IMG 1646(UMWEB) Perugia, L’innovazione è il tema scelto per l’approfondimento del terzo appuntamento di #MobilitàTour, l’iniziativa itinerante organizzata da Federmotorizzazione in collaborazione con le Ascom provinciali. Dopo Milano e Bari, il tour che coinvolge i più rappresentativi esperti in un percorso che costituisce gli Stati Generali della Mobilità, ha fatto tappa a Perugia, per fare il punto sul peso che la tecnologia può avere allo scopo di consentire al settore un ulteriore e ancora più importante passo in avanti.

Nella sede di Confcommercio Umbria, che ha ospitato i lavori aperti dall’intervento del Questore di Perugia Giuseppe Bisogno, i relatori hanno analizzato la situazione attuale del settore automotive, con l’obiettivo di individuare una visione strategica della mobilità in questo particolare momento storico che preannuncia cambiamenti radicali nel modo di produrre e di utilizzare l’auto.

L’analisi parte dallo studio appena concluso da Format Research, e presentato da Pierluigi Ascani, che effettua una radiografia dei numeri del settore, che conta 124.792 imprese della mobilità sul nostro territorio, con oltre 427mila addetti e un dato che può apparire sorprendente: un’attività su tre ha sede in una regione del Mezzogiorno. Si tratta, in maggior parte, di riparatori, imprese del commercio e autorimesse, con i venditori di auto e moto che costituiscono solo il 19% del totale. Sono operatori attivi in un settore che a metà del 2018 ha visto peggiorare di 2,3 punti rispetto alla fine del 2017 l’indice di fiducia delle imprese, con il 56% degli imprenditori che ritiene di non avere ancora superato il periodo di crisi. Ma la tendenza sembra migliorare, con quasi 4 operatori su 10 che vedono più florida la propria impresa nei prossimi 5 anni e il 20% dei venditori che negli ultimi 12 mesi ha incrementato il proprio organico, e quasi la metà di chi ha rinunciato ne sentiva comunque la necessità.

Occorre però sottolineare che non si è trattato semplicemente di scelte dettate da motivi economici, dato che nel 70,8% dei casi la causa è da ricercare nella scarsa presenza di personale qualificato. Le imprese del settore puntano, infatti, sempre più su figure professionali adeguate allo sviluppo digitale e le competenze professionali sono sempre più determinanti nella selezione dei nuovi addetti, come dimostra la crescita del 10,3%, rispetto al 2016, di nuovi assunti con capacità che consentano all’azienda di rimanere al passo con l’innovazione.

Oltre ad analizzare il panorama, lo studio comprende una sezione focalizzata sulla situazione del settore in Umbria, la regione che ospita il terzo appuntamento di #MobilitàTour, che segue sostanzialmente l’andamento nazionale. Qui è concentrato l’1,5% dell’intero settore della mobilità, con 1.856 imprese che occupano 7.319 addetti e la ripartizione merceologica è sostanzialmente allineata con quella globale. Se in Italia il 19% delle imprese è composto da venditori di auto e moto, in Umbria si registra una differenza dell’1% in meno, con il rimanente 82% costituito da riparatori, autorimesse e imprese del commercio di accessori. E come nel resto del territorio, anche in questa regione si fa sentire la necessità di modificare il modo di lavorare delle concessionarie, come testimonia Michele Biselli, presidente di ARCA Umbria, l’associazione dei concessionari auto aderente a Confcommercio, nata nello scorso mese di aprile.
“Le concessionarie vivono una fase di grande cambiamento - spiega il presidente Biselli - non solo per l’innovazione tecnologica che trasforma il modo di lavorare, ma anche nel rapporto con il cliente, che utilizza sempre più gli strumenti digitali durante il processo d’acquisto dell’auto, e nel contempo esige una personalizzazione sempre più spinta sia nel rapporto che nella costruzione dell’offerta. Il mercato umbro dell’auto - aggiunge Biselli - sta dimostrando, comunque, una certa dinamicità rispetto al dato medio nazionale, che cogliamo come segnale interessante per il nostro settore. Notizie positive, infatti, arrivano dal mercato delle autovetture nuove: se in Italia questo segna un -3,21% nel periodo gennaio - ottobre 2018 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il dato umbro è positivo seppure per un piccolo +0,66%. Nei primi 10 mesi del 2018 sono state infatti immatricolare, in questa regione, 21.843 auto contro le 21.699 dello stesso periodo del 2017. Il trend è ancora più positivo per l’usato: nei primi 10 mesi dell’anno sono stati registrati 41.636 passaggi di proprietà contro i 40.887 dello stesso periodo del 2017, con un incremento dell’1,83%. Le radiazioni al PRA sono stabili a circa 19.500. Le province di Perugia e Terni hanno uguali performance”.

