(UMWEB) Gubbio. L’associazione ‘Centro sociale S. Pietro’, nell’ambito delle iniziative promosse per la Giornata della Donna promuove e organizzata un appuntamento speciale per sabato 9 marzo alle ore 16,30 presso l’ex Refettorio della Biblioteca Sperelliana, dal titolo ‘Donne...testimonianze nella storia di Gubbio’, dedicato a tre grandi interpreti del mondo femminile del secolo scorso.
Si tratta di Maria Eda Panfili relatore Sanio Panfili, Maria Letizia Cassata relatore Ubaldo Corazzi, Eleonora Benveduti Turziani presentata da Rosanna Milano Migliarini. L’appuntamento, introdotto dal presidente del Centro Enrico Buttò, che interverrà anche negli intermezzi musicali sotto la direzione del Maestro Maurizio Ceccarelli, con la partecipazione inoltre di Sabrina Morena e Giorgio Ricci, sarà moderato da Giuliano Traversini. Maria Eda Panfili (1931 – 2010) si è distinta, per oltre 60 anni, in qualità di amministratrice e di dirigente politico e sindacale nel panorama politico, sociale ed istituzionale sia eugubino che umbro. Fin dagli anni '50 è stata una delle poche donne leader del Partito Comunista. Già nel 1952, a soli 21 anni, era consigliere comunale e poi assessore, gestendo svariate deleghe dell'organizzazione amministrativa del Comune. Ha inoltre ricoperto altre cariche istituzionali: nella Comunità Montana Alto Chiascio e all'Astenotrofio Mosca. Terminata la sua attività amministrativa, da pensionata, si impegna nel suo sindacato di sempre, la CGIL, svolgendo un intenso lavoro nello SPI. Tutto il suo impegno politico, amministrativo e sindacale è stato sempre rivolto alla difesa e valorizzazione dei diritti delle donne e dei più deboli. Una piccola grande donna, combattiva, decisa, lungimirante, ancora nella mente dei tanti eugubini che l'hanno conosciuta, stimata ed apprezzata per le sue doti di umiltà, coerenza, sincerità, onestà, per l'impegno profuso con capacità, competenza e concretezza nell'interesse della sua comunità eugubina. Maria Letizia Cassata (1930 -1992) è stata un'intellettuale impegnata anche nell'apostolato, nel volontariato e nella politica, ricoprendo l'incarico di consigliere comunale per la DC. Il suo mondo è stato però la scuola, dove ha espresso il meglio delle sue risorse umane e professionali al servizio dei giovani e della crescita civile e culturale di Gubbio e del suo territorio, fondando e dirigendo il Quinquennio Sperimentale di Gubbio (riconosciuto poi, come Istituzione Sperimentale). Il senatore Venanzio Nocchi, così ne delinea il ritratto umano: "...grandissima donna, burbera ma umanissima, dallo sguardo puro e dal sorriso che testimoniava l'amore per il prossimo" e nello scrivere a Ignazio Silone nel 1967, all'inizio del loro scambio epistolare, afferma "...sono venuta a Gubbio subito dopo la mia laurea, nel 1953 e mi sono dedicata all'insegnamento e a mille altri aspetti della vita attiva che mi affascina sempre tantissimo e mi stimola a pensare. A Gubbio mi sono profondamente radicata perché vi trovo la dimensione della vita modesta, umana e cordiale: quella che prediligo...". Eleonora Benveduti Turziani (1908 - 1993) appartenente alla nobile famiglia dei Marchesi Benveduti di Burano, trascorre l'infanzia e la giovinezza a Gubbio, dove si diploma presso l'Istituto Magistrale ed insegna, per un decennio, in varie scuole elementari della provincia di Perugia. Sposata con il giovane eugubino Dr Giovanni Turziani, si trasferisce con lui a Firenze dove, dopo essersi laureata in Pedagogia a Roma, insegna filosofia e storia nelle scuole medie e superiori fino al 1947. La sua attività politica antifascista inizia già dal 1934, dapprima nella Divisione "Giustizia e Libertà" dei fratelli Rosselli, poi nelle fila del "Partito d'Azione" di Giuseppe Parri, distinguendosi, durante la guerra, per il suo forte impegno nella lotta partigiana. Dopo la liberazione di Firenze, continuò la sua attività politica nel PCI, dal quale fu espulsa per grave dissenso politico. Nel 1951, diviene primo Sindaco "donna" d'Italia e per 10 anni, rimane alla guida del comune di Scandicci (FI). Straordinaria figura di donna protagonista della vita nazionale, un personaggio di grande forza morale, simbolo di costante impegno, coraggio, cultura e libertà.