(UNWEB) Assisi. Cristiano De André ritorna a cantare live sui palchi dei maggiori teatri italiani e Michele Zarrillo presenta il nuovo album tra pop, intimità e uno sturm und drang tutto da ascoltare
ASSISI – Sarà il Teatro Lyrick di Assisi a fare da scenario al doppio appuntamento in cartellone per la stagione Umbria Eventi d'Autore, promossa dall'associazione Umbra della Canzone e della Musica d'Autore, che vedrà protagonisti due cantautori molto apprezzati da pubblico e critica, Cristiano De André e Michele Zarrillo.
Venerdì 28 aprile, alle ore 21, al teatro della città serafica farà tappa il De André canta De André Tour 2017, nuova serie di appuntamenti live organizzati dalla Concerto Music (società che con questa tournée inaugura la sua collaborazione con l'artista) che porterà Cristiano De André ad esibirsi sui palchi dei maggiori teatri italiani. Durante la tourneé – già a quattro sold out consecutivi – il cantautore interpreterà sul palco un repertorio ricco di nuovi brani del padre che si affiancheranno a quelli contenuti nei progetti discografici di grande successo De André canta De André – Vol. 1 (2009) e De André canta De André – Vol. 2 (2010).
"De André canta De André - scrive Cristiano De André nella sua autobiografia - è un progetto che mi ha permesso e mi permette di portare avanti l’eredità artistica di mio padre, caratterizzandola però con nuovi arrangiamenti che possano esprimere la mia personalità musicale e allo stesso tempo donino un nuovo vestito alle opere, una mia impronta. Mi auguro che così facendo la poesia di mio padre possa arrivare a toccare le anime più giovani, a coinvolgere anche chi non ascolta la canzone prettamente d’autore".
Cristiano De André nasce a Genova il 29 dicembre 1962 e cresce in un vivace ambiente culturale, dove teatro e musica sono componenti quotidiane. A undici anni si avvicina con successo alla chitarra, a diciassette al violino, che studia per cinque anni al Conservatorio Paganini di Genova. Compone le prime musiche per alcuni spettacoli goliardici in scena al Teatro Popolare di Genova e poi fonda la band Tempi Duri, insieme a Carlo Facchini, Marco Bisotto e Carlo Pimazzoni, con i quali pubblica, nel 1982, il primo singolo Tempi Duri, e l’anno dopo l’album di esordio Chiamali Tempi Duri da cui nasce anche un tour. Con il gruppo Cristiano accompagna il padre Fabrizio in alcuni suoi tour: come nel 1981 o nel 1984 nella tournée “Creuza de ma”. Nel 1985 intraprende la carriera di cantante solista e partecipa al Festival di Sanremo tra le nuove proposte con il brano Bella più di me, raccogliendo consensi di pubblico, arrivando al quarto posto e vincendo il Premio della Critica. Dopo alcuni singoli, nel 1987 esce l’album Cristiano De André, comprendente la delicata Briciola di pane dedicata all’ appena nata figlia Fabrizia, con la collaborazione di Fio Zanotti e Massimo Bubola. Tre anni dopo, nel 1990, esce L’albero della cuccagna, album ispirato e ricco di contenuti con la straordinaria partecipazione di artisti del calibro di Mauro Pagani, Vince Tempera, Ellade Bandini, Fabrizio Consoli, Ares Tavolazzi e Massimo Bubola. Nel filone della canzone d’autore e con un personale tono ironico si inserisce l’album Canzoni con il naso lungo (1992): album maturo, immediato e ricco di energia. Con la straordinaria partecipazione di Eugenio Finardi, Mark Harris, Massimo Luca, Vittorio Cosma, Alfredo Golino, Lucio Fabbri, Demo Morselli e Massimo Bubola nella veste di produttore artistico. Nel 1993 Cristiano De André torna dopo otto anni al Festival di Sanremo, questa volta nella categoria Campioni. Presenta Dietro la porta un brano di notevole intensità lirica composto con Daniele Fossati. È un grandissimo successo: il secondo posto assoluto, il premio della Critica, il Premio Volare; il generale apprezzamento del pubblico e di tutti i media per il brano e per l’interpretazione permettono di attribuire a Dietro la porta la qualifica di canzone vincitrice morale dell’edizione di quell’anno. E’ un’immensa soddisfazione per Cristiano