(UNcoldirettiumbriaWEB) L’imperativo deve essere quello di fare presto e di non fermarsi! Vista la gravità della situazione occorre arrivare il più in fretta possibile a quel risultato tangibile che le imprese si aspettano e attendono con ansia, ovvero il drastico calo della proliferazione dei cinghiali. È quanto afferma Coldiretti Umbria nel commentare positivamente la convocazione da parte dell’Assessore regionale Morroni di un tavolo permanente sul tema e l’adozione da parte della Giunta regionale del regolamento per la gestione del prelievo venatorio tramite caccia di selezione, con l’inserimento della specie cinghiale.


C’è soddisfazione per alcune azioni che avevamo sollecitato nel nostro Manifesto “Tuteliamo territorio e imprese”- commenta il Presidente Coldiretti Umbria Albano Agabiti - come l’istituzione da parte della Regione di un tavolo “tecnico” permanente che si riunisse con continuità, con tutti gli attori interessati e dove tutto viene concertato con la verifica puntuale di quanto si mette in atto. È chiaro che ci aspettiamo ora, che il tavolo lavori senza sosta, con produttività, finché si arrivi concretamente ad arrestare le devastazioni. Per quanto riguarda il regolamento - prosegue Agabiti - esso si muove sicuramente nella direzione di un più efficace contenimento della proliferazione di questi ungulati. Segnali positivi - secondo Agabiti - così come la rinnovata possibilità per l’agricoltore dotato di licenza di caccia, di intervenire direttamente sul proprio fondo, decorse “inutilmente” le 4 ore dalla segnalazione agli Atc. Un percorso quest’ultimo di certo interessante, ma ancora non sufficiente e su cui occorre lavorare, al pari della possibilità di incremento delle battute o di quella del contenimento tramite trappole.
A monte di tutta questa problematica - aggiunge il Direttore regionale Coldiretti Mario Rossi - che impatta fortemente su imprese, pubblica sicurezza, tutela dell’ambiente, con rischi sanitari pure per la zootecnia locale, non possiamo inoltre non prevedere, come ormai da tutti riconosciuto, una filiera tracciata e trasparente della carne dei cinghiali. Un progetto di cui si parla da tempo - prosegue Rossi - che consentirebbe di trovare il giusto e necessario “approdo” alla carne derivante dalle attività di contenimento, con una valorizzazione economica importante del prodotto locale.
La nostra mobilitazione che prosegue, punta anche a far comprendere - conclude Rossi - come il tempo stringa e giochi contro il lavoro quotidiano dei nostri imprenditori, che loro malgrado continuano a vedere i propri bilanci andare in fumo. La drammaticità della situazione è tale da richiedere perciò un impegno straordinario e continuo, tenuto conto che la sistematicità delle devastazioni dei cinghiali nelle nostre campagne non da tregua.


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