Riceviamo e pubblichiamo
Le piccole Città che vivono di turismo religioso, dopo un anno di stop, sono al tracollo: insieme agli operatori del settore i Sindaci chiedono al Governo e alle Regioni indennizzi per la sopravvivenza.
Il Governo Draghi, con il “decreto sostegni”, ha confermato ristori a favore delle attività economiche e commerciali dei centri storici delle Città Santuario, ma solo per quelle con più di 10mila abitanti e con un finanziamento di soli 10 milioni di euro.
E’ un importante risultato fortemente voluto da “Città Santuario” come Assisi, Loreto, Pompei, San Giovanni Rotondo, Mercogliano-Montevergine, ma anche comuni di piccole e medie dimensioni come le umbre Cascia e Norcia che, con i propri luoghi di culto e devozione, meta del pellegrinaggio in larga parte internazionale, danno prestigio e rilevanza all’Italia intera e che, con il loro tessuto produttivo che vive quasi esclusivamente di turismo, sono messe in ginocchio dalla pandemia.
I sostegni però sono insufficienti in termini quantitativi, alla luce della seconda stagione persa per l’azzeramento del turismo, e sono rimaste fuori le piccole città santuario come Cascia e Norcia in Umbria sulle quali pesa anche il post sisma 2016.
Il Sindaco e l’amministrazione continuano quindi a richiedere un pieno sostegno al Governo e alla Regione, sostenendo Confcommercio Assisi e il comitato assisano #noidimenticati, con le loro azioni di sensibilizzazione sul dramma economico che stanno vivendo e sulla loro enorme preoccupazione per il futuro; azioni (ora estese alle altre città) fatte in maniera nel rispetto delle regole antiCovid, ma estremamente determinate, perché dietro ad ogni attività economica, ad ogni partita Iva, c’è una storia fatta di lavoratori, di famiglie, di dignità.
Il Governo ha dato un segnale importante che, di fatto, riconosce che città accomunate dallo stesso denominatore dell’essere sede di Santuari e quindi meta del turismo religioso nazionale e internazionale, sono riuscite a fare rete nell’interesse generale delle comunità.
Il percorso propositivo era iniziato con specifici emendamenti l’anno scorso ed ha trovato evidenza nella Finanziaria 2021, ma nelle fasi di formazione del “Decreto Sostegni” c’è stata l’ulteriore richiesta del Sindaco di Assisi – insieme ai colleghi delle altre città con caratteristiche similari - di confermare quei ristori per le Città Santuario e di prevedere per tutte le partite iva ulteriori contributi svincolati dal codice Ateco di appartenenza.
La pandemia ha purtroppo causato un danno immane che ha colpito migliaia di attività economiche in tutta Italia e messo a rischio centinaia di miglia di posti di lavoro. I dati sono impressionanti: Assisi, ad esempio, ha registrato circa 530mila presenze straniere nel 2019 (su 1,3 milioni di presenze complessive) e soltanto 67mila presenze straniere nel 2020 con un calo dell’87% e questo è emblematico di una crisi senza precedenti che sta compromettendo circa duemila famiglie, con gravi ripercussioni sul tessuto socio-economico del proprio territorio.
E le Città Santuario (ce ne sono circa 800 in Italia), maggiormente caratterizzate da un turismo di gruppo in larga misura straniero, sono le più colpite e finora digiune da qualsiasi ristoro per le proprie attività economiche.
Le misure introdotte, anche se non potranno essere risolutive dei gravi problemi finanziari ed economici generati dalla pandemia, sono comunque indicative di una sensibilità e di una vicinanza delle istituzioni nazionali alle Città di Assisi, Loreto, Pompei, San Giovanni Rotondo ed a tutte le altre realtà simili. Esprimiamo, quindi, riconoscenza per aver accolto il grido di aiuto, ma nello stesso tempo siamo dell’idea, in nome della solidarietà, di non abbandonare le città più piccole che si trovano - se pur con numeri assoluti diversi - nelle medesime condizioni, come ad esempio Cascia e Norcia in Umbria che stanno subendo anche l’ulteriore danno conseguente al sisma del 2016!
Prendiamo atto che il “Decreto Sostegni”, nel recepire le richieste di aiuto delle Città Santuario, assegnandone le risorse, ne ha di fatto “istituzionalizzato” il concetto e il criterio e fornito la possibilità di “fare rete”, ma non è sufficiente.
È necessario un ulteriore sforzo affinché quei ristori possano essere riconosciuti anche a “Città Santuario” con meno 10 mila abitanti e venga incrementata l’iniziale dotazione finanziaria dei 10 milioni di euro, in quanto largamente insufficiente; occorre assolutamente creare le condizioni perché gli aiuti arrivino davvero, in forma rapida e coerente con il danno subito in questo lunghissimo anno in cui le attività economiche interessate hanno registrato incassi pressoché irrilevanti.
Oggi più che mai è assolutamente necessario dedicare una costante attenzione alle esigenze di famiglie, imprese e soggetti economici che hanno iniziato ad affrontare un 2021 a dir poco complicato, dopo un 2020 che ha registrato i peggiori risultati che la memoria umana ricordi!
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