che vede ripubblicato il precedente album con l’inserimento del brano sanremese. Nell’aprile 1995 esce Sul confine, in cui Cristiano è accompagnato da Carlo Facchini, Eugenio Finardi, Phil Palmer, Stefano Melone, Massimo Bubola, Oliviero Malaspina, Daniele Fossati, Manuela Gubinelli ed il padre Fabrizio nel brano Cose che dimentico. Nel 1997 sostituisce Mauro Pagani come arrangiatore e polistrumentista di “prima fila” sul palco del tour “Anime salve” di Fabrizio De André. Ruolo riconfermato nel successivo tour invernale “Mi innamoravo di tutto” e nel tour estivo del 1998. Nel novembre 2001 esce Scaramante intenso album, che vede la partecipazione di Mauro Pagani, di cui lo stesso Cristiano dice: «è un disco terapeutico con cui mi sono tolto i dolori di dosso. E’ un disco che segna il crocevia della mia vita». Con Scaramante, nel 2002, vince il Premio Lunezia come miglior album. Torna al Festival di Sanremo nel 2003 con il brano Un giorno nuovo, basato sul concetto della “comprensione” e ricco di echi etnici. Segue la raccolta Un giorno nuovo – live in studio, brani del suo passato artistico riarrangiati e proposti in versione live. Nel 2009 arriva per Cristiano il momento di concretizzare il progetto di intraprendere un lungo tour in cui rileggere il repertorio di Faber con gli occhi di figlio e di artista. Il De André canta De André è un grande successo e colleziona numerosi sold out. Nascono l’album De André canta De André pubblicato nel 2009 e nel 2010 De André canta De André – Vol. 2, una nuova raccolta di brani del grande Fabrizio. Nel 2013 pubblica per l’etichetta Nuvole, fondata dal padre Fabrizio, l’album d’inediti Come in Cielo così in Guerra, realizzato con la collaborazione di Corrado Rustici e distribuito da Universal Music. Nel 2014 partecipa al 64° Festival di Sanremo dove si aggiudica, con il brano Invisibili il Premio della Critica “Mia Martini” e il Premio “Sergio Bardotti” per il miglior testo. Per l’occasione viene pubblicato Come in Cielo così in Guerra (special edition), contenente anche Invisibili e Il cielo è vuoto, altro brano presentato al Festival. Il 29 aprile 2016 esce per Mondadori La versione di C, un’autobiografia intensa in cui Cristiano De André ripercorre il suo passato in modo intimo e disincantato attraversando ricordi sofferti e teneri allo stesso tempo. Il mare, Genova e la Gallura, il rapporto con suo padre Fabrizio e la madre Enrica, il legame fortissimo con la musica, la nascita dei suoi figli. Lo scrivere come arma per scoprirsi e guardarsi come figlio prima e come padre poi alla ricerca di risposte precise per perdonare e per perdonarsi, per poter comprendere chi si è davvero. Il 13 maggio esce in tutte le radio Canzone per l’estate (Universal Music), il nuovo singolo, reinterpretazione dello storico brano che Faber scrisse insieme a Francesco De Gregori e che inserì nell’album “Volume 8” del 1975.
"Quando mio padre e Francesco De Gregori, nel 1974, scrissero questa canzone, contestarono apertamente un modo di vivere troppo convenzionale, tendente all’omologazione delle menti - racconta Cristiano De André - Allo stesso tempo manifestarono l’attrazione per un’anarchia intesa soprattutto come categoria dello spirito. In questo passaggio rivedo il disagio di mio padre, per diversi anni al confine delle due condizioni. Durò poco, fortunatamente, la sua identità libertaria vinse su tutto e lo guidò fino alla fine. Ciò che mi spinge a riproporre questo brano non è solo la volontà di estendere alle generazioni future i suoi insegnamenti, ma anche la convinzione che alcuni paradossi sociali non siano cambiati e che quindi valga la pena continuare a lottare".
Il 24 giugno dello stesso anno parte dalla Cavea dell'Auditorium di Roma il nuovo capitolo del tour di Cristiano De André “De André canta De André”, con cui il cantautore omaggia il padre in occasione dei 50 anni dall’uscita del primo disco Tutto Fabrizio De André, album che già conteneva le intramontabili canzoni La guerra di Piero, Via del Campo e Amore che vieni, amore che vai.
