Con la visita degli alunni di Elementari e Medie cala il sipario sulla mostra di Albano Morandi
(UMWEB) – Città della Pieve, – Quattrocento studenti dell’Istituto comprensivo Vannucci incontrano l’arte contemporanea.
Con le visite di un gran numero di alunni di Elementari e Medie dell’Istituto pievese, spalmate in tre giornate (da martedì a giovedì scorso) si è chiusa la prima delle tre mostre del ciclo “Il Perugino ed io, l’arte contemporanea”, presso Palazzo Corgna a Città della Pieve.
Sotto la guida di due esperti, Marco Gabriel Perli e Vanessa Correro dell’Associazione Siriparte, i giovani studenti hanno potuto ammirare e comprendere le opere di Albano Morandi che con la sua esposizione “Il partito preso delle cose” ha inaugurato il ciclo.
“Abbiamo utilizzato questa mostra – hanno spiegato Perli e Correro – per creare un contatto tra i bambini e l’arte contemporanea che difficilmente viene studiata e ancor più compresa. Abbiamo cercato, ricorrendo ad un linguaggio e ad un metodo a loro consoni, di fornire le chiavi di lettura per entrare in contatto con questo tipo di espressione artistica chiamata anch’essa, come quella del passato, a comunicare la bellezza. Con la differenza che, mentre quella del passato risulta più comprensibile, quella contemporanea è meno immediata”.
Il ciclo “Il Perugino ed io, l’arte contemporanea” è un progetto nato da un’idea dell’artista iraniano Bizhan Bassiri per il Comune di Città della Pieve, che comprende sei esposizioni di importanti artisti internazionali in collaborazione con la Fondazione Volume di Roma, la Galleria Monaco Contemporary, di Monaco, la Fondazione Vittorio Leonesio di Salò e la Galleria Dastan di Teheran. Due appuntamenti annuali, nell’arco di tre anni, per celebrare il Perugino e rendere omaggio ai suoi natali pievesi nel contesto paesaggistico e cui il Divin Pittore si ispirò.
E, come detto, a tendere per primo il filo rosso è stato l’artista bresciano Albano Morandi, con l’esposizione “Il partito preso delle cose” che comprende una serie di lavori che ben rappresentano il percorso di questo poliedrico autore entrato nel mondo dell’arte attraverso la scenografia. Il suo legame con il pittore pievese è stato espresso attraverso il colore ed un uso del ritratto originale ed introspettivo. La mostra è stata curata dal critico d’arte Bruno Corà con il contributo di Paolo Bolpagni presidente della Fondazione Burri.