(UNWEB) "La scelta dell'Ue è scellerata e fuori tempo. Assimilare allevamenti ad altri settori come quelli industriali è incomprensibile".

E' quanto afferma Albano Agabiti, presidente Coldiretti Umbria, in riferimento all'adozione della nuova proposta di direttiva della Commissione europea che estende una serie di pesanti oneri burocratici a quasi tutti gli allevamenti dei settori suinicolo, avicolo e bovino che vengono considerati alla stregua di stabilimenti industriali e dovranno sottostare a rigide norme in materia di controlli ed autorizzazione con livelli di burocrazia e costi insostenibili soprattutto per alcune realtà marginali situate nelle aree interne. "I nostri allevamenti - ha spiegato Agabiti - già si trovano in una situazione drammatica per l'insostenibile aumento dei costi di mangimi ed energia provocati dalla guerra in Ucraina e adesso questa decisione spingerà alla chiusura di numerosi allevamenti. Il rischio è che l'Italia si trovi senza carne, in una situazione in cui gli allevatori italiani devono affrontare incrementi di costi pari al 57% secondo il Crea che evidenzia il rischio concreto di chiusura per una buona parte degli allevamenti italiani che si trovano costretti a lavorare con prezzi alla stalla al di sotto dei costi di produzione".

"Tutto questo - ha sottolineato Mario Rossi, direttore di Coldiretti Umbria - andrà a colpire in modo diretto anche i consumatori, la sicurezza alimentare e l'autosufficienza. L'Italia, dobbiamo sottolinearlo, grazie all’adozione di forme di alimentazione controllata, disciplinari di allevamento restrittivi, sistemi di rintracciabilità elettronica e forme di vendita diretta della carne, abbiamo un sistema di allevamento che in fatto di sicurezza, sostenibilità e qualità non ha eguali al mondo".

Noi auspichiamo - ha concluso Agabiti - senso di responsabilità da parte delle istituzioni nazionali e dell'Ue affinché la proposta della Commissione possa essere rivista nei prossimi passaggi dell'iter legislativo".


LocandinaScacchi2

 AVIS

80x190