sviluppo territorio 3 (UMWEB) Perugia – Attivare una strategia virtuosa mettendo insieme istituzioni, mondo bancario e imprese, per dare una risposta concreta alle richieste delle piccole e medie imprese finalizzate a rendere più facile l’acceso al credito con maggiori garanzie per chi lavora e investe sulla propria azienda: si può riassumere così l’obiettivo dei quattro nuovi strumenti per sostenere lo sviluppo del territorio messi a disposizione dalla Regione Umbria e gestiti con UmbriaInnova, il raggruppamento temporaneo d’imprese (Rti) costituito dalla finanziaria regionale umbra Gepafin Spa e da Artigiancassa Spa, banca di riferimento delle micro e piccole imprese artigiane partecipata da BNL Gruppo BNP Paribas e dalle Confederazioni nazionali dell’artigianato.


I dettagli sui nuovi strumenti finanziari sono stati illustrati nel corso della conferenza stampa che si è tenuta stamani a Perugia nella sede della Giunta regionale di Palazzo Donini dal vicepresidente della Regione Umbria con delega allo Sviluppo economico, Fabio Paparelli, dal presidente e dal direttore di Gepafin, Salvatore Santucci e Marco Tili, dal direttore generale di Artigiancassa, Francesco Simone, dal direttore regionale, Luigi Rossetti.
Nel corso dell’incontro il vicepresidente ha reso noto che a partire dal 10 ottobre, le piccole e medie imprese operanti in Umbria potranno presentare le domande per l’attivazione degli strumenti finanziari previsti dall’Asse III ‘Competitività delle Pmi’ del Por Fesr 2014-2020 della Regione Umbria, ovvero garanzie per il rischio di insolvenza su finanziamenti o leasing, interventi di riassicurazione dei Confidi, acquisizioni di partecipazioni, prestiti partecipativi, sottoscrizione di prestiti obbligazionari convertibili. Dopo aver ricordato che “nella passata programmazione la Regione Umbria ha utilizzato tutte le risorse assegnate, pari a 22,5 milioni di euro di risorse pubbliche e circa 10 milioni di risorse pubbliche, consentendo alle imprese di beneficiare di circa 163 milioni di finanziamenti”, il vicepresidente Paparelli ha evidenziato che “il perdurare degli effetti della crisi economia e l’introduzione di una regolamentazione europea sempre più vincolante per il settore bancario, collegata ad obiettivi di stabilità del settore, hanno prodotto nel corso degli anni, un notevole ridimensionamento delle attività di finanziamento del sistema imprenditoriale con una conseguente stretta sull’erogazione dei prestiti sempre più selettiva e spesso restrittiva”.

“La Regione – ha proseguito Paparelli – per avere una più esatta percezione delle esigenze delle imprese in ambito finanziario, ha elaborato una valutazione ex ante sull’utilizzo degli strumenti finanziari per il periodo 2014-20 anche per individuare la strumentazione più consona alle esigenze del tessuto economico produttivo e degli operatori economici dell’Umbria. Sulla base di questa valutazione, è stato stabilito l’utilizzo di strumenti finanziari articolati in diverse forme tecniche nell’ambito del POR-FESR 2014-20 fino ad un ammontare di 35 milioni di euro. Dopo l’individuazione attraverso procedura pubblica del soggetto gestore, sulla base delle priorità e delle risorse subito disponibili, si è inizialmente dato avvio agli strumenti previsti per le garanzie, capitale di rischio e riassicurazione per un ammontare di 25 milioni. Il complesso degli strumenti messi in campo permetterà di attivare nuova finanza fino a 140 milioni di euro contribuendo a supportare la crescita e lo sviluppo del sistema delle PMI”.
Le domande da parte delle imprese potranno essere presentate fino al 31 dicembre 2023, tramite il portale www.umbriainnova.it: “La digitalizzazione delle procedure – ha spiegato il vicepresidente Paparelli – se da una parte va incontro alle esigenze delle imprese stesse snellendo le procedure per l’acquisizione delle informazioni e la presentazione delle domande, dall’altro garantisce la massima trasparenza e correttezza nelle procedure”.
“Crediamo che questo filone di lavoro di partnership – ha riferito il presidente di Gepafin, Salvatore Santucci, prima di spiegare in dettaglio gli strumenti previsti – possa avere un certo successo visto che va incontro alle esigenze delle imprese con una garanzia sul rischio di insolvenza che può arrivare fino all’80 per cento del credito senza nessun costo aggiuntivo per l’impresa stessa”.
Per il direttore generale di Artigiancassa, Francesco Simone, “oggi è sempre di più necessario fare sistema per supportare le attività economiche anche alla luce delle nuove regole introdotte a livello europeo per la concessione del credito. Di conseguenza la collaborazione con Gepafin potrà avere sviluppi anche in altri ambiti”.
Illustrando in modo puntuale il programma è stato precisato che gli strumenti previsti sono destinati al sostegno finanziario delle imprese che operano nel territorio regionale e che realizzeranno programmi di investimento o piani di sviluppo. Quattro gli assi di intervento:
Garanzia su rischio insolvenza su finanziamenti destinati a:investimenti in beni materiali e/o immateriali; fabbisogno di capitale circolante; consolidamento di passività bancarie; accompagnamento di operazioni di aumento di capitale sociale.
La garanzia può arrivare fino all’80 per cento del credito vantato dall’Istituto Finanziatore ed è concessa a titolo gratuito. L’intervento è concesso in regime di Aiuto di Stato.
Riassicurazione su garanzie Confidi concesse su finanziamenti destinati a: investimenti in beni materiali e/o immateriali; fabbisogno di capitale circolante; consolidamento di passività bancarie; accompagnamento di operazioni di aumento di capitale sociale.
La riassicurazione può arrivare fino all’80% delle perdite subite dai Confidi che dovranno applicare alle imprese beneficiarie commissioni di garanzia ribassate. L’intervento è concesso in regime di Aiuto di Stato.
Acquisizione di partecipazioni di minoranza a tempo determinato: le imprese che possono beneficiare dell’intervento sono le società di capitali che effettuano un aumento di capitale sociale. L’operazione è effettuata pariteticamente dall’investitore pubblico e da uno o più investitori privati, a condizioni di mercato.
Prestito partecipativo anche nella forma di prestito subordinato: il prestito partecipativo prevede che almeno una parte del costo sia commisurata ai risultati reddituali ottenuti dall’impresa beneficiaria nel periodo di ammortamento del debito. Può essere assistito o meno da garanzie collaterali ed è concesso a condizioni di mercato.


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