(UNWEB) Venerdì 22 luglio, a Borgo Brufa (PG) si è svolto, nell’ambito dell’Umbria Cinema Festival diretto da Paolo Genovese, un incontro riservato tra alcuni dei principali produttori italiani ed esponenti della stampa economica di settore con l’obiettivo di confrontarsi, insieme all’Umbria Film Commission di cui Genovese è Presidente, su alcuni dei temi oggi più sensibili per l’industria audiovisiva in Italia.
Questo è stato il primo incontro del Film Business Think Tank, che si ripromette di diventare un fondamentale momento di confronto annuale sul business audiovisivo e che avrà il suo secondo appuntamento nei primi mesi del 2023, sempre in Umbria.
Al think tank i produttori Benedetto Habib (Presidente Produttori Anica, Indiana Production), Nicola Giuliano (Indigo), Barbara Pavone (Lux Vide), Marco Belardi (Bamboo), Giampaolo Letta (Medusa Film), Riccardo Tozzi (Cattleya) si sono confrontati con Alberto Pasquale, Direttore dell’Umbria Film Commission, Paola Agabiti, Assessore regionale e con Antonella Tiranti, dirigente regionale responsabile servizio turismo e Film Commission, oltre che con alcuni giornalisti di settore, in un dialogo molto acceso e costruttivo.
Molti i macrotemi affrontati, dalle acquisizioni delle società di produzione italiane da parte di aziende straniere, alle finestre di sfruttamento, agli investimenti statali, ai meccanismi di selezione del prodotto audiovisivo.
Su quest’ultimo punto, tutti si sono trovati d’accordo nell’affermare che per l’accesso ai contributi statali si devono redigere dei criteri di selezione più rigidi, come già avviene per il prodotto seriale, in modo da non creare un eccesso di offerta spesso non rispondente ai reali gusti del pubblico, e da andare incontro alle esigenze dello spettatore. I dati parlano chiaro: quest’anno nei primi 15 posti del box office non compare nessun film italiano, e solo 7 film italiani nel 2022 hanno superato 1 milione di euro.
Per quanto riguarda la proprietà straniera delle società nazionali, argomento che ha suscitato tanto scalpore, l’analisi e il ragionamento hanno evidenziato invece come sia un segno della forza e della salute delle nostre società, che sono valorizzate dall’interesse e dai capitali stranieri; questa tendenza è vista dunque come un segnale positivo, ma al tempo stesso ci si chiede perché non si registri il processo inverso, ovvero l’acquisizione di società straniere da parte di aziende italiane, e perché processi di consolidamento per mezzo di fusioni e acquisizioni avvengano raramente all’interno dei confini nazionali.
Altro tema affrontato molto importante è stato quello della legislazione; si è messo in luce come la politica abbia creato dei piani di intervento sulle singole opere ma non sulle aziende.
È stato evidenziato come non sia stata attuata una lungimirante politica industriale, privilegiando un’azione che ha mostrato diversi limiti. Gli automatismi del tax credit possono essere considerati da alcuni come un eccesso di disintermediazione da parte dello Stato, ma d’altra parte sono l’unica alternativa a una discrezionalità che in molti casi ha mostrato distorsioni e incoraggiato favoritismi. È urgente trovare un compromesso tra automatismi e criteri di selezione, ed ancora più urgente è creare un tessuto industriale con un supporto politico convinto.
Ancora sul fronte dell’azione pubblica, il tema delle “finestre di sfruttamento” è sempre in primo piano. La soluzione ideale sarebbe un periodo di esclusiva per le sale modulabile caso per caso: i 90 giorni imposti a tutti i film, peraltro solo italiani, possono essere dannosi, dal momento che il prodotto straniero non è sottoposto allo stesso vincolo.
Un dibattito e uno scambio di idee molto proficuo, che l’Umbria Film Commission si impegna a riprendere nei primi mesi del 2023. Alberto Pasquale, Direttore dell’Umbria Film Commission, afferma: «È stato un incontro innovativo, per forma e contenuti. Un “serbatoio di idee” nel quale abbiamo raccolto importanti informazioni sulle criticità del settore e sul ruolo che le Film Commission, e la nostra in particolare, possono svolgere all’interno della filiera produttiva. I prossimi incontri coinvolgeranno anche altri protagonisti e vedranno nuovi approfondimenti, sempre privilegiando un’ottica di business».
Aggiunge Paola Agabiti, Assessore Regionale: “Sono molto onorata di aver preso parte a questo incontro con i più grandi produttori italiani. L’Umbria è un vero e proprio set a cielo aperto e attraverso l’Umbria Film Commission stiamo lavorando per portare da noi le grandi produzioni italiane e internazionali, che sono un veicolo e uno strumento straordinario ed estremamente efficace per valorizzare e far conoscere il nostro splendido territorio”