(ASI) Perugia. -Ci vorrebbe spiegare perché al giorno d’oggi quella di suo padre, Giovanni Perari, è ancora una figura importante, amata e conosciuta nella città di Perugia?
-L’idea di questo percorso che durerà un anno per la verità, che parte domani alla Sala dei notari con questo convegno sulla prima parte della vita di mio padre, nasce dal fatto che la sua figura è ancora così radicata nella città di Perugia, e in Umbria per due o tre ordini di ragioni a mio giudizio. Per prima cosa si trattava di un personaggio politico molto genuino; di espressione popolare. In secondo luogo era un politico di grande intuito che vedeva molto avanti, come tutti quelli che vedono molto avanti nel tempo, poi farò qualche esempio; vedendo molto avanti, spesso, nel tempo in cui si vive, non si è profeti, proprio perché si vede molto in prospettiva. Il convegno inizia con la prima parte di vita, con ricordi familiari che sono stati affidati a mio fratello, anche lui avvocato del foro perugino, poi le esperienze giovanili ad un già sindaco di Todi, personaggio ed esponente del Psi come mio padre con il quale fecero il liceo insieme, le prime esperienze di lavoro e poi anche le esperienze politiche; infatti mio padre mosse i primi passi nel comune di Todi, dove venne eletto consigliere comunale giovanissimo e poi ricoprì l’incarico di assessore alle finanze. Lavorò anche in un sindacato, siccome veniva da una famiglia non ricca, studiava e lavorava, quindi insegnò in una scuola di Marsciano. Quindi l’ex sindaco di Todi degli anni ’80 illustrerà appunto i primi passi, la personalità politica ed umana. Poi uno spaccato del Psi del tempo, dei socialisti con un taglio nazionale, sia Stefania Craxi che Rino Formica, che mi auguro possa esserci al convegno dato che ha più di novant’anni, quindi è un po’ affidata “ad horas” la sua presenza. Quindi, dicevo il titolo di quest’anno, di questo percorso, è “Gianni Perari e il suo tempo”. E il tempo di mio padre era il tempo della Perugia e dell’Umbria degli anni ’70 e ’80, ed era una città in cui si costruì lo stadio in soli tre mesi ad opera di un imprenditore perugino che all’epoca era Ghini, che lavorava un po’ in tutto il mondo ed era inserito al tempo tra i 100 più ricchi del mondo. Era l’epoca di una perugina ancora all’apice. Era l’epoca della LS, che era un’industria che esportava in tutto il mondo. Era l’epoca in cui in tutto il mondo all’università di Perugia si arrivava ancora da tutta Italia poiché erano ancora tra le prime facoltà del paese: medicina, giurisprudenza, agraria. Erano tutte tra i primissimi posti nelle graduatorie delle università italiane. Insomma ci sarà uno spaccato della Perugia di allora che era una città molto diversa rispetto alla città che purtroppo conosciamo oggi. Quindi si parlerà di mio padre nell’arco di questi 4 o 5 eventi durante l’anno, perché questo sarà un primissimo convegno, poi ci sarà una mostra fotografica che verrà inserita durante le celebrazioni del 20 giugno, e sarà una mostra di Perari sindaco, ma anche del” tempo di Perari” in cui si costruì lo stadio, in cui c’era una grande perugina, in cui c’erano industrie di cui si parlava in tutto il mondo, le università erano ai primissimi posti. Sarà quindi uno spaccato di storia della nostra città, ma anche della nostra regione. Diciamo che le regioni negli anni ’70 non esistevano nemmeno. La prima legislatura fu del ’75. Quindi la città capoluogo, cioè Perugia, assommava in se un po’ tutta la regione. Fu un precursore per quanto concerneva il percorso delle scale mobili. Se cominciava appunto a parlare allora di questo connubio tra moderno, che erano le scale mobili come percorso alternativo, che mi permetto di dire è un percorso alternativo vero e non il Minimetrò, costruito negli anni recenti, che è un percorso si alternativo ma che non ha funzionato e non ha dato i frutti sperati. Le scale mobili sono state invece sfruttatissime, passando proprio dentro la Rocca Paolina. Quindi ecco perché dicevo che era un personaggio che guardava avanti. Negli anni ’80 lui aveva propugnato e cominciava a parlare della raccolta differenziata dei rifiuti. Tant’è vero che Perugia e l’Umbria furono rispettivamente la prima città in e la prima regione in Italia nelle quali negli anni ’80, lontanissimi nel tempo, era stato introdotto il principio della raccolta differenziata dei rifiuti. Si era capito che i rifiuti sarebbero stati un problema per le società moderne perché non si sapeva dove smaltirli, e invece cominciava ad introdurre il principio di recuperare ciò che poteva essere recuperato. Se pensiamo che ancora oggi questa cultura della raccolta differenziata ancora in Italia stenta a crescere, a trovare spazio, pensiamo quanto era avanti all’inizio degli anni ’80 questa cultura di cui mio padre si era fatto portatore. Per questo io dico che era un personaggio che sapeva guardare molto avanti e anche oltre. Quindi poi dicevo della mostra da fare il 20 giugno, per terminare poi al 1° marzo 2017 quando saranno i 30 anni dalla sua scomparsa quando morì giovane. Fu sindaco giovane, anzi giovanissimo, tant’è che il primato è ancora imbattuto. Divenne sindaco a 33 anni. Per avere un raffronto basti pensare che l’attuale sindaco Andrea Romizi, l’attuale sindaco, che pure è un sindaco giovanissimo, lo è diventato a 35. Questo li accomuna molto. Accomuna il sindaco attuale di Perugia a mio padre proprio perché è diventato sindaco con questo grande carico di responsabilità, e anche le problematiche degli anni ’70 erano molto simili a quelle attuali. C’era il terrorismo, c’erano le Brigate Rosse. Un terrorismo interno oggi sostituito dal terrorismo internazionale. Problemi finanziari: all’epoca c’era la Crisi Petrolifera del ’73, la conseguente crisi energetica ed economica che portarono all’austerità e la crisi finanziaria dei Comuni, e dello Stato in generale, come anche oggi. Però era anche un epoca di grande fermento, quindi molto simile a quella che stiamo vivendo adesso. Era il tempo in cui i partiti politici tradizionali cominciarono a destrutturarsi diciamo; ed anche oggi siamo in una fase di cambiamento per molti versi simile. Ci sono insomma diverse similitudini tra gli anni ’70 e gli anni che stiamo vivendo in questo momento. Quindi vedevo che il sindaco Romizi, nel preparare il suo saluto, guardava con molto interesse il materiale cartaceo, articoli di stampa dell’epoca, la biografia esistente studiando attentamente tutte queste testimonianze del periodo, degli anni ’70 che ormai sono storia. Il senso è studiare la storia della nostra città affinché Perugia possa rivivere un periodo aureo.
