fcf5cfd2 b1ac 0ec2 766a 5d258877724a 1Biblioteca del Convento di San Francesco al Monte, Perugia

*UNWEB( Perugia. Uno spazio fisico che è anche e soprattutto metaforico; un "non-luogo", che di ogni luogo è promessa e memoria. La finestra è un non-luogo, perché può spalancarsi su qualsivoglia orizzonte e a questi condurre; ma, pure, una finestra può chiudersi allo sguardo degli occhi per aprirsi a quelli della suggestione e dell'immaginazione.

A Perugia, l'antico Convento di San Francesco al Monte, che vigila sulla città dall'alto del colle da cui prende il nome, è il luogo fisico di un tale non-luogo. Una grande finestra si apre sullo spettacolare panorama che in un colpo d'occhio abbraccia la città e le sue mura, lasciando indovinare le tante storie incise in ogni pietra a comporre il grande mosaico della Storia. Ma questa finestra è qualcosa di più, perché la sua linea di confine è doppia: verso l'esterno, sulla città, e verso l'interno, sulla storica Biblioteca del Convento. Un non-luogo che si apre sugli infiniti mondi possibili conservati nelle decine di migliaia di volumi che da secoli tramandano sapienza ed esperienze umane, a dispetto delle alterne vicende storiche subite dalla Biblioteca.

Indugiare su una linea di confine significa accettare il rischio di un esercizio acrobatico che potrebbe portare lontano, ben oltre la sfida tecnica. Con Miroirs. Illusioni, identità e differenze, UmbriaEnsemble accetta questo rischio e lo interpreta in Musica, proprio all'interno della Biblioteca di San Francesco al Monte, Domenica 24 Aprile, nella luce di quel trait- d 'union che è la finestra. Un artificio barocco apre il programma da Concerto dove i protagonisti sono due strumenti diversi ma decisamente affini: Viola e Violoncello, entrambi appartenenti alla stessa famiglia degli Archi e, in più, contigui per timbro e tessitura. L'artificio barocco che è nel Canone del bolognese Domenico Gabrielli introduce subito allo scenario dell'illusorio doppio punto di vista. Viola e Violoncello, infatti, suonano lo stesso brano ma con un piccolo scarto temporale, così da creare un armonico contrappunto, complice il tempo.

Segue poi la celebre Follia, op. V n° 12 di Arcangelo Corelli, dove in dialogo serrato i due strumenti si imitano, scivolando facilmente l'uno nell'altro in un gioco dal sapore illusorio. Il primo romanticismo, con Beethoven, non si sottrae al raffinato piacere dell'ironia condotta attraverso artifici timbrici e contrappuntistici, ed il Duett mit zwei obligaten Augengläsern, scritto per una dimensione privata con lo stesso compositore alla viola ed il suo mecenate al violoncello, lo testimonia. Conclude l'originale programma l'ariosa Sonata composta da George Templeton-Strong nel 1916 per l'inedito duo Viola/Violoncello. Unisoni che si sdoppiano in ricchi contrappunti. Identità e differenze; rimandi e illusioni che si specchiano sulla linea di confine delle nostre percezioni. Ingresso libero senza prenotazione. Obbligo di mascherina.


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