cristo – ha sottolineato il cardinale –, cambi il nostro cuore, trasformi la nostra vita! C’è tanta sofferenza attorno a noi: vite giovani spezzate, uomini e donne umiliati, problemi sempre più drammatici da dover affrontare e quindi risolvere come la casa, il lavoro, il futuro dei figli, il baco che distrugge la famiglia come la solitudine e la miseria che possono condurre alla violenza; le tantissime forme di povertà personali e morali; la vita da proteggere dal concepimento fino alla sua naturale conclusione. Quante tematiche coinvolgono la nostra vita e la nostra testimonianza di cristiani. Quante sfide abbiamo dinanzi e come possiamo affrontarle senza un cuore completamente rinnovato dall’Eucaristia? Sì, dal banchetto eucaristico viene la forza per vivere, per camminare, per curare le nostre e altrui ferite! “Io sono il pane vivo disceso dal cielo, dice Gesù, se uno magia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo!”».

«La nostra vita, lo sappiamo bene, è un viaggio e l’Eucaristia è il pane, il viatico per questo viaggio – ha ricordato il presule –, mentre la Parola di Dio è luce e sostegno ai nostri passi. E’ un viaggio la vita cristiana, che ha un punto preciso di approdo, una meta da raggiungere, e Gesù ha detto: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna ed io lo risusciterò nell’ultimo giorno”. Un viaggio in compagnia di Gesù, di cui la processione eucaristica, a cui tra breve parteciperemo, è segno e testimonianza».

Il cardinale Bassetti ha concluso l’omelia invocando la misericordia di Dio: «Signore perdonarci la freddezza che spesso noi abbiamo nei tuoi confronti; perdonaci le tante Eucaristie a cui abbiamo preso parte con poca consapevolezza. Perdonaci le nostre frettolose visite che facciamo a Te, presente nel tabernacolo, con l’orologio in mano, per scappare senza spesso aver raccolto una briciola del tuo amore. Fosse in noi, fratelli, un po’ di fuoco di quei martiri di Abitene, all’inizio del cristianesimo, in Africa, che dinanzi ai loro carnefici ebbero la forza di dire: “Noi, senza la domenica, non possiamo vivere!”. E a chi ci domanda: dove trovate la forza per la vostra testimonianza cristiana, dovremmo con verità poter rispondere: Noi troviamo questa forza nell’Eucaristia e nella domenica!”».

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