Tullio Solenghi in Decameron(UNWEB) Todi. Con la prestigiosa partecipazione di Tullio Solenghi, sabato 8 aprile, alle 21 si chiude la Stagione di Prosa del Teatro Comunale di Todi che quest’anno ha riscosso grandi consensi, facendo registrare quasi sempre il tutto esaurito.


Il popolare artista in Decameron un racconto italiano in tempo di peste interpreta sei tra le più note novelle di Boccaccio: Chichibio e La Gru, Peronella, Federigo Degli Alberighi, Masetto Di Lamporecchio, Madonna Filippa, Alibech.
“Mi interessa la peste da cui fuggono i dieci giovani fiorentini per capire da cosa fuggiamo noi oggi, da cosa ci salva, oggi, la parola” dice Sergio Maifredi che ha curato il progetto e la regia. Si affida così alle parole e alla collaborazione dello scrittore Gian Luca Favetto: “Sono tante le pesti contemporanee, tutte alimentate dal sentimento della paura. L’idea è di sfuggirla, di arginarla, questa paura, figlia della confusione e dei rapidi cambiamenti che stiamo vivendo. Non si tratta tanto di ripararsi dal mondo fuggendolo, ritirandosi in villa, scambiando storie come antibiotici e vitamine, al riparo del fluire della vita. Si tratta di adoperare le parole e le storie, che con le parole si animano, per costruirla, la vita; per leggere il mondo, trovargli un senso, dargli forma, cercare di comprenderlo. E di condividerlo. Raccontare è condividere e riconoscere insieme.
La parola non serve soltanto a salvarsi e a fare passare il tempo, serve a regalarlo. E noi partiamo dalle parole e dalle storie di Boccaccio e chiediamo un passaggio a Pasolini, di cui a novembre ricorrono i quarant’anni della morte. Il materiale di lavoro è costituito dalle novelle di Boccaccio, dalle immagini di Pasolini e dalle temperie del tempo presente.
In una parola, si tratta di testimoniare questo nostro mondo e questo nostro tempo complessi, in cui -seguendo la lezione di Italo Calvino - bisogna essere leggeri rapidi visibili esatti e molteplici.
L’idea è di comporre una mappa del presente, sfruttando quella Tavola di Mendeleev del racconto italiano che è il Decameron, un grande codice di storie in cui immergere il presente, così come si immergono i panni in Arno.
Si tratta di leggere e ri-leggere attraverso diversi punti di vista, con diversi sguardi, perché i saperi non sono fatti per rimanere isolati, ma per attraversarsi l’uno con l’altro, nella differenza. È la mescolanza che crea bellezza e fa accadere le cose.
Il lavoro non è di attualizzare Boccaccio, ma di conservarne e curarne il suo essere contemporaneo. Quindi: non trasferirlo nel nostro tempo, ma mantenerlo contemporaneo a noi. L’essere contemporaneo ha bisogno della giusta distanza. La giusta distanza per guardare le cose è quella che mettiamo in campo per disegnare la mappa delle storie italiane.”
Si può prenotare telefonicamente, al Botteghino Telefonico Regionale 075/57542222, tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20. I biglietti prenotati vanno ritirati mezz’ora prima dello spettacolo, altrimenti vengono rimessi in vendita. E’ possibile acquistare i biglietti anche on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it.


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