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Sabato 29 aprile alle ore 21 sarà la volta di Michele Zarrillo, reduce del successo al recente festival di Sanremo, a cui ha partecipato con Mani nelle mani, con una tappa del Vivere e Rinascere Tour. L'artista romano torna a mettersi in gioco dopo tre anni e mezzo durante cui, nonostante un importante incidente di salute, si è esibito con celebri jazzisti del calibro di Danilo Rea e Stefano Di Battista, per portare un messaggio agli appassionati della sua musica: "L’amore è la risposta: chi dubitava che un periodo così lungo avesse “arrugginito” intuizioni e creatività, è servito".
Vivere e rinascere è il titolo del nuovo album, uscito 10 febbraio per Universal Music, composto da dieci brani scritti e interpretati nel suo inconfondibile stile, che gira intorno all’idea che il più importante sentimento abbia un effetto salvifico.
“Vivere e Rinascere - spiega Michele Zarrillo - è un disco di inediti, ognuno con una propria caratteristica, un proprio percorso. Canzoni d’amore, di storie che finiscono e nascono, come spesso accade e come spesso è capitato nel mio repertorio, è una mia caratteristica cantare l’amore. In Vivere e Rinascere l’amore è speranza, base e partenza per un futuro di rinascita e fiducia nel prossimo. Il disco nasce dal lavoro di più di un anno, in cui ho riscoperto il piacere della scrittura, un lavoro di composizione, di ricerca di belle canzoni, con l’aiuto anche di altri autori. Anche più di come ho fatto nelle produzioni precedenti”.
Se la vita porta via i nostri sogni (come si intuisce in La ragazza corre), l’amore può ridare senso all’intera esistenza. Ci si può struggere di assenza come in L’amore ancora esiste? (“Per sempre innamorati senza rivedersi più”, canta Zarrillo in uno dei versi più ispirati della collezione); ricercare noi stessi e fermare l’anima dove ci si sente a casa, a prescindere dal luogo, alla maniera di Vivo nel mondo; ringraziare chi ti dona la parte migliore di se stesso, Per chi sa scegliere; macerarsi nelle notti insonni di Come ho fatto a perderti; inseguire i limiti di un Amore imperfetto, affermare impunemente che “il tempo è una bugia”, come recita uno dei versi più inspirati. Ma c’è ancora vita, “in cui si può rinascere vivendo”, dopo un periodo di riflessione in cui Zarrillo ha utilizzato la sua “pausa forzata” per riassaporare il piacere della scrittura e le gioie della famiglia. Trent’anni dopo aver vinto il Festival di Sanremo con “La notte dei pensieri” nella categoria Nuove Proposte, Zarrillo era tra i BIG, alla sua dodicesima partecipazione alla massima competizione canora nazionale con il brano Mani nelle mani che, come spiega egli stesso: "è il racconto, il simbolo della parte più esaltante, più bella del rapporto: l’inizio, la scoperta, la conoscenza, la nascita dell’amore, quando non riesci a staccarti dall’altra persona, un intreccio di mani, appunto, che con il passare degli anni si perde e si vorrebbe recuperare”. Il cantautore torna così a riappropriarsi del suo spazio tra i classici moderni della scena italiana. Vivere e rinascere ci regala un interprete di grande qualità. Oltre alle sue doti di musicista e autore, in questo disco vengono ancora una volta messe in risalto le sue qualità interpretative, toccanti e virtuose allo stesso tempo. Quest’ultimo lavoro ci restituisce un autore in grado di offrirci la grammatica dell’amore in tutte le sue desinenze e varianti. Il suo cuore batte alla ricerca del senso della vita. A volte, come in Mille latitudini, si dice “fregato per un eccesso di emozioni”, ma è sempre a caccia di risposte dai sensi. Tra i principali collaboratori dell’album troviamo Giampiero Artegiani e Alessandro Canini, insieme a Saverio Grandi, Valentina Parisse, Roberto Pacco, Luca Mattioni, Mario Cianchi, Felice Di Salvo, Marco Rettani, Stefano Colino. Gli arrangiamenti e la produzione sono di Alessandro Canini, che firma con lo stesso Zarrillo.
Per informazioni: www.umbriaeventiautore.com. Prevendite su circuiti TicketItalia e TicketOne.