Rimini1L'esperienza virtuosa è stata presentata nel corso di un evento organizzato dalla Rete di imprese "Luppolo Made in Italy" di Città di Castello.

Presentate le novità del Piano di Sviluppo Rurale della Regione Umbria che ha inserito il luppolo tra le colture strategiche

(UNWEB) L'Umbria, grazie a qualità ed aggregazione, si caratterizza sempre più come il cuore pulsante della Filiera nazionale del luppolo. È emerso a Rimini dove la Filiera del Luppolo è stata protagonista all'evento fieristico più rilevante dedicato al settore della birra.

La Rete di imprese "Luppolo Made in Italy", con sede a Città di Castello (Perugia), ha infatti organizzato martedì 21 febbraio un evento dedicato allo sviluppo della Filiera, con il patrocinio della Regione Umbria, durante le giornate del Beer&Food Attraction, che si conclude mercoledì 22 febbraio.

Il talk, nella Beer&Tech Arena nel centro fieristico di Rimini, è stata l'occasione per presentare le rilevanti novità del Piano di Sviluppo Rurale della Regione Umbria che, per aver introdotto una Misura di sostegno allo sviluppo della Filiera del Luppolo e una Misura di sostegno alla promozione del Luppolo prodotto in Umbria, è divenuta un punto di riferimento nel panorama nazionale.

Le Misure 16.4.1 e 16.4.2 dedicate allo sviluppo della coltura della filiera corta del luppolo e alla sua promozione come nuova eccellenza agricola del territorio regionale sono una novità che non ha precedenti nel panorama delle politiche di sostegno alle imprese agricole nel contesto italiano.

La scelta della Regione Umbria di inserire il luppolo tra le colture strategiche su cui investire è una opportunità per tutta la filiera della birra ed è un modello che può dare un nuovo orizzonte alla crescita della birra come eccellenza del Made in Italy agroalimentare.

"Tutto il settore – ha affermato Stefano Fancelli, presidente della Rete Luppolo Made in Italy – sta guardando con grande interesse al percorso della filiera del luppolo avviato in Umbria e per questo motivo la nostra presenza all'evento di Rimini rappresenta una forte visibilità e una rilevante opportunità di promozione della filiera del luppolo umbro come progetto leader a livello nazionale".

Il talk è stato coordinato oltre che da Fancelli anche dal prof. Giuseppe Perretti dell'Università degli Studi di Perugia ed hanno partecipato il presidente nazionale di Assobirra, Alfredo Pratolongo, e il segretario generale di UnionBirrai, Simone Monetti.

Sono intervenuti con dei contenuti video anche il vicepresidente della Regione Umbria, nonché assessore regionale all'agricoltura, Roberto Morroni e il vicepresidente di Cia Agricoltori Italiani Matteo Bartolini.

"L'attenzione sul luppolo – ha dichiarato Morroni – si inserisce intanto all'interno di una strategia più ampia che, come assessorato all'agricoltura, stiamo portando avanti in questo periodo e che guarda alla nascita di filiere corte intorno a quelle che sono le eccellenze del nostro territorio come olio extravergine di oliva e tartufo, per favorire la qualità e i processi di aggregazione tra le imprese produttrici. Il luppolo rientra in questa strategia perché è una coltura, anche se piuttosto nuova del nostro territorio a differenza delle altre, ad alto valore aggiunto con spazi di sviluppo che riteniamo importanti. Quindi puntiamo a far nascere una filiera del luppolo in Umbria che possa segnare anche il contesto nazionale della filiera della birra, visto che abbiamo anche nel nostro territorio una esperienza significativa di tanti birrifici artigianali che sono nati nel corso del tempo e che si stanno affermando nei mercati".

"La filiera del luppolo è un'opportunità importante per la sostenibilità economica delle nostre aziende – ha detto Bartolini, vicepresidente nazionale di Cia Agricoltori – e la volontà è quella di portare il tema della birra sul tavolo del Ministero per sviluppare a livello nazionale una concreta opportunità, sia per i piccoli produttori di birra artigianale che per i birrifici agricoli, ma anche per le major della birra che hanno sempre più un'attenzione a particolarizzare i loro prodotti, anche attraverso una tracciabilità"


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