Ci lavorano 300 unità, 70% donne, per garantire sicurezza alimentare e salute animale
Festa nella sede dell’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Umbria e delle Marche
(UNWEB) Perugia. Ha compiuto i suoi primi 80 anni l’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Umbria e delle Marche (Izsum) e, forte dell’esperienza maturata, si appresta ad affrontare le sfide del futuro. L’azienda sanitaria pubblica che opera nell’ambito del servizio sanitario nazionale, garantendo al sistema veterinario delle due regioni le prestazioni e la collaborazione tecnico-scientifica in materia di igiene e sanità pubblica veterinaria, ha celebrato questo prestigioso traguardo, sabato 29 ottobre a Perugia, alla presenza di numerose autorità. Tra queste Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria, Franco Moriconi, rettore dell’Università degli studi di Perugia, Paolo Lilli, Silvano Severini e Giovanni Filippini, rispettivamente presidente, direttore generale e direttore sanitario dell’Izsum, Flavio Vetrano e Andrea Spaterna, prorettore il primo dell’Università degli studi di Urbino e il secondo dell’Università di Camerino. Presenti, inoltre, per il Comune di Perugia il vicesindaco Urbano Barelli, per la Protezione civile nazionale Francesco Geri e per il Ministero della salute Marco Ianniello.
La storia e la complessa attività dell’istituto è stata illustrata dai diversi relatori e riassunta nel video proiettato nell’aula magna del Dipartimento di medicina veterinaria, ‘L’istituto zooprofilattico sperimentale dell’Umbria e delle Marche: ieri, oggi e domani’. L’Izsum fa parte di una rete di 10 istituti zooprofilattici sperimentali distribuiti su tutto il territorio nazionale e oltre a Perugia, dove ha sede legale, possiede 5 sezioni diagnostiche periferiche nelle città di Ancona, Fermo, Pesaro, Terni e Tolentino. “Da un nucleo di poche persone – ha affermato Severini – siamo arrivati a contare circa 300 unità, di cui il 70% donne. Il nostro è un ente sanitario che lavora quotidianamente per la garanzia della sicurezza alimentare, la protezione degli animali dalle malattie, in primis dalle zoonosi (quelle trasmissibili anche all’uomo), e per il rispetto delle condizioni di benessere animale negli allevamenti. La solidità economico finanziaria dell’Iszum, che chiude dal 2009 il proprio bilancio in pareggio o in lieve attivo, ha consentito all’ente di effettuare investimenti strutturali e tecnologici, senza dover ricorrere a mutui esterni, in beni informatici, alta tecnologia e interventi sulle strutture”. “Entro il 2016 – ha annunciato Severini – sarà completata la ristrutturazione della sede di Fermo e nei primi mesi del 2017 quella di Ancona. Sono in cantiere, inoltre, la ristrutturazione completa della sede di Pesaro, il trasferimento dell’officina farmaceutica di Perugia e l’intitolazione dell’Izsum al professore Togo Rosati, sotto la direzione del quale, l’Istituto spostò le sue attività dalla Facoltà di medicina veterinaria in cui ha operato fino al 1945, all’attuale sede di via Gaetano Salvemini”.
“L'istituto di Perugia, negli ultimi decenni, ha vissuto un’evoluzione significativa – ha raccontato Filippini – che lo ha portato a ricoprire un ruolo importante nel panorama sanitario nazionale, in primis grazie all’attività dei suoi centri di eccellenza scientifica, i centri di referenza delle pesti suine, delle retrovirosi dei ruminanti e del controllo microbiologico e chimico dei molluschi bivalvi e, più recentemente, il centro di referenza per la rinotracheite infettiva del bovino. Un lavoro costante e di eccellente livello scientifico a supporto del Ministero della salute, delle Regioni, delle aziende sanitarie locali ma anche dei veterinari liberi professionisti, degli operatori del settore zootecnico, delle aziende alimentari e dei cittadini”. Prima delle visite guidate ai laboratori dell’Izsum non sono mancati gli interventi di Marini e Moriconi con quest’ultimo che ha sottolineato la continuità e la collaborazione, nella ricerca e nella formazione degli studenti, che l’Università intende mantenere con l’istituto.
“Siamo una Regione che esporta molto nell’agroalimentare - ha dichiarato Marini –. Poterlo fare con la garanzia di sicurezza che questo istituto offre credo sia un valore aggiunto dal punto di vista economico e produttivo. Non dimentichiamo, inoltre, il lavoro svolto in emergenza terremoto, che veterinari, biologi, chimici e tutte le competenze tecniche insieme a quelle del servizio sanitario regionale hanno svolto negli ultimi due mesi perché accanto alle persone è stato necessario gestire anche gli allevamenti per non spezzare la sicurezza della catena alimentare”.