(UNWEB) Confartigianato Umbria esprime forte preoccupazione per il fatto che anche l’Umbria ha scelto di abbandonare il criterio oggettivo dell’età nell’ordine delle vaccinazioni introducendo quello delle “categorie essenziali” che è evidentemente potenziale fonte di discrezionalità, ingiustizie e caos.
Se è vero che i vaccini hanno delle indicazioni legate a fasce d’età diverse si sarebbe potuto facilmente destinare i contingenti disponibili di vaccini prima a tutto il mondo sanitario e poi in stretto ordine di età all’interno della specifica fascia d’età di destinazione senza creare caos e provvedimenti discrezionali.
La scelta invece di passare alle cosiddette “categorie essenziali”, come in Umbria sono stati considerati ad esempio gli avvocati, apre invece un mare di polemiche sulle potenziali ingiustizie che in questo modo vengono commesse.
In una emergenza sanitaria è evidente che risulta certamente essenziale tutto il mondo della sanità, scuola, protezione civile, forze dell’ordine, mentre tutte le altre professioni possono essere valutate come essenziali in modo molto discrezionale e opinabile.
Il risultato è che in Umbria per esempio si stanno vaccinando gli avvocati, mentre non si vaccinano gli odontotecnici che sono a stretto contatto con gli operatori sanitari, né può valere l’argomentazione dell’esposizione al pubblico e della valutazione di “essenzialità”, perché una miriade di attività lavorative ad altissima esposizione al pubblico e/o essenzialità non vengono ancora vaccinate (operatori del commercio alimentare e non alimentare, ottici, tecnici informatici, trasportatori, operatori dei servizi di pulizia, ecc.)
Da non sottovalutare il fatto che dare l’impressione di seguire metodi ingiusti e non condivisi, in un momento in cui le dosi di vaccini disponibili sono ancora troppo scarse rispetto alla popolazione come purtroppo avviene in Italia più che in molti altri Paesi, mentre si stanno diffondendo molte pericolose varianti del virus e il Governo non è ancora in grado di dare certezze su quando sarà possibile disporre di vaccini sufficienti, rischia di creare situazioni molto difficili da gestire anche ai fini dell’ordine pubblico.
Invitiamo pertanto la Regione in ogni caso a fare scelte di ampia condivisione e o a non derogare affatto dallo stretto criterio dell’età oppure a seguire criteri più equi e a prendere in considerazione anche le altre attivtà lavorative sopra elencate che sono altrettanto se non più essenziali e/o esposte al contagio.