banca italia 1 (UMWEB) – Perugia- “Il rapporto offre una lettura dell’Umbria in cui accanto gli elementi positivi (investimenti, la crescita dei consumi, i dati sul credito sia pure in alcuni casi a macchia di leopardo) si accompagnano alla evidenza di nodi strutturali da affrontare”. E’ quanto ha affermato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenendo alla presentazione del Rapporto “L’economia dell’Umbria” a cura di Banca d’Italia, che si è svolta nella Sala dei Notari a Perugia.


“Il tema su cui infatti siamo chiamati in parallelo con il livello centrale anche come governi locali ad operare è quello della produttività ben rappresentato nel contesto del rapporto 2018 – ha detto la presidente -. Non possiamo infatti più permetterci quel trend che ha portato la produttività totale dei fattori – una misura del progresso tecnico e dei miglioramenti nella conoscenza e nei processi produttivi - ad una lenta quanto inesorabile regressione (-0,3% medio annuo nel periodo 1995-2014), mentre ha continuato a progredire nei Paesi europei a noi più vicini, come Francia e Germania. Con un divario con i maggiori competitor europei si è progressivamente allargato, e ha raggiunto i 15 punti percentuali. Nella misura raggiunta da questa distanza sta tutta l’esigenza e l’urgenza di dare continuità al sentiero riformista, aggredendo i fattori strutturali che impediscono alla nostra produttività ed al sistema delle imprese di crescere.
Ovviamente non solo per l’Umbria ma per l’intero paese, anche se in Umbria il tema della produttività risente in maniera determinante della composizione settoriale dell’economia regionale oltre che della collocazione delle filiere produttive regionali lungo la catena del valore che in gran parte genera valore dal lato della committenza nazionale ed internazionale.
Lo sforzo delle politiche regionali – ha sottolineato Marini - si concentra in questo senso su alcune direttrici chiave che sono la crescita dimensionale del sistema imprenditoriale; una migliore allocazione del capitale finanziario; superare il ritardo nella digitalizzazione del sistema produttivo; guardare ai mercati internazionali. Dobbiamo infatti uscire dalla sola logica della contendibilità dei mercati domestici, per consentire a tutte le imprese di cimentarsi sulla dimensione internazionale ed infine qualificare le risorse umane”.
“L’articolato piano di interventi previsto per l’area di Terni e Narni individuata come area di crisi industriale complessa – ha ricordato la presidente Marini - individua una modalità originale di integrazione tra politiche industriali nazionali e regionali. Siamo infatti in presenza di un’area che sta sperimentando un’interessante transizione verso nuovi paradigmi industriali nell’industria di base dalla chimica alla metallurgia guardando anche alle imprese resilienti del sistema produttivo locale”.
“A due mesi dalla sottoscrizione dell’Accordo di programma, oltre all’avviso nazionale relativo alla legge 181/89 con una dotazione di 20 milioni di euro ed agli avvisi regionali per il sostegno agli investimenti, possiamo registrare anche altri risultati importanti, quali l’attivazione di un accordo di sviluppo con Alcantara per la realizzazione di un investimento di 150 milioni di euro; un accordo di innovazione in fase di sottoscrizione con AST per la verticalizzazione di produzioni della siderurgia grazie ad un programma di ricerca che sarà realizzato per circa 14 milioni di euro ed un ulteriore accordo di innovazione con una rete di imprese locali per un grande progetto di ricerca e sviluppo sui temi dell’energia per la mobilità sostenibile.
Più in generale – ha affermato la presidente – penso che in Umbria abbiamo tutte le condizioni per andare in una direzione coerente ed integrata con quella nazionale. Da un lato ci sono i grandi progetti di ricerca che stiamo finanziando con 26 milioni di euro e che hanno visto la partecipazione di decine di imprese con investimenti in ricerca che ammontano ad 80 milioni di euro da un lato. Dall’altro le innovazioni in tema di politiche attive del lavoro e di politiche sulle competenze con l’esperienza del progetto CRESCO - che sulla base delle esigenze espresse dalle imprese ci ha consentito di rispondere alle esigenze di aziende che ampliano il proprio organico attraverso una filiera integrata di politiche attive fatta di accompagnamento al lavoro di soggetti disoccupati, formazione mirata, esperienza di tirocinio ed incentivi all’assunzione che sta generando 1000 nuovi posti di lavoro – e gli ottimi risultati raggiunti dalla Fondazione ITS Umbria proprio sui temi delle competenze proprie dei tematismi del piano nazionale impresa 4.0”.
“Il rapporto di Banca d’Italia ci offre anche la possibilità di un confronto positivo e proficuo sullo stato di salute della finanza pubblica nella nostra Regione. Ci fa piacere dunque il riconoscimento della solidità dei bilanci e dei conti della Regione che sicuramente consente di avere un impatto positivo sul sistema fiscale e dunque di non gravare molto sui cittadini. Questa solidità tra l’altro, ci permette anche di sostenere politiche pubbliche per il miglioramento dei servizi e gli investimenti. La missione che ci compete in questa fase di transizione – ha concluso la presidente Marini - è quella di dare una prospettiva di medio lungo periodo all’Umbria nel quadro di un rinnovato rapporto con le parti sociali attori del processo e su questo l’impegno è di rilanciare una visione condivisa dello sviluppo che parli alla società regionale ed in cui gli impegni siano chiari e misurabili”.


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