19143878 1944847758866134 8917355053269427908 o(ASI) Perugia.  Può una sfilata di moda e vestiti cambiare il mondo? Secondo Ponte Solidale e Altra Qualità può quanto meno essere un punto d’inizio per una nuova era.  La nuova era in questione, basata su una coscienza più attenta alla sostenibilità delle filiere produttive, è partita ieri da Perugia.

“Trame di storie”: il trionfo della vita quotidiana

Nel popoloso quartiere di Ponte San Giovanni a Perugia,  Altra Qualità e Ponte Solidale hanno dunque deciso di unire le forze in un evento tenutosi proprio di fronte alla nota bottega cittadina del commercio equo. Niente cornici blasonate, niente sfondi o set allestiti ad arte. La nuova era passa per l’accettazione e la valorizzazione del concreto, e della vita di tutti i giorni. L’appuntamento si è infatti tenuto nel piazzale antistante Ponte Solidale, proprio nel mezzo dei palazzi di Ponte san Giovanni. Niente passerella ne red carpet per i modelli e le modelle che si sono prestati gratuitamente per l’iniziativa e ingresso libero per tutti. A sfilare non sono stati i capi di marchi famosi, ne di note boutique con la promessa d’incassi che saranno devoluti in beneficenza. Sulla passerella – piazzale si sono visti i capi della collezione “Trame di Storie” 2017/2018.  La sfilata stessa poi è stata un ulteriore momento di rottura simbolica con il passato. Niente passerelle di modelle e modelli che avanzano solitari verso il pubblico, niente accessori elaborati ad accompagnare i modelli, anzi, niente scarpe proprio. L’obbiettivo delle due cooperative di commercio equo e solidale era la realtà di tutti i  giorni, con persone che interagiscono tra loro. Azioni quotidiane come leggere un libro, bere una tisana, o passeggiare in compagnia sono state protagoniste della sfilata almeno quanto i capi di vestiario. LA vita di tutti i giorni rappresentata in un mosaico accompagnato a suon di musica nell’entusiasmo generale di partecipanti e residenti del quartiere.

Cambiare il mondo

In particolare la realtà che si puntava a far conoscere era  quella dei paesi poveri del mondo in cui i più noti marchi d’abbigliamento mondiali producono vestiti sfruttando la manodopera basso costo. Secondo i rappresentanti di Ponte Solidale e di Altra Qualità l’acquistare vestiti prodotti a basso costo, sfruttando intere popolazioni, è di per se un atto totalmente privo di equità e mancante dei più basilari principi di solidarietà tra i popoli. Se poi tali capi di vestiario finiscono nella pattumiera non appena i marchi della moda ne annunciano il non essere più alla moda, si può avere l’esatta idea di cosa significhi una filiera produttiva non sostenibile. Perché sprecare così le risorse e  il lavoro che spesso costano la stessa dignità dei lavoratori che li hanno prodotti? A questa domanda Ponte Solidale e Altra Qualità hanno voluto rispondere annunciando che un'altra via è possibile. Basta acquistare da produttori autoctoni dei paesi dove già ora i più noti marchi della moda producono. Acquistando però dai piccoli produttori, tutti verificati dalle due cooperative, si può consentire ai lavoratori locali di avere un equo compenso per il loro lavoro e al consumatore di avere un buon prodotto senza che esso raggiunga costi esorbitanti. Insomma non è necessariamente detto che solo la grande distribuzione sia l’unico detentore del miglior rapporto qualità – prezzo. Ma per coloro che dovessero storcere il naso all’idea di prodotti non italiani, basti pensare, come ricordato dai rappresentanti di Altra Qualità, che molti prodotti con il marchio “made in Italy” non sono affatto italiani. Questo perché la legge vigente consente di definire un prodotto made in Italy come tale anche se solo rifinito in Italia. Al contrario il consumatore molto spesso si vede addebitare il costo del prodotto come fosse un vero prodotto made in Italy la cui filiera è totalmente italiana. Per il futuro comunque entrambe le cooperative di equo commercio hanno annunciato la volontà di espandere il numero di produttori italiani coinvolti nei propri progetti. “Non è facile poiché le leggi e l’elevatissima pressione fiscale nel nostro paese sono un ostacolo tanto a fare impresa, quanto a fare impresa ponendosi come obbiettivo prezzi popolari e qualità elevata” – hanno precisato i rappresentanti di Ponte solidale e Altra Qualità. “Scegliere cosa acquistare può influenzare il cambiamento della società in cui viviamo”: questo è il motto proposto dalle due cooperative. Ognuno di noi ha quindi il potere d’iniziare il cambiamento poiché anche un oceano è fatto di tante gocce.

Cenusa Alexandru Rares – Agenzia Stampa Italia

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