Dal punto di vista dei veicoli, le vetture, ma anche i veicoli industriali impiegati per il trasporto su gomma, non sono certo all’anno zero, ma si sono evoluti profondamente come dimostrano i dati relativi alle emissioni inquinanti nei 20 anni compresi tra il 1995 e il 2015.
I gas liberati nell’aria sono complessivamente scesi del 60% per quanto riguarda gli ossidi di azoto (NOx), del 58% per il PM10 e del 63% per le particelle ancora più sottili, classificate come PM 2,5. Tuttavia i mercati si aspettano di più, e denunciano un’informazione non sempre obiettiva e corretta, soprattutto quando si parla di motorizzazioni alimentate a gasolio.

Con queste premesse il confronto tra le varie parti presenti a #MobilitàTour assume un ruolo fondamentale, come sostiene Simonpaolo Buongiardino, presidente di Federmotorizzazione e Assomobilità, e promotore della serie di eventi in programma. «Dalla comparazione dei vari pareri e dalla riflessione sui numeri del cambiamento e nuovi fenomeni possono nascere sviluppi innovativi a supporto della crescita del comparto e a sostegno del business delle imprese del settore e del territorio».

Diventa però importante fare chiarezza per definire le priorità di un mercato che continua a cambiare e nel quale è sempre più difficoltoso agire e operare con successo. In un settore nel quale la non omogeneità delle normative complica ogni attività c’è una sola certezza: l’auto continua a essere il mezzo di trasporto a motore di gran lunga preferito, con percentuali che superano l’80%. Si sente pertanto la necessità di un quadro normativo chiaro e senza preconcetti, che favorisca la ricerca di tutte le tecnologie disponibili, senza esclusioni pregiudiziali.

In questa corsa all’innovazione sono coinvolte anche le industrie petrolifere perché «l’evoluzione energetica è un processo ormai avviato che richiederà decenni e avrà bisogno del contributo di tutte le tecnologie, ma affinché abbia successo dovrà essere attenta alla sostenibilità non solo ambientale, ma anche economica e sociale delle scelte», come ha precisato Claudio Spinaci, presidente dell’Unione Petrolifera nel suo intervento.

Tuttavia serve anche una risposta da parte del mercato, poiché l’elemento centrale per il miglioramento ambientale passa attraverso il rinnovamento di un parco auto composto al 55% di veicoli con più di 10 anni di anzianità. E all’interno del quale la quota di autovetture con anzianità superiore a 15 anni nel 2000 era pari al 16,1% ed è salita al 18,7% nei 10 anni seguenti, per poi schizzare al 30,6% nel 2017.

Federmotorizzazione - Federazione Nazionale Commercianti della Motorizzazione – rappresenta e tutela sul piano nazionale, gli interessi delle categorie imprenditoriali appartenenti al settore della mobilità, quali: venditori di autoveicoli - cicli - motocicli e ciclomotori - parti di ricambio e pneumatici - vendita di prodotti nautici e veicoli ricreazionali “sea & snow“ attività di autorimessa e autoriparazione.
Federmotorizzazione aderisce alla Federazione Nazionale del Settore della Mobilità, CONFCOMMERCIO MOBILITA' - Confcommercio Imprese per l’Italia.


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