logo CNA Umbria social“La città di Perugia ha bisogno di un piano strategico condiviso che la proietti nel futuro partendo dalla soluzione di problemi quotidiani. È per questo che CNA Umbria, dopo un confronto con le imprese del capoluogo, ha messo a punto un decalogo da presentare ai candidati dei principali schieramenti politici”.

Michele Carloni, presidente regionale della CNA, illustra i punti di un documento articolato messo a punto insieme agli imprenditori incontrati o consultati nelle scorse settimane e sintetizzato in un manifesto. Infrastrutture stradali, imposte locali, aree industriali, trasporto pubblico locale, semplificazione amministrativa, centro storico, giovani, lavoro, turismo, sanità e appalti pubblici sono i temi affrontati.

“Siamo partiti dai problemi emersi nella discussione, strettamente connessi alle difficoltà di crescita dimensionale delle imprese, e abbiamo provato a individuare le possibili soluzioni – afferma Carloni -. Cominciando dalle infrastrutture, le imprese vedono nella realizzazione integrale del nodo di Perugia l’unica soluzione per decongestionare il traffico che cinge il capoluogo in una morsa. Anche il pessimo stato di molte strade e aree verdi cittadine richiede un piano ordinario e straordinario di manutenzione. Lo stesso discorso, e nonostante alcuni lavori già fatti, vale per le aree industriali, molte delle quali versano in una situazione di autentico degrado. Parliamo di strade spesso impraticabili, illuminazione scarsa o assente, reti fognarie insufficienti, nonostante dovrebbero rappresentare il biglietto da visita per fornitori e clienti delle imprese. Se ci spostiamo nell’acropoli, verso la quale è notevolmente aumentato il flusso di visitatori, residenti ma soprattutto turisti, va sicuramente riequilibrata la presenza delle attività esistenti, fortemente sbilanciata verso il settore food. Una correzione di questo tipo sarebbe possibile, nel rispetto della cosiddetta direttiva Bolkestein, attraverso l’adozione di un nuovo regolamento che scommetta, piuttosto, sulla presenza di produzioni tipiche, artigianato di qualità e decoro urbano, anche attraverso i dehors. Tra i fenomeni più preoccupanti – aggiunge il presidente di CNA Umbria – ci sono sicuramente l’emigrazione dei giovani e il mismatch tra il sistema dell’istruzione e formazione e la disponibilità dei lavori offerti dal sistema imprenditoriale. Le imprese ritengono che anche le amministrazioni locali possano giocare un ruolo nell’orientamento dei ragazzi e delle ragazze verso professioni manuali, che peraltro oggi sono caratterizzate anche da un alto livello di tecnologia e potrebbero rappresentare un’ottima occasione di autoimpiego. L’idea è quella di mettere a sistema una filiera della formazione professionale che coinvolga sinergicamente tutti gli attori. In questo quadro è quanto mai opportuno pensare a un piano di incentivi comunali che favorisca la nascita di nuove imprese e sostenga l’innovazione e il percorso verso la sostenibilità e la digitalizzazione di quelle esistenti. Se passiamo alla questione degli appalti pubblici le imprese si augurano che la pratica dell’aggiudicazione delle gare al massimo ribasso resti un ricordo e invece si ricorra sempre più alla procedura negoziata, un sistema che consentirebbe di rispettare la legge valorizzando al tempo stesso le imprese locali”.

Altro tema caldo per gli imprenditori è quello dei rapporti con la pubblica amministrazione.

“I tempi di risposta alle diverse richieste sono troppo lunghi. Va messa a punto una nuova piattaforma digitale, direttamente collegata agli enti coinvolti nelle diverse pratiche, che consenta alle imprese di presentare un’istanza unica e di ottenere un’unica risposta in tempi brevi. Per farlo è indispensabile che il Comune investa nella qualificazione del personale. Poi c’è il tema della tassazione: l’aumento della Tari è un problema serio per le imprese, per cui chiediamo alla nuova amministrazione di applicare la detassazione totale delle aree già soggette allo smaltimento dei rifiuti speciali: c’è una legge nazionale in tal senso totalmente disattesa dai Comuni, senza distinzioni. Passando invece a un tema trasversale, come può essere quello della sanità, la cui competenza è regionale, è necessario che anche i nuovi amministratori se ne facciano carico, attraverso un’organizzazione territoriale che garantisca servizi adeguati, soprattutto alle fasce più deboli della società”.

Per ultimo, ma non per importanza, c’è il trasporto pubblico locale.

“Le imprese non hanno ancora capito come il nuovo sistema di trasporto Brt tra castel del Piano e la stazione di Fontivegge, passando da S. Sisto e via Settevalli, si integrerà con il Minimetrò e il trasporto su gomma. Ma tutti sono d’accordo sulla necessità di prevedere un sistema di trasporto a chiamata, per flessibilizzare l’offerta rendendola più compatibile con le esigenze dei cittadini, dei lavoratori e delle imprese. Su tutti questi temi le imprese ritengono che, al di là dei diversi orientamenti politici, si debba lavorare a un piano strategico che abbia l’ambizione di puntare a una città del futuro che torni ad essere attrattiva per tutte le generazioni, a partire da quelle più giovani, che sono quelle che, più di altri, stanno pagando gli effetti derivanti dai vari cambiamenti in atto”.


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