(ASI) Perugia. STEWART COPELAND con il progetto “Police Derange for Orchestra” giunge nuovamente a Perugia per i 50 anni di Umbria Jazz insieme alla prestigiosa formazione costituita dalla UMBRIA JAZZ ORCHESTRA e dalla ORCHESTRA DA CAMERA DI PERUGIA.
Il pubblico è maturo e di età parimenti alta in grado di ricordare ciò che era stata la musica della propria generazione e di capire oggi il grado di raffinatezza raggiunti nella orchestrazione ed arrangiamento di brani, ora trasmutati in partiture per orchestra. Una orchestra ibrida e complessa. In realtà una formazione che trae origine dalle Jazz band da ballo (prima americane e inglesi poi anche italiane) e tipica dell'industria del cinema. Una struttura orchestrale ben nota a noi italiani in occasione dei grandi festival musicali leggeri (San Remo): in sostanza ciò che era al tempo dei tempi la storica formazione della orchestra “leggera” dell’EIAR negli anni Trenta e Quaranta del Novecento.
Presupposti storici solidi dunque nella formazione musicale, a mio avviso troppo spesso dimenticati, che è stato originale e meritevole riscoprire.
La magia e perizia della orchestrazione e la realizzazione degli arrangiamenti hanno confermato la bravura e professionalità di un musicista che ha affrontato tardi e nel tempo questi aspetti della composizione musicale; che ha reso merito alla professionalità e bravura dei musicisti classici rispetto ai rock od altro …e che ha avuto negli anni l'umiltà e la curiosità di approfondire moltissimi ambiti della stesura musicale. Una particolare e dichiarata attenzione da parte di Copeland al mondo del cinema per la realizzazione di colonne sonore, ma aggiungo anche alla musica popolare italiana e non, a cui si aggiunge la passione del musicista per il Salento e relative tradizioni musicali. Uno showman che si diverte e diverte, memore della grande tradizione dei suoi concerti rock in seno ai Police, gruppo rock fondamentale, notissimo e di eccellenza per la storia del loro genere.
Sul palco tre voci bellissime delle vocalist (una ricorda la Melua ma la tradizione è tutta della Franklin), grande empatia e feeling con il pubblico in generale dei musicisti oltre al loro leader. una batteria come atteso travolgente.
L’ orchestrazione e l’arrangiamento arricchiscono ed esaltano i brani, trasportandoli in una dimensione da concerto da gran sala e da teatro più che da palco rock. Tutto è molto tonale ed estremamente melodico, con il rock che è ormai un ricordo trasformato in puro gusto musicale: esaltazione e scoperta di straordinarie sonorità dei fiati e violini perfettamente integrati a chitarre elettriche e batterie. Oltre la Jazz band della tradizione: si giunge all’esperimento musicale e al raggiungimento di una piena sensibilità musicale contemporanea, attraverso un impasto sonoro e timbrico eccezionale, efficace, funzionale e affascinante. La valorizzazione della vecchia orchestra, la fusione con la nuova, l'esaltazione trasmutata della classicità rendono merito ad una generazione di pezzi conosciutissimi e amatissimi: Every Breath You Take, Don’t Stand So Close to Me, Message in a Bottle, Walking On The Moon.
Lo show ed il grande gioco con i musicisti e con il pubblico giungono fino al termine della esibizione, di cui citiamo un duetto tra la batteria di Copeland e la chitarra elettrica principale, lo scambio tra direttore e batteristi e una sensazione evocativa, recitativa, complessa di un “SOS to the world”.
Giuseppe Marino Nardelli - Agenzia Stampa Italia