(UNWEB) Perugia. Mancano pochi giorni all’incontro promosso dalla Conferenza episcopale italiana dal titolo: “Mediterraneo, frontiera di pace”, in programma a Bari dal 19 al 23 febbraio, che si concluderà con la celebrazione eucaristica presieduta da papa Francesco, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Quest’incontro di riflessione e spiritualità, che vedrà riuniti sessanta vescovi dei Paesi dell’area del Mediterraneo, è stata una intuizione del cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, pensata non come «un convegno scientifico-culturale – precisa lo stesso Bassetti –, e non è neanche una conferenza in cui si sperimentano nuove forme di dialogo interreligioso. Si tratta, invece, di qualcosa di diverso e speciale, per molti aspetti unico, che rimanda soprattutto al nostro modo più autentico di vivere e di essere Chiesa che dà voce alle difficoltà e alle attese dei popoli che si affacciano sul Mediterraneo».
Del “Mediterraneo, frontiera di pace” ne parlano anche i media umbri, come il settimanale cattolico «La Voce», che ospita nel numero in edicola questo fine settimana un interessante articolo a firma di Andrea Possieri, membro del Comitato scientifico organizzatore dell’Incontro e ricercatore di Storia contemporanea all’Università degli Studi di Perugia, dal titolo: “E’ più del ‘mare nostrum’. E’ il nostro mondo”, consultabile anche sulla pagina web: https://www.lavoce.it/mare-nostrum-nostro-mondo/.
Anche l’emittente «Umbria Radio In Blu», con i suoi inviati a Bari, seguirà quest’evento ecclesiale dedicato al Mediterraneo, «un crocevia antichissimo», scriveva lo storico francese Fernand Braudel, in cui da «millenni tutto confluisce, complicandone e arricchendone la storia». Si tratta, sottolinea su «La Voce» Possieri, di «un crocevia di umanità talmente complesso che non si può sintetizzare solamente con l’espressione mare nostrum, ma occorre far riferimento, come sottolineava Braudel, all’esistenza di un “mondo mediterraneo”... Mai come oggi, per merito soprattutto della Chiesa italiana, che ha promosso l’incontro di riflessione e di spiritualità di Bari, questo “mondo mediterraneo” sembra aver riacquistato quella centralità perduta dopo decenni di marginalità».
Secondo il ricercatore dell’Ateneo perugino l’incontro di Bari è «un evento di portata storica eccezionale», che «già nelle sue premesse ha raggiunto un obiettivo storico: riunire e raccogliere i vescovi cattolici che si affacciano sul Mediterraneo e che provengono da tre diversi continenti, Africa, Europa e Asia..., che merita di essere seguito con attenzione e fiducia». Un evento, sostiene in sintesi Possieri, che «proietta la Chiesa italiana, grazie all’intuizione del suo presidente, il cardinale Bassetti, al di fuori del territorio nazionale». Una Chiesa «concretamente in “uscita”» e che «sviluppa un “metodo sinodale”».
«Nessuno può prevedere come si svilupperà il dibattito tra vescovi – conclude il ricercatore perugino –. Senza dubbio la cornice simbolica dell’incontro sarà quella della conoscenza e del dialogo. Una cornice che permetterà di riscoprire finalmente l’appartenenza a un unico “mondo mediterraneo”». Un mondo del quale è protagonista anche la Chiesa e la comunità civile perugina ed umbra.
Tra i vescovi italiani ospiti delle due giornate conclusive del ““Mediterraneo, frontiera di pace” ci saranno anche alcuni presuli umbri. L’arcivescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo, presidente della Conferenza episcopale umbra, rappresenterà le Chiese della terra di Benedetto da Norcia e di Francesco d’Assisi. A queste due grandi figure di santità molto si ispira lo stesso “mondo mediterraneo”.