Umbria Balkan Countries(UNWEB) Perugia. Dalla gestione dei programmi comunitari all’esperienza del forum delle Camere di commercio dell’Adriatico e dello Ionio all’interno della strategia europea della “macro-area”, dalle politiche della salute alla sicurezza alimentare e tecnologie agro-food, fino alla collaborazione per lo sviluppo di politiche di cluster ed aggregazione d’imprese: sono numerosi gli ambiti di collaborazione tra Umbria e Paesi dei Balcani Occidentali approfonditi, oggi, a Perugia, nel corso dell’iniziativa "Umbria Bridge on the Western Balkan Countries”.

L’incontro, promosso dalla Regione Umbria e dalla Camera di Commercio di Perugia, ha rappresentato la prima occasione di incontro e confronto tra le Camere di Commercio, le Agenzie di sviluppo umbre ed i rappresentanti dei cluster industriali della regione con tecnici e amministratori di Serbia, Bosnia, Croazia, Montenegro, Kosovo, Macedonia e Albania, allo scopo di sviluppare relazioni e collaborazioni tra Umbria ed paesi invitati.
L’Umbria - è stato ricordato durante l’incontro - ha in quest’area balcanica una rete strutturata di rapporti istituzionali, dai due Memorandum of Understanding stipulati nel 2014 con la Provincia Autonoma di Vojvodina della Repubblica Serba e con il Consiglio dei Ministri della Repubblica di Albania, ai più recenti progetti di cooperazione, sempre con l’Albania, in materia di sanità e di coltura del tabacco e al vigente accordo di collaborazione con la Bosnia, mentre è in fase di elaborazione una intesa anche con il Kosovo. Si tratta di un’area che costituisce una realtà economica interdipendente che può essere affrontata in maniera organica e coesa. Da qui la volontà dell’Umbria di intensificare il proprio ruolo, anche in considerazione che molti di questi Paesi si trovano nella fase di preadesione alla Unione Europea. I Paesi già membri dell’Unione Europea hanno accesso ai Fondi strutturali ed al Fondo di coesione. Per il periodo di programmazione 2014-2020 – è stato detto, la Croazia ha un budget di 8,6 miliardi di Euro. I Paesi candidati o potenziali candidati hanno accesso ai Fondi di Preadesione (IPA). Per il periodo di programmazione 2014-2020, l’Albania ha un budget di 649 milioni di Euro, il Kosovo di 645 milioni di Euro, il Montenegro di 270 milioni di Euro, la Serbia di 1,5 miliardi di Euro. La presenza imprenditoriale italiana nei Balcani è inoltre in forte e in costante crescita. In Bosnia sono attive 50 aziende italiane, con 5 mila dipendenti, in Albania 500 aziende con 20.000 dipendenti, in Serbia 250 aziende, con 20.000 dipendenti. In questo quadro di particolare importanze è quanto l’Umbria può offrire, non solo nell’ambito culturale, turistico, ambientale, agricolo e imprenditoriale, ma anche come sede di una forte presenza di cluster industriali, università e centri di innovazione e ricerca e come piattaforma di incentivi agli investimenti relativamente alle start up, agli incubatori di impresa, all’assistenza tecnica, a risorse umane e per il sostegno al credito.
La regione ha infatti investito nelle specializzazioni industriali attraverso politiche di cluster ed aggregazioni di imprese, in particolare nei settori Aerospazio, Biomedicale, Automotive, Nautica, Energie Rinnovabili, Meccanica Agricola, Cashmere, Grafica, Meccanica-Meccatronica, Sanità, Agrifood, Bioplastica-Chimica Verde. L’incontro è proseguito nel pomeriggio in tre tavoli tematici - sulla sicurezza alimentare e certificazione tecnologie agro-food; politiche della salute; interscambio PMI attraverso politiche di cluster ed aggregazioni di imprese - che hanno permesso ai partecipanti approfondimenti settoriali e si sono conclusi con la presentazione dei risultati dei lavori.


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