(UNWEB) Perugia. Una chiamata alla Sala Operativa della Questura di Perugia ha consentito di "dirottare" le Volanti presso la zona di Perugia Fontivegge dove il proprietario di uno scooter riconosceva un uomo visto pochi attimi prima alla guida del proprio ciclomotore rubatogli due giorni prima, questa volta insieme ad un altro soggetto.
Le descrizioni sono molto dettagliate e gli agenti riescono a localizzare i due personaggi proprio nelle vicinanze di un muro che sovrasta i binari della Stazione Perugina.
In un attimo i due percepiscono che le attenzioni degli agenti sono proprio rivolte a loro. Ne parte, quindi, un'istantanea fuga e gli agenti fuori dalle auto di servizio ed in fase di avvicinamento iniziano l'inseguimento.
I due fuggitivi sono veloci e ad un certo punto si dividono ma uno degli agenti riconosce, in base alle descrizioni del proprietario dello scooter, l'uomo visto alla guida poco prima.
Nonostante la corsa veloce del fuggitivo l'agente riesce ad accorciare la distanza bloccando il soggetto in piena fase di agitazione e ad ammanettarlo anche grazie all'aiuto di una pattuglia dell'Arma dei Carabinieri di passaggio.
Nel contempo gli altri agenti della Squadra Volante, diretta dal Commissario Dr.ssa Monica Corneli, riuscivano a bloccare l'altro uomo con l'aiuto di una pattuglia della Guardia di Finanza nel frattempo sopraggiunta.
Dagli accertamenti condotti i due sono risultati essere due cittadini extracomunitari di origini tunisine di 30 e 38 anni, senza fissa dimora e con precedenti di polizia.
Il 30enne, riconosciuto dal proprietario come l'uomo visto alla guida del suo ciclomotore, è risultato essere un senza fissa dimora ed avere a proprio carico precedenti per reati contro il patrimonio oltre che irregolare sul Territorio Nazionale.
Mentre il 38enne, sempre senza fissa dimora, regolare sul Territorio Nazionale, presentava come pregiudizi di Polizia reati contro la persona, contro il patrimonio, ed in materia di sostanza stupefacenti.
Il 30enne, dopo aver ammesso l'utilizzo del mezzo, in quanto convinto fosse di un suo connazionale, riferiva agli agenti dove potevano rinvenire il ciclomotore, i quali lo riconsegnavano al legittimo proprietario.
L'uomo veniva deferito all'Autorità Giudiziaria per il reato di ricettazione ed avviate a proprio carico le pratiche per la sua espulsione.