cardella 3Molto partecipato il dibattito a Passignano con Fausto Cardella, Luigi Prosperetti e Isabella Maria Stoppani
I tre giuristi hanno discusso del “Processo” di Kafka e delle lacune del sistema giudiziario italiano

(UNWEB) Passignano. “La giustizia italiana non funziona e ha bisogno di un potente investimento in capitale umano”. È questa la sintesi delle osservazioni espresse ieri sera, domenica 8 settembre, nell'Hotel Lidò di Passignano sul Trasimeno da Giulio Prosperetti, giudice della Corte costituzionale, Fausto Cardella, Procuratore Generale della Repubblica a Perugia e lsabella Maria Stoppani, avvocato e Consigliere nazionale forense. I tre giuristi hanno animato un partecipato dibattito dedicato al “Processo” di Kafka e organizzato dall’Isola del Libro Trasimeno, la kermesse culturale estiva ideata da Italo Marri. Tra numerosi aneddoti delle rispettive carriere, i relatori hanno ragionato sugli aspetti più problematici del mondo della magistratura.

Come base della discussione è stato posto il classico di Kafka “Il processo”, di cui Carla Cicioni, medico e attrice teatrale, ha letto alcuni brani nel corso dell’evento. “La prima cosa che Paolo Borsellino disse a noi uditori – ha ricordato Cardella, Procuratore Generale della Repubblica a Perugia - fu di leggere Il processo di Kafka, o al limite di rileggerlo”. E il perché ha provato a spiegarlo Giulio Prosperetti, giudice costituzionale nato proprio a Perugia. “È un libro emblematico e importantissimo, dove alla fine il protagonista quasi si convince di essere colpevole. Un capolavoro a lungo studiato anche dalla psicologia”. “Persino in un ordinamento garantista come il nostro – ha ricordato Prosperetti - ci vuole davvero poco perché le paure di Kafka si realizzino”. “Un libro – ha ricordato l’avvocato Stoppani – che forse Kakfa scrisse come reazione a chi lo costrinse a studiare Legge”.

Nel corso dell’evento sono stati tanti i temi affrontati dagli ospiti, un giudice costituzionale, un avvocato e un procuratore a rappresentare i diversi volti della giustizia. Dal ruolo della discrezionalità del giudice (“che per alcuni è ancora un semplice funzionario, mentre deve avere orgoglio del proprio ruolo”, ha notato Prosperetti), all’importanza delle regole processuali (“la procedura, se rispettata, è una garanzia per tutti, anche quando sovrasta la verità”, hanno ricordato Stoppani e Cardella), fino alla formazione della classe forense (“si è investito troppo poco sulle specializzazioni, che invece sono fondamentali”, ha affermato ancora Stoppani).

Ma il fulcro del dibattito è stato il tema della forza lavoro. “Il problema della giustizia italiana è di persone, non di ordinamento – hanno concordato i relatori -. Per un cittadino rivolgersi al processo è un diritto e non un capriccio, ma gli avvocati sono troppi e i giudici troppo pochi. Questo ha tolto prestigio alla classe forense, che fa letteralmente la fame, e allungato a dismisura i processi”. Perché è successo? “Perché i laureati in Giurisprudenza – ha spigato Stoppani - hanno visto ridursi sempre di più le proprie alternative di carriera, come i concorsi pubblici, e si sono rifugiati tutti nell’avvocatura”. Prosperetti ha poi riflettuto sull’accesso alla magistratura: “In Italia si è scelta la strada dei giudici giovani, ovvero laureati da pochi anni che affrontano un concorso. In altri paesi i giudici sono avvocati anziani. Un giudice giovane ha dei pregi (è ritenuto più affidabile, idealista e meno influenzabile) ma conosce molto meno la realtà. Magari – ha ironizzato il giudice costituzionale – si infervora per liti di condominio perché se ne sente toccato, mentre può trattare con sufficienza cause miliardarie”.

Infine Cardella ha parlato della separazione delle carriere fra magistrati inquirenti e giudicanti (“non è la strada giusta, anzi rischierebbe di creare dei super-poliziotti”) per poi tornare sul protagonista del romanzo di Kafka. “Se lui è un innocente che si sente colpevole – ha scherzato – i nostri imputati si dicono innocenti anche quando sono colti in flagranza”.

Gli appuntamenti dell’Isola del Libro continuano il prossimo fine-settimana.

Sabato 14 settembre, alle ore 17.30, presso l’Hotel Kursaal di Passignano sul Trasimeno, Alba Scaramucci presenta il libro Rapsodie per Vittoria Aganoor Pompilj (Volumnia) insieme a Fabrizio Bracco e Anton Carlo Ponti. Domenica 15 settembre doppio appuntamento: alle ore 11.30, nella Rocca di Passignano, si inaugurerà la mostra pittorica Compost di Franco Passalacqua, ancora con Anton Carlo Ponti. Alle 17.30, all’Hotel Kursaal di Passignano, spazio a due ospiti d’eccezione: Cinzia Tani, che presenterà il libro Donne di spade (Mondadori), e Guido Barlozzetti, che parlerà del suo Viaggio di Freud. Orvieto, Signorelli, il Trasimeno e Annibale (GAL). A coordinare l’evento il giornalista Riccardo Marioni.


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