Venerdì 11 l’inaugurazione Chiesa dei Santi Giusto e Bartolomeo
(UNWEB) Deruta - Venerdì 11 giugno il “Giudizio Universale” di Nicola Boccini sarà esposto per la prima volta in Italia, creando così un nuovo dialogo con un’altra opera presente a Legoli, il tabernacolo di Benozzo Gozzoli, affrescato tra il 1479 e il 1480. Il dipinto di Memling, pertanto, fa simbolicamente ritorno in Toscana, dove era destinato oltre cinque secoli fa prima del suo trafugamento nel 1473. Le due opere sono inoltre legate non solo perché realizzate nello stesso periodo ma anche per la loro committenza: l’opera di Memling era stata realizzata per il fiorentino Angelo Tani, direttore a Bruges del Banco de Medici, storici mecenati del Gozzoli.
L’iniziativa si inserisce nel trentennale impegno del Comune di Peccioli di valorizzazione del territorio attraverso opere di arte contemporanea, in dialogo e confronto con il luogo, la sua storia e il suo paesaggio.
Il “Giudizio Universale” è un’istallazione multimediale in ceramica dell’artista umbro, ispirata all’omonimo polittico di Hans Memling, datato circa 1467, e commissionata nel 2016 dal Museo Nazionale di Danzica come reinterpretazione del capolavoro lì conservato.
Notizie sull’opera - Il “Giudizio Universale” è composto da ventidue pannelli realizzati a mano attraverso la tecnica del colaggio in stampi di gesso e tre cotture, di cui una a 1320°. Questa procedura permette di creare pannelli perfettamente traslucidi, in cui, attraverso l’inserimento di fili di rame (tecnica Porcelain Veins), è possibile riconoscere i simboli cristiani presenti nel dipinto di Memling e reinterpretati da Boccini. Inoltre, attraverso retroproiezioni e una tecnologia interattiva, prevede l’innesto di microsensori all’interno della ceramica che si attivano con la voce o il tatto, lo spettatore potrà attivare sui pannelli una sequenza di immagini diventando co-autore dell’opera d’arte.
In occasione di questa esposizione è stato indetto un concorso di elaborati video, rivolto agli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Danzica, dal titolo “L’arcangelo Michele a Legoli per il Giudizio” allo scopo di indagare e approfondire il legame tra il polittico di Memling, l’opera di Boccini e il tabernacolo di Benozzo Gozzoli a Legoli attraverso la figura di San Michele. Il video vincitore sarà utilizzato durante la mostra come strumento promozionale.
Nicola Boccini è un artista sperimentale internazionale che ha trasformato la ceramica in opere ottiche sonore e luminose. Dopo gli studi artistici presso l’Accademia di Belle Arti di Perugia e la Koninklijke Academie voor Beeldende Kunst a L’Aja, si dedica allo studio più approfondito della tecnologia della Ceramica divenendo oggi uno degli artisti e tecnologi più sperimentali. La sua arte si divide tra ceramica, video, performance e installazioni multimediali ed interattive. Nel 2007 crea la sua prima tecnica “Porcelain Veins” metalli in armonia con la ceramica, nel 2010 crea la Ceramica 2.0, multimediale e interattiva, nel 2012 crea la “Tecnica Boccini”, nel 2016 crea la Ceramica 3.0, un nuovo concetto e filosofia nella ceramica organica, nel 2019 crea la tecnica C.C.C. (Climate Change Ceramic). Molte sono le sue collaborazioni con centri di ricerca e sperimentazione, scuole d’arte estere, designer e architetti di fama internazionale di tutto il mondo. Per lui la ceramica è un materiale ultra contemporaneo con cui creare performance, happening, meeting e docenze in giro per il mondo. In pochi anni è riuscito a far emergere l’importanza della luce come arte applicata, che prende vita in oggetti di artigianato nuovi, “contemporanei”, animando la materia, una materia luminosa dalle infinite potenzialità che meglio di ogni altra esalta lo spazio che la ospita creando inaspettate suggestioni o semplici immagini luminose nel buio. Nel 2021 partecipa alla diciassettesima Biennale di Architettura di Venezia con “Lane” un'opera multimediale ed interattiva in moduli di porcellana, che interagisce al suono o alla voce emessi dallo spettatore, frutto della collaborazione con il fumettista Riccardo Burchielli, con l’architetto Nico Panizzi e con l’ingegnere aerospaziale Raffaele Bacchi.