Eseguite misure cautelari a carico di spacciatori della città
(UNWEB) Perugia. "La Squadra Mobile della Questura di Perugia ha dato esecuzione ad un'ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Perugia, su richiesta del P.M. titolare delle indagini, relativa all'applicazione di misure cautelari personali a carico di 12 indagati, siccome ritenuti gravemente indiziati di un traffico di sostanza stupefacente del tipo hashish e marijuana, radicato a Perugia, a decorrere dal secondo semestre del 2019.
Il provvedimento giudiziario eseguito compendia gli esiti di un'articolata attività investigativa esperita da personale della Sezione Antidroga della Squadra Mobile di Perugia che, sotto la direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia, ha accertato l'operatività, a Perugia, di un gruppo criminale, composto in gran parte da giovani stranieri africani, segnatamente originari della regione sub-sahariana e soggiornanti sul territorio nazionale quali richiedenti protezione internazionale, dediti allo spaccio in questo territorio (ed in particolare nel centro storico della città) di sostanze stupefacenti del tipo marijuana ed hashish, tendenzialmente acquistate nella Capitale e qui trasportate dagli stessi stranieri - o talora da giovani corrieri assoldati dai primi - confusi tra i passeggeri dei mezzi di linea per Perugia. Tra tali "corrieri", ricompensati con soldi o dosi di droga in cambio di pericolosi trasporti da oltre regione, sono stati accertati rientrare anche giovani italiani, di cui uno minorenne.
Un primo troncone dell'indagine è stata avviata nel secondo semestre del 2019, attraverso lo svolgimento di reiterati e mirati servizi di polizia giudiziaria finalizzati al capillare monitoraggio degli spostamenti dei soggetti sospettati, nonché al puntuale presidio e controllo delle direttrici di possibile provenienza della droga destinata al mercato della provincia perugina: i passeggeri di autobus e convogli ferroviari, soprattutto notturni, hanno costituito così oggetto di riservati e selettivi controlli svolti dagli investigatori della Questura di Perugia, nelle cui maglie sono finiti n°9 corrieri, arrestati in flagranza siccome sorpresi a trasportare quantitativi variabili di droga (quasi sempre acquistata a Roma e nascosta in voluminosi borsoni da viaggio, riposti lontano dalla persona e controllati a distanza), complessivamente eccedente i 16 Kg.
Parallelamente, gli approfondimenti investigativi permettevano di inquadrare i rifornimenti e trasporti di droga imputabili a quei corrieri nell'ambito delle attività di una rete di criminali di origini africane, stanziali nel capoluogo umbro come richiedenti asilo politico e stabilmente dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti nella città di Perugia (non di rado nel suo centro storico), sia in favore di consumatori italiani sia verso altri spacciatori collocati a livelli inferiori.
Il gruppo si rivelava solidamente inserito nel mercato della droga, idoneo a soddisfare la domanda di centinaia di clienti attraverso il continuo reperimento e trasporto di sostanze stupefacenti tramite canali differenziati di approvvigionamento, la disponibilità di adeguate risorse economiche e logistiche (come immobili locati nel centro storico per alloggiare i sodali dediti allo spaccio di piazza o all'occultamento della droga) ed il ricorso a plurimi soggetti per i diversificati compiti materiali di trasporto, detenzione e materiale spaccio su piazza.
Nel sodalizio erano isolabili peraltro compiti differenti in capo ai vari soggetti, taluni dei quali rivestivano evidenti ruoli sovraordinati di organizzazione logistica e direzione operativa dei compiti altrui. Ciò peraltro, in un singolare ed inedito contesto direttivo in cui gli accorgimenti manageriali si confondevano continuamente con aspetti di misticismo e superstizione: spesso sono stati rintracciati amuleti apposti sulle confezioni di droga sequestrata e, talora, è stato rilevato l'affidamento degli indagati a cerimonie propiziatorie in patria, sovvenzionate con i proventi delle attività delittuose poste in essere in Italia.
All'esito di tali approfondimenti investigativi, la Squadra Mobile di Perugia ha deferito all'Autorità Giudiziaria n°18 soggetti, ritenuti responsabili della commissione dei delitti di detenzione e cessione di droga, nel territorio della provincia di Perugia.
Per dodici di loro, il Giudice per le Indagini Preliminari ha ora ravvisato la ricorrenza di gravi indizi di colpevolezza ed esigenze cautelari postulanti l'emissione delle misure restrittive eseguite. Esse hanno riguardato, più in dettaglio:
- un uomo del Mali, dimorante a Roma, destinatario di custodia cautelare in carcere, siccome ritenuto il soggetto presso cui gli indagati si rifornivano della droga destinata al mercato perugino, nonché autore di molte decine di cessioni a terzi;
- n°2 cittadini africani, destinatari di obbligo di dimora congiuntamente alla sottoposizione all'obbligo di firma presso gli uffici di polizia: di essi il GIP sottolinea la "particolare pericolosità", trattandosi dei soggetti che intrattenevano rapporti personali con i fornitori e rivestivano ruoli direttivi nel gruppo;
- n°9 indagati destinatari di obbligo di dimora, siccome ritenuti direttamente coinvolti nelle attività di reperimento, trasporto, detenzione e vendita della droga sul mercato perugino."
Così, in una nota, la Questura di Perugia.