coldirettiumbriaPresente anche l’Assessore regionale all’Agricoltura Morroni

(UNWEB) Il Presidente e il Direttore della Coldiretti Umbria Albano Agabiti e Mario Rossi hanno incontrato nel tardo pomeriggio di ieri il Prefetto di Perugia Claudio Sgaraglia.

Un incontro che abbiamo richiesto - riferisce Agabiti - per ribadire l’insostenibilità della situazione dei danni da fauna selvatica, provocata soprattutto dall’eccessiva e ormai incontrollata proliferazione della specie cinghiale e per confermare, anche alla presenza dell’Assessore regionale all’Agricoltura Roberto Morroni, la necessità e l’intenzione di ricercare ogni utile soluzione.

Come abbiamo rappresentato al Prefetto - aggiunge Agabiti - ci troviamo ad affrontare un’emergenza che oltre a danneggiare quotidianamente e irreparabilmente il lavoro di tante aziende agricole, sta provocando anche problemi di pubblica sicurezza per la collettività, come testimoniano gli incidenti stradali causati proprio dai cinghiali.

Abbiamo evidenziato al Prefetto - prosegue Agabiti - come ci si trovi di fronte ad un sistema di gestione della fauna selvatica che evidentemente non funziona e che va modificato, visti i danni in aumento e i risultati delle azioni di contenimento fin qui adottate. Questo per evitare la chiusura delle aziende agricole del territorio, ormai esasperate e sfiduciate per una questione che va avanti da troppo tempo.

L’appuntamento con il Prefetto - spiega il Direttore regionale Coldiretti Mario Rossi - si colloca all’interno dell’azione mobilitativa che abbiamo intrapreso sul territorio, per far fronte una volta per tutte ad un problema la cui risoluzione non consente più tentennamenti. Abbiamo accolto con soddisfazione le ultime novità in quest’ambito rese note dall’assessorato regionale all’agricoltura - aggiunge Rossi - tra cui quelle atte a rafforzare il controllo della specie cinghiale tramite trappolamento e per un nuovo piano di contenimento: ora occorre arrivare prima possibile a risultati tangibili, pure attraverso altre azioni straordinarie. Oltre al danno diretto per le imprese agricole che vedono i propri redditi in caduta infatti - conclude Rossi - c’è da tener conto del peso sociale che le devastazioni producono, con evidente dispendio di risorse pubbliche.


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