L’Organizzazione agricola, interviene sul disegno di legge all’esame della II Commissione: “evitare pericolose forzature”

(UNWEB) Occorre riconoscere il ruolo degli imprenditori agricoli impegnati nel settore del tartufo sia con le tartufaie coltivate che controllate, senza danneggiarne la legittima attività di impresa, che rappresenta per l’Umbria un’importante risorsa a livello produttivo ma anche per l’enogastronomia, il turismo e la tutela dell’ambiente.

È quanto sottolinea Coldiretti Umbria in riferimento ai lavori della II Commissione dell’Assemblea Legislativa regionale, sulla proposta di modifica del Testo Unico sull’Agricoltura, nella sezione “Tartufi e funghi”, su cui l’Associazione agricola aveva presentato apposite osservazioni già negli scorsi mesi, ribadendo la propria contrarietà al disegno di legge, così come ribadito anche nel corso delle audizioni successive.

Serve salvaguardare - spiega Coldiretti - la proprietà e le attività di impresa, che si troverebbero penalizzate dall’inserimento, nella stessa proposta, di “corridoi” riservati alla libera cerca nei loro fondi, già “limitati” per estensione con le ultime modifiche normative. Una proposta di modifica tra l’altro - aggiunge Coldiretti - non suffragata da motivazioni tecnico-normative, o da alcun supporto scientifico. Si tratterebbe inoltre - ribadisce Coldiretti - di un cambiamento che male si armonizzerebbe pure con il Bando regionale del PSR che mira invece allo sviluppo della filiera del tartufo nell’ottica di incrementarne la produzione. Occorre quindi - sostiene Coldiretti - supportare un comparto, quello della produzione del tartufo, dalle enormi potenzialità, prezioso pure per molte aree rurali montane e svantaggiate e minacciato purtroppo anche dai cambiamenti climatici.

Conciliare gli interessi degli agricoltori in possesso di tartufaie controllate, con la libera cerca del tartufo - precisa Coldiretti - è un obiettivo già raggiunto con la legge in vigore; non si ravvisa la necessità dunque di percorrere nuove strade con la possibilità di “pericolose forzature” che penalizzerebbero un comparto che, specie in questa difficile congiuntura, va sostenuto con decisione. In un’ottica di corretta concertazione fra i vari interessi, serve evitare sbilanciamenti che rischiano di non tener conto in via prioritaria delle esigenze dei proprietari e dei concessionari dei fondi. Il forte auspicio - prosegue Coldiretti - è quello che il Consiglio regionale, “comprenda” il rilevante impatto sui terreni che avrà la proposta di legge, prendendone le distanze. Non vorremmo, che dopo i danni provocati sui terreni ormai da decenni dalle specie selvatiche, gli agricoltori fossero costretti a “subire” ulteriori ed evitabili penalizzazioni.

Tra l’altro - conclude Coldiretti - come riconosciuto da più parti, la delicatezza e la complessità della materia, non possono che “suggerire” pure un’attenzione particolare verso i lavori parlamentari avviati sul tema. Il rischio, procedendo con la modifica della legge regionale, è quello pure di “fughe in avanti” che potrebbero poi in futuro indurci a tornare indietro.


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