varasanoIl presidente Gianfranco Cialini ha rintracciato anche due ritratti del condottiero. L'assessore alla cultura Leonardo Varasano esprime soddisfazione per le continue ricerche e scoperte

(UNWEB) Perugia.  Nella cappella di Sant’Andrea della ex chiesa di San Francesco al Prato quattro affreschi di Giovanni Battista Ingoni raffiguranti gli evangelisti torneranno a splendere grazie al restauro promosso dal Lions Club Ascanio della Corgna. Il Club, in accordo con il Comune di Perugia, si era già assunto anche l’onere di far realizzare il sarcofago che accoglierà le spoglie del condottiero.

Nel 2013, infatti, le spoglie mortali della famiglia della Corgna erano state riscoperte ad opera del primo e attuale presidente del club, Gianfranco Cialini. Nel 2018 una équipe di medici legali, incaricata dal club con la collaborazione dell’amministrazione comunale e il sostegno del governatore del Distretto Lions Clubs International 108L (Umbria Lazio e Sardegna), aveva identificato quelle del nobile perugino.

Ma le ricerche intorno alla figura del condottiero hanno di recente portato a un’altra novità: dopo l’individuazione nel Kunsthistorisches Museum di Vienna dell’armatura da lui indossata nella battaglia di Lepanto, sono stati rintracciati due ritratti, a stampa e a olio.

“Finora – afferma il presidente Cialini, autore della ‘scoperta’ – non si conosceva l’esistenza di un ritratto di Ascanio della Corgna: le sole rappresentazioni arrivate fino ai giorni nostri sono un busto in bronzo attribuito a Ignazio Danti e conservato nel palazzo comunale di Perugia, e alcune scene negli affreschi del Pomarancio nel palazzo della Corgna di Castiglione del Lago, in cui Ascanio è rappresentato come combattente e duellante”.

Il ritratto a stampa si trova nell’Armamentarium Heroicum di tratta di una pubblicazione che contiene 121 figure di personalità vissute tra il XIV° e il XVI° secolo con le loro armature disegnate da Giovanni Battista Fontana (1541-1587) e incise in rame da Dominicus Custos (1560-1601). Nel lavoro a stampa eseguito sotto la direzione di Jakob von Notzing, segretario dell’arciduca Ferdinando II d’Asburgo si trova il marchese Ascanio della Corgna con la sua armatura, l’elmo a terra, la spada e il bastone del comando nella mano destra. Quello stesso bastone che, nell’affresco del Pomarancio gli viene consegnato dal papa Giulio III. “Il ritratto trae in inganno – commenta Cialini – perché Ascanio era orbo dell’occhio destro, perduto in battaglia, mentre nel ritratto appare orbo dell’occhio sinistro. E’ evidente che l’incisore ha ricalcato un prototipo – disegno o dipinto – che nella stampa è risultato in controtipo. Si vedono anche i segni di una ferita al volto riportata in battaglia”.

Su indicazione di un sito di un antiquario di Madrid Cialini ha poi scoperto che, probabilmente, per realizzare l’Armamentarium Eroicum erano stati utilizzati i ritratti conservati nel castello di Ambras; quindi ha scritto chiedendo notizie al Museo di Ambras, che ha mandato una foto. La foto proviene dal museo di Vienna, dove è conservata l’armatura di Ascanio.

Si tratta di un olio, non firmato (misura circa cm. 40×30), dove si vede il solo volto di Ascanio dalla apparente età di 30-40 anni.

“L’amministrazione comunale – commenta l’assessore alla cultura Leonardo Varasano – esprime soddisfazione per la prospettiva della ricollocazione delle quattro opere e delle spoglie di Ascanio a San Francesco al Prato e per le continue ricerche e scoperte su questa figura storica”.


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