Ass Severini(ASI) Perugia. Intervista per cortese ed esclusiva concessione dell’assessore alla cultura Teresa Severini del comune di Perugia.


-Progetto 1416: perché?


- “Perugia 1416” ha un perché molto preciso. Si rivfà ad un periodo storico che segna il passaggio tra medioevo e rinascimento. Perugia era ridotta allo stremo. Indebolita e debilitata. Il libero comune era ormai sfinito. I cittadini erano litigiosi. Arriva Braccio Fortebraccio che per un periodo tra 8 e 9 anni conduce con il suo potentato una signoria di fatto. In quel periodo Perugia rinasce. Diventa fulcro di un progetto italico. Vive un grande momento di splendore. Ci sono opere che Braccio ha fatto e che sono ancora oggi gioielli di Perugia. Poi lui muore perché nell’assalto a L’Aquila forse aveva osato troppo. Però aveva lasciato questo segno forte di rinascita e di sviluppo. Ora noi oggi ci troviamo a pensare a una rievocazione storica in un momento in cui si potrebbe dire “Beh adesso cosa c’entra? Siamo in tempi moderni”. Ebbene simbolicamente ha una valenza forte. Prima di tutto è la conoscenza della storia e poi anche l’auspicio di rinascita e di sviluppo. Come? Attraverso un progetto che ha in se la forza. Non sono solo i due giorni di rievocazione e di festa popolare, che saranno magari di grande attrattiva per il turismo. Ma è tutto quello che c’è a monte che è quello di riprendere coscienza della storia della città e dell’orgoglio d’appartenenza. E anche tanta possibilità di lavoro, di nuove occasioni di lavoro, o di mantenimento e di salvaguardia di alcune attività come l’artigianato artistico, o almeno quell’ultimo che se ne sta andando scomparendo. Attività prima di tutto di studio e di ricerca, quindi università, archivio di stato; tutti messi al lavoro per questo. Poi di rievocazione, cioè di folclore, di sogno, il medievismo, cioè la ricerca, e il medievalismo cioè il sogno. Queste due cose devono convergere e avere come risultato questa partecipazione condivisione per un rilancio della città. Quindi si tratta di un progetto ambizioso però che va condiviso e la serata di oggi mi sembra sia stata la prova inconfutabile di quanta voglia ci sia di tutto questo. La Sala dei Notari era gremita, gli applausi sono stati tanti, il sindaco ha detto molto chiaramente, come ho anche detto io, che le critiche sono costruttive. Quindi se nel tempo ce ne sono state anche per incomprensioni o perché magari si immaginavano cose diverse da quelle che magari stavamo facendo, sono state sempre costruttive perché ci hanno sempre aiutato a mettere a punto un bellissimo progetto. Non c’è altro che da partecipare.


-Parlando di una differenza netta. Ecco è una rievocazione che propone una netta differenza con la tipica festa paesana, o la “sagra”. A che livello e di quale portata?


-La differenza? Beh diciamo che è la base. Cioè c’è tutta una ricerca storica. La festa paesana è un momento, prolungato anche, una settimana, due settimane, del piacere di ritrovarsi insieme intorno spesso all’enogastronomia, con momenti di convivialità, di socialità, ecc... Questo ha alla spalle tutto un lavoro di diffusione di conoscenza. Noi andremo nelle scuole anche per assicurarci che esse, così come anche le università siano coinvolte perché vivere a Perugia, o nel territorio perugino, e non conoscere la storia di questi magnifica palazzi, la storia della città, della fontana Maggiore, del Palazzo dei Priori è una mancanza. I giovani in genere non conoscono la storia della città, il che è un peccato. Allora su queste basi la rievocazione, che ripeto non è una sagra, sarà occasione di lavoro, con dei giochi naturalmente, una sana competizione tra i rioni, ma la forza proprio sarà data dai rioni che sono la nervatura, la sostanza, la struttura della città.


-Il protagonista sarà la figura di Fortebraccio che però ha un passato di mancati riconoscimenti e mancati approfondimenti, e un presente di critiche, anche le più svariate, che vi sono state mosse. Che significato ha?


-Le critiche sono essenzialmente politiche. Non sono basate sulla conoscenza del personaggio a cui è dedicato tutto un team scientifico che sta lavorando, le università e tutto il resto della squadra. Quindi diciamo che se l’opposizione politica si fa così, voglio dire che bisognerebbe un attimo abbassare i toni e capire che il bene della città è super partes. Io credo che questa sia un evento in cui è la città che ci guadagna. Non è una persona sola. Non sono dei gruppi. Ma la città.


Cenusa Alexandru Rares – Agenzia Stampa Italia


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