Testimonianza di un territorio duramente colpito dal terremoto di due anni fa
(UMWEB) Trevi, - Due volumi frutto di un lavoro minuzioso e collegiale da parte di esperti, studiosi e ricercatori legati alla mostra “Capolavori del Trecento – Il cantiere di Giotto, Spoleto e l’Appennino”, sono stati presentati a villa Fabri di Trevi. Dopo i saluti del Sindaco Bernardino Sperandio, sono seguiti gli interventi dell’Arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, del presidente del Gal Valle Umbra e Sibillini, Gianpiero Fusaro, della Soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio dell’Umbria Monica Mercalli e del professor Corrado Fratini ordinario dell’Università di Perugia. Due cataloghi di alto valore che documentano sia le opere esposte negli allestimenti di Montefalco (Complesso mussale San Francesco), Scheggino (Spazio arte Valcasana), Spoleto (Basilica di Sant’Eufemia e Museo Nazionale del Ducato) e Trevi (Museo di San Francesco) che gli itinerari possibili sulle tracce dell’arte trecentesca che coinvolge varie regioni: Umbria, Marche e Abruzzo nell’area di confine con Rieti. Un vastissimo territorio oggi ancora alle prese con le ferite del terremoto che due anni fa ha inferto un colpo mortale a tante opere d’arte. Ma tante di esse sono state salvate e protette nel deposito di Santo Chiodo a Spoleto. Alcune sono già state restaurate e fanno parte della mostra itinerante che rimarrà aperta fino al 4 novembre. Per la realizzazione dei due volumi determinante è stato anche l’apporto economico del Gal, Agenzia regionale sostenuta da fondi europei.
La mostra e i due cataloghi che ne esaltano l’importanza, vuole essere quindi non solo il risultato di uno studio meticoloso sull’arte trecentesca in questo territorio, ma anche un modo per sensibilizzare sulla necessità di riportare quelle opere nei luoghi di appartenenza essendo nel loro valore intrinseco simbolo e punto di riferimento delle comunità terremotate. I cataloghi saranno acquistabili nelle sedi della mostra a partire dal 1 agosto. Tutte le informazioni sul sito www.capolavorideltrecento.it.