MAURO FRANCESCHINI 2(UMWEB) E’ doveroso premettere e riconoscere che, come è noto, il Comune di Terni, in quanto soggetto alle procedure straordinarie a seguito del dissesto è un ente che presenta oggettive difficoltà di gestione.

Inoltre la nuova amministrazione del Sindaco Latini è in carica da pochi mesi e quindi è più che logico che una grande parte del lavoro in questo periodo sia stata assorbita dalle finalità inderogabili di gestire e garantire le attività ordinarie dell’Ente. Risulta anche legittimo e prevedibile che tali innegabili difficoltà siano comunicate spesso e con enfasi, perché descrivono una situazione reale.
Giova però sottolineare che occorre fare attenzione a scongiurare il possibile rischio che il panorama delle politiche comunali si riduca alla situazione interna dell’Ente, perché i cittadini e le imprese si aspettano innanzitutto risposte ai problemi del territorio, che sono le finalità delle politiche comunali rispetto alle quali l’azione di fronteggiare le difficoltà interne all’Ente costituisce solo una contingenza e non un fine.
I problemi del territorio sono ben evidenziati in particolare dall’indagine denominata “qualità della vita 2018” de “il Sole 24 ore” recentemente diffusa, che descrive andamenti preoccupanti degli indicatori della nostra provincia, sui quali è bene fare una riflessione anche e soprattutto in relazione ai contenuti della conferenza stampa che l’intera Giunta ha tenuto l’8 gennaio sull’azione amministrativa.
Nella classifica generale della qualità della vita nelle 107 province italiane, come è prevedibile, le prime venti posizione sono integralmente detenute da province del nord, le ultime 26 sono integralmente detenute da provincie del sud e delle isole. Nella fascia centrale molto ampia (61 province, dalla 21ma posizione di Roma all’81ma di Frosinone) dove si posizionano insieme tutte le province del centro Italia, le province meno virtuose del nord e quelle più virtuose del sud, l’Umbria nel suo insieme non brilla: Perugia 59mo posto e Terni 68mo. Il nostro territorio, in particolare, si posiziona nella parte bassa di questa fascia centrale, tra le ultime province del centro, in compagnia purtroppo dei nostri territori confinanti e di riferimento (Viterbo 74ma e Rieti 79ma). Ed è una sostanziale conferma di una debolezza strutturale perché il posizionamento è simile, tranne qualche oscillazione, nell’ultimo triennio.
Approfondendo i risultati dei parametri esaminati nell’indagine si evidenzia che il nostro territorio consegue risultati medi nelle due aree “Giustizia e sicurezza”e “Cultura e tempo libero” , risultati bassi nelle aree “Ambiente e servizi”, “Affari e lavoro” e “Ricchezza e consumi” e infine risultati pessimi nell’area “Demografia e società”.
Nonostante i risultati complessivi accettabili dell’area “Giustizia e sicurezza” spicca il record negativo nei delitti collegati agli stupefacenti (77ma posizione con 72,3 ogni 100.000,00 abitanti registrati nel 2017) e la lunghezza eccessiva delle cause per contenzioso civile. Inoltre allo stesso modo per l’area “Cultura e tempo libero” al miglior risultato in assoluto del nostro territorio nell’offerta di spettacoli (13ma postazione in Italia), corrisponde però uno dei peggiori risultati in Italia per permanenza media nelle strutture ricettive 2,1 notti nel 2017 (92mo posto), a testimoniare la debolezza dell’attrattività del territorio in termini di accoglienza turistica.
Nell’area “Ambiente e servizi” tutti i parametri dello studio indicano risultati medio-bassi (utilizzo servizi di home banking, spesa sociale degli enti locali per abitante per minori, disabili e anziani, indice delle smart city riferito al capoluogo).
Fanno particolarmente riflettere i risultati a luci e ombre che emergono dai parametri relativi all’area “Affari e lavoro” dove si registra un ottimo risultato con la 20ma posizione in Italia per numero di startup innovative (ogni 1000 società di capitale - ottobre 2018) e il peggior risultato in assoluto del territorio con la terzultima posizione in Italia per Gap retributivo di genere in percentuale tra le retribuzioni medie nette di uomini e donne (2017) dove è stato registrato che le donne nella nostra provincia percepiscono il 34% in meno dei colleghi uomini (105ma posizione su 107). Rilevante in negativo anche il numero di imprese registrate ogni 100 abitanti – dato a settembre 2018 - che sono 9,5 (74ma posizione).
