(UNWEB) Perugia. Si è svolta venerdì mattina la cerimonia di commemorazione dell’Appuntato Donato Fezzuoglio, ad oltre tredici anni dalla sua morte per mano di alcuni rapinatori ad Umbertide il 30 gennaio 2006.
La cerimonia si è tenuta in Via Chiusi, dove nel giugno del 2017 sono stati intitolati al carabiniere medaglia d’oro al valor militare, il plesso scolastico, la rotatoria ed un monumento posto al centro della stessa.
All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, la vedova di Donato Fezzuoglio Emanuela Becchetti, il figlio Michele, il vice sindaco Gianluca Tuteri, il prefetto Sgaraglia, il questore Finocchiaro, il comandante regionale dell’Arma dei Carabinieri Della Gara, le autorità civili e militari, nonché i ragazzi della scuola, gli insegnati e le famiglie e tanti cittadini.
“Siamo qui per onorare – ha detto in apertura del suo discorso il vice sindaco Tuteri – solennemente un servitore dello Stato, della società e dunque nostro. Un uomo, un padre che ha sacrificato la propria vita ed ha rinunciato ai propri affetti per seguire il rispetto delle leggi che regolano la nostra vita, come certamente molti di noi non avrebbero avuto il coraggio di fare”. Nel rivolgersi al figlio di Fezzuoglio Michele, il vice sindaco l’ha invitato a credere in questo: “Donato, tuo padre, è stato e sarà sempre un eroe ed il suo ricordo non avrà mai fine”.
L’atto di Fezzuoglio serva quindi da esempio alla nostra società che vilmente rassegnata non ragiona più sulla povertà dei valori, ma solo su quella economica. Quello di Donato invece è stato l’esempio della purezza, della freschezza e del coraggio della gioventù, che gli adulti conformisti guardano con colpevole disprezzo.
“In Fezzuoglio, per me, c’è la sublimazione dell’etica della parola data con il suo giuramento di fedeltà all’Arma, allo Stato. Egli è la prova concreta della potenzialità che sta dentro l’uomo, ossia di poter porre in essere comportamenti generosi e gratuiti senza vantaggio personale. Per questo il ricordo di Fezzuoglio deve aiutare a pensare bene, agendo nel senso della giustizia con risolutezza anche di fronte ai richiami negativi da cui siamo circondati. I giovani, come Donato, spesso agiscono per il bello ed è proprio questa bellezza gratuita che può salvare il mondo”.
Rivolgendosi poi ai tanti ragazzi delle scuole presenti, Tuteri ha parlato di legalità, tema per il quale Fezzuoglio è morto. Ebbene in tutti noi – ha sottolineato – c’è innato un senso di giustizia. Il resto lo apprendiamo dalla famiglia, dagli insegnanti, dagli altri. Ma occorre chiarire che queste regole non si possono imparare a memoria, bensì solo seguendo un vero percorso fatto di impegno e rispetto delle regole. Un rispetto che non deve essere inteso come ubbidienza all’autorità, ma come modus operandi di tutti i giorni, offrendo la nostra amicizia agli altri.
Tuteri ha poi ricordato le parole del magistrato Caponnetto che disse “la mafia ovvero l’illegalità ha più paura della scuola che della stessa giustizia”, perché i pensieri dei ragazzi sono più potenti di qualsiasi arma.
Concludendo Tuteri ha rivolto un monito al legislatore, evidenziando che le leggi, oltre a proteggere la società, hanno inevitabilmente un ruolo pedagogico: un indotto culturale di grande forza nello strutturare valori e comportamenti. Per questo devono tenere in considerazione il buon senso ed essere facilmente comprensibili. D’altronde lo stesso Dio impiegò per scrivere i 10 comandamenti solamente 279 parole, mentre oggi gli uomini ne impiegano molte di più.
Dopo i saluti del Generale Massimiliano Della Gala, comandante della Regione Umbria dei Carabinieri e del prefetto Sgaraglia, è stata donata la bandiera italiana alle scuole presenti nelle mani del dirigente Gallina. Poi inno d’Italia.
Al termine della cerimonia la delegazione si è spostata all’interno del plesso scolastico dove sono state consegnate le borse di studio, finanziate dalla vedova Fezzuoglio, nell’ambito del progetto didattico sulla cultura della legalità.