conferenza adisu Bartolini 3(ASI) Perugia - “Dopo una fase di consultazione classica con gli stakeholders e gruppi di interesse, vogliamo riaprire la consultazione ai cittadini tramite la rete. Abbiamo predisposto un blog dove sarà possibile lasciare un contributo, una proposta e votare le stesse positivamente o negativamente”. Lo ha affermato l’assessore regionale alle riforme Antonio Bartolini, presentando la nuova iniziativa regionale in vista della definizione e dell’approvazione del nuovo Piano triennale di Semplificazione 2016 – 2018. L’iniziativa si è svolta oggi, lunedì 18 gennaio, nella Sagrestia restaurata della Chiesa di San Benedetto dei Condotti a Perugia ed ha visto la partecipazione dell’amministratore unico dell’Adisu Maurizio Oliviero che ha anche illustrato i restauri effettuati dalla stessa Adisu nell’antico complesso dell’ex monastero perugino.


“La Regione Umbria sta individuando le azioni di semplificazione da attuare per il prossimo triennio – ha dichiarato l’assessore Bartolini -. Da anni la semplificazione rappresenta una richiesta costante e continua da parte di imprese e cittadini che chiedono una Pubblica Amministrazione più efficiente e meno burocratica ed è fondamentale per aumentare la competitività del territorio, migliorare la qualità della vita dei cittadini, rafforzare il rapporto tra Pubblica Amministrazione e mondo delle imprese facendo in modo che i cittadini acquisiscano fiducia nelle Istituzioni. Basti pensare – ha sottolineato Bartolini – che, per ogni procedimento amministrativo, l’Istat ha calcolato un costo reale di circa duemila euro per una media impresa artigianale. Con le azioni attuative del Piano triennale 2012-2014 la Regione Umbria ha sperimentato nuove metodologie, nuovi sistemi organizzativi, definendo standard e modelli. Nel contempo ha avviato un sistema di monitoraggio e una valutazione delle attività, realizzando anche indagini oggettive sul territorio, per valutare gli impatti dell’azione regionale. Ciò ha permesso di acquisire consapevolezza dei punti di forza e dei limiti di tali azioni. Il lavoro compiuto negli scorsi anni peraltro ha permesso alla Regione Umbria di salire ai vertici nazionali (nel 2012, ultima rilevazione, al terzo posto tra le regioni, rispetto al quattordicesimo del 2002) in una particolare classifica che analizza gli elementi di trasparenza e dei processi amministrativi”.

“E’ proprio da queste analisi e valutazioni – ha proseguito Bartolini – che, per la definizione del Piano triennale 2016-2018, sin dalla sua prima stesura, è stata scelta una nuova modalità operativa per raggiungere maggiori, migliori, ma soprattutto più tangibili risultati.
Il nostro Piano sarà organizzato sulla base di 5 linee guida di intervento definite dopo un periodo di incontri con rappresentanze di imprese e cittadini, organizzazioni professionali e di categoria, professionisti, enti locali e pubblici, terzo settore.
Per la prima volta, intendiamo coinvolgere direttamente i destinatari delle nostre attività (imprese e cittadini), sottoponendo alla valutazione pubblica tali linee di intervento, prima di approvare il documento da presentare all’Assemblea legislativa dell’Umbria. Il documento di Piano che seguirà questo processo partecipativo costituirà dunque il punto di partenza di un percorso pluriennale che vedrà la Regione impegnata, insieme a tutti gli interlocutori del sistema regionale, nell’attuazione di azioni che siano effettivamente in grado di garantire il rilancio della competitività del sistema economico regionale ed il miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Le linee di intervento da sottoporre a valutazione pubblica – ha concluso l’assessore - si basano su un deciso orientamento all’ innovazione (di metodo e tecnologica), alla trasparenza ed alla partecipazione e previsione di misure concrete e mirate ad alleggerire i cittadini, ridurre i costi e sbloccare le imprese. E queste azioni non dovranno riguardare soltanto la Regione ma anche gli Enti Locali. Un attenzione particolare ad esempio andrà rivolta all’effettiva messa a regime degli Sportelli unici per le attività produttive e l’edilizia che attualmente sono stati istituiti soltanto nel cinquanta per cento dei comuni e, di questi, solo una piccola parte sono effettivamente funzionanti”.


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