e4552be3 985b dbc2 a30e 5e586cbfd15cLeonardo Lidi porta in scena Zio Vanja per la seconda tappa del progetto Čechov. Carlo Cecchi guida gli allievi della Compagnia dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico" in Sarto per signora di Georges Feydeau

 

(UNWEB) Spoleto,  – Doppia inaugurazione anche per la sezione teatro del sessantaseiesimo Festival dei Due Mondi. Dopo Il Gabbiano della scorsa edizione, è atteso il debutto della seconda tappa del progetto di Leonardo Lidi su Anton Čechov, domani sabato 24 giugno alle ore 21 al Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi con Zio Vanja, in scena anche domenica 25 e lunedì 26 giugno (ore 18 e ore 21). «Tre case, o forse la stessa, tre famiglie, o forse la stessa, e l'amore che soppianta il lavoro: questa strana famiglia cantata da Čechov ha la faccia di Gaber.» – dice il regista – «La sua maschera irriverente. O meglio ancora di Freak Antoni. Che sia stonata e sgrammaticata. Sconfitta dai propri fantasmi. Se nel Gabbiano sprecavamo carta e tempo nel ragionare sulla forma più corretta con il quale passare emozioni al pubblico, divisi tra realismo e simbolismo, tra poesia e prosa, tra registi, scrittori e attrici, e ci bastava una panchina per tormentarci dei dolori del cuore ­– "Quanto amore, lago incantatore!" – in Zio Vanja l'arte è relegata a concetto museale, roba da opuscoli aristocratici, uno sterile intellettualismo che non pensa più al suo popolo, che annoia la passione e permette agli incapaci di vivere di teatro». Con questa trilogia, Lidi torna al senso più profondo del teatro, cogliendo la semplicità nella sua forza narrativa.

Il secondo debutto – domani sera alle ore 19 al Teatrino delle 6 "Luca Ronconi" – è quello di Sarto per signoracon gli allievi della Compagnia dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico" e la regia di Carlo Cecchi. Lo spettacolo è in scena fino a mercoledì 28 giugno (ore 21, ore 19, ore 16, ore 16). Massimo Marino scrive nelle note di sala: «Cecchi è un notorio eversore del teatro noioso, prevedibile, diciamolo pure del teatro di regia, che attribuisce agli attori confini invalicabili, che riduce le variabili infinite della relazione scenica a piani preordinati. Nella sua carriera ha percorso la tragedia, Woyzeck e Finale di partita di Beckett, la farsa di Petito e quella di Eduardo (resta ancora negli occhi il suo disincantato, desolato Sik-Sik, l'artefice magico). Ha incarnato la comicità corrosiva di Molière e i deragliamenti dalla quotidianità di Harold Pinter e di Thomas Bernhard; ha viaggiato nelle molteplicità di Shakespeare, ripopolando con AmletoMisura per misura e Sogno di una notte di mezza estate uno spazio teatrale affascinante e distrutto come il teatro Garibaldi alla Kalsa di Palermo. Ha portato in scena la sua grande amica Elsa Morante, ancora Shakespeare e Pirandello, un disincantato Enrico IV e altro con Marche Teatro». Cecchi è il primo dei grandi registi coinvolti quest'anno dalla rassegna dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico", che comprende spettacoli diretti da Antonio Latella, Massimiliano Civica, Massimiliano Farau.

 


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