-Parlando poi di eredità politiche, ovviamente la figura di suo padre, fu anche associata a un evento di portata storica quale il percorso di allontanamento della sinistra moderata italiana dal partito comunista sovietico e dai paesi del patto di Varsavia. In particolare suo padre fu coinvolto in certi eventi di grande portata per la città. Ce li può raccontare?
-Questo ultimo passaggio che le i ha fatto sarà oggetto della presentazione proprio del libro che faremo il 1° marzo 2017, al trentesimo anniversario della scomparsa di Giovanni Perari. L’episodio in questione mise ancora una volta in luce la qualifica di “persona che guardava avanti”. Perugia era, come anche adesso, gemellata con Bratislava. Bratislava all’epoca faceva parte del Patto di Varsavia, poiché era Cecoslovacchia. Poi sono nati due diversi stati. LA Slovacchia con capitale Bratislava e la Repubblica Ceca con capitale Praga. Successe che arrestarono cinque o sei persone che protestavano per la libertà a Bratislava e mio padre fece una lettera molto dura su questo punto protestando per la mancanza delle libertà nell’Est Europa, tale lettera sarà tra l’altro oggetto di questa pubblicazione. Ne nacque un incidente diplomatico con l’allora Pci che governava la regione poiché vi fu un duro scontro con questi ultimi. Il Partito Comunista ancora in quegli anni era collegato con il Partito Comunista dell’Unione Sovietica in termini materiali, in termini economici, in termini organizzativi come successivamente emerso dalla presenza di reti di spionaggio attive ancora negli anni ’80; il PCI era veramente collegato con l’Unione Sovietica. Ovviamente questa lettera, questa protesta che lui elevò nei confronti del sindaco di Bratislava, fu il motivo per cui venne successivamente costretto alle dimissioni. Lui era su posizioni liberali, ma da socialista. Quindi si può dire fosse un liberal socialista prima dell’avvento di Craxi che avvenne appunto in quegli anni ’78 – ’79 in una regione come l’Umbria dove ha pagato duramente con la destituzione dalla carica di sindaco. Interessante è vedere la risposta dell’allora sindaco di Bratislava, anch’essa sarà oggetto di questa pubblicazione cui sto lavorando, nella quale veniva detto che quello era un mondo dove c’erano le massime libertà, le garanzie, ecc.... Poi ovviamente abbiamo visto come poi il comunismo dell’Est è andato a finire. Si trattava ovviamente di una dittatura, ma negli anni ’77 il mondo era diviso ed il Pci era schierato in maniera molto ferrea da una parte che oggi non esiste più.
-Giovanni Perari padre: lei come ha vissuto quegli anni come figlio?
-Gli anni in cui lui faceva politica al partito e come sindaco, io avevo una decina d’anni, mio fratello era molto più piccolo, nella mia famiglia non c’era moltissimo, anzi c’era poco. Gli impegni lo assorbivano a tempo pieno. Ad un certo punto addirittura fin’ anche nel mirino di un associazione terroristica e fummo costretti, me lo ricordo bene anche se ero piccolo, a nasconderci per diversi giorni perché era un personaggio politico emergente. Non era solo un personaggio locale. Lui, già dagli anni ’70 era entrato a far parte del comitato centrale del Psi, che era un organismo nazionale e molto ristretto. Quindi anni un po’ convulsi. Proveniva da una famiglia di estrazione contadina, e quindi credeva molto nella famiglia. Questo aspetto lo ricordava anche la stampa dell’epoca. Se vogliamo quindi una concezione abbastanza tradizionale della famiglia pur essendo lui da buon socialista aperto alle istanze che negli anni ’70 vennero portate avanti dal punto di vista del diritto di famiglia. Fu introdotta per la prima volta la legge sul divorzio all’epoca ed il partito socialista era schierato a favore del divorzio. Altra battaglia fu il tema dell’aborto che ancora una volta vide il sostegno del Psi. Anche su questo sono anni molto simili ai nostri commentavamo con il sindaco Romizi, dal punto di vista dei diritti civili. All’epoca furono introdotti, con una grande spaccatura nel paese, questi diritti civili che mutarono il diritto di famiglia, e oggi paradossalmente sono state introdotte nuove variazioni, mi riferisco alle unioni civili, quindi alle coppie di fatto, che costituirà un ulteriore passaggio che andrà a modificare quello che è il diritto di famiglia. Quindi sono epoche molto simili con problematiche molto analoghe.
Alexandru Rares Cenusa – Agenzia Stampa Italia