L’area “Ricchezza e consumi” descrive una società in sofferenza con risultati molto negativi nei depositi bancari pro capite (76ma posizione in Italia) e nei protesti pro capite (78ma posizione).
Ma è l’area “Demografia e società” che evidenzia una vera e propria emergenza dove, salvo l’unica eccezione positiva dell’alto numero di laureati, si evidenzia una sfilza di risultati tra i peggiori in Italia (indici di vecchiaia, natalità, mortalità) e il dato sconfortante della 101ma posizione su 107 in Italia per numero medio di figli per donna registrato nel 2017, solo 1,1.
Ne risulta l’immagine di un territorio caratterizzato dall’emergenza della mancanza del lavoro, dai problemi sociali legati alla tossicodipendenza, con poche imprese, forti sperequazioni retributive tra i sessi, con un settore turistico debole, una situazione ambientale critica, una società che invecchia inesorabilmente, con le famiglie fortemente preoccupate per il futuro, tanto da rinunciare a fare figli.
“Di fronte alla descritta gravità dei problemi del territorio –afferma il Presidente Confartigianato Imprese Terni Mauro Franceschini - sarebbe logico aspettarsi che l’azione amministrativa dei vari enti competenti fosse orientata e valutata in base all’efficacia delle misure poste in essere per contrastare questi fenomeni negativi. Le priorità pertanto non possono che essere tre: il rilancio economico che può discendere solo dalla riscoperta della propria identità e ruolo territoriale, la bonifica ambientale e le misure di supporto alle imprese e alle famiglie”.
Per quanto detto Confartigianato ritiene che occorra uno sforzo amministrativo eccezionale, che vada ben al di là delle difficoltà dell’Ente e sia in grado di rompere impostazioni consolidate per liberare risorse ed energie. Innanzitutto per quanto riguarda lo sviluppo economico e i rapporti con le multinazionali non è più sufficiente la semplice gestione, per quanto necessaria, delle ricorrenti crisi localizzate: occorrono nuove direttrici di sviluppo e incentivi alle produzione ancora maggiori rispetto a quelli già in atto. Mancano inoltre strumenti di supporto dedicati al commercio e all’artigianato, settori che infatti mostrano una sofferenza pesantissima e per i quali urge un approccio di maggiore efficacia economica e amministrativa.
Occorrono politiche di marketing territoriale efficaci, (argomento nemmeno citato nella conferenza stampa della Giunta), occorre dare forza alle attività universitarie e di ricerca pubbliche e private sul territorio. Occorre puntare sul turismo e riconoscere al settore la considerazione che merita. Un livello di considerazione elevato, che appare scarsamente compatibile con le difficoltà che si evidenziano e gli interrogativi che suscitano le vicende attualmente in atto in relazione alla gestione del sito turistico della Cascata delle Marmore.
Riguardo al tessuto urbano e al tema della smart city riteniamo che non basterà fare semplicemente la propria parte, ma occorrerà saper ideare e realizzare un programma di eccellenza europea, in questo settore.
Occorre comunicare con chiarezza e certezza le politiche sulle aziende partecipate, in modo da stimolare la coesione delle forze territoriali e occorre una politica delle stazioni appaltanti che non penalizzi, bensì valorizzi, le imprese del territorio.
“Naturalmente – continua Franceschini - Confartigianato Terni conferma il proprio tradizionale approccio disponibile e collaborativo nei confronti delle politiche pubbliche e continuerà a fornire i propri contributi nei modi e nei tempi che l’amministrazione definirà, ma è proprio con questo spirito di pragmatismo e franchezza che non possiamo non fare presente che riteniamo che il nostro territorio abbia bisogno di tutto quanto sopra esposto, tradotto in misure operative effettive, con una urgenza che mal si concilia con i tempi e i riti delle conferenze e dei convegni. La nuova amministrazione ha avuto un mandato molto ampio da parte del territorio che discende dalla valutazione diffusa che il proprio programma fosse utile e necessario per il rilancio economico e sociale. Adesso deve chiudersi la fase delle parole e aprirsi quella delle realizzazioni, se vogliamo restituire alle imprese e alle famiglie del territorio la speranza nel futuro, che sembrano avere perso”.


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