(UNWEB) Orvieto. Con Umbria Jazz Winter in programma dal 28 dicembre al primo gennaio si rinnova la magia della buona musica nell’acropoli di una delle più belle città dell’Umbria. Il tratto distintivo del Festival resta l’equilibrio tra cultura e turismo, fondamentali tasselli del mosaico che descrive l’elevata qualità della vita che la città della Rupe e il suo territorio possono offrire a visitatori e residenti.
Umbria Jazz Winter si conferma evento di punta della stagione turistica invernale a livello nazionale, sia per la sua storia (il prossimo anno si festeggia il trentesimo anniversario) sia per la formula che poggia sul cartellone intrigante non meno che sul fascino e sull’accoglienza (inclusa la buona cucina e il vino di nobili tradizioni) di una città d’arte come Orvieto.
Per l’edizione di quest’anno il filo rosso del cartellone è all’insegna della grande qualità musicale. In un certo senso, Umbria Jazz Winter #29 può essere considerata come un ritorno alla identità del Festival delle prime edizioni, con proposte originali e rivolte ad un pubblico che vuole esplorare aspetti meno frequentati del jazz ma non per questo meno attrattivi.
Come sempre, la formula prevede concerti dalla tarda mattinata a notte fonda nel cuore del centro storico di Orvieto. Il fatto che quasi tutti gli artisti siano residenti dà al pubblico la possibilità di scegliere ogni giorno il proprio itinerario.
I concerti hanno per sede due edifici strategici nel patrimonio architettonico della città: il Palazzo del Capitano del Popolo, con la Sala dei 400, e il Teatro Mancinelli. Location d’eccezione è in realtà anche il centro storico di Orvieto, ideale teatro dei Funk Off e dei loro festosi cortei.
Nel programma di Umbria Jazz Winter resta centrale, da sempre con l’eccezione dell’anno scorso, un evento strettamente legato al particolare momento dell’anno.
È il concerto gospel nel Duomo il pomeriggio di Capodanno, Giornata Mondiale della Pace. Dopo la Messa uno dei più celebrati cori degli Stati Uniti canterà brani del repertorio religioso afroamericano. Il gospel è di per sé un messaggio di pace e fratellanza, e rappresenta la profonda religiosità delle comunità cristiane degli Stati Uniti.
Eventi speciali sono previsti per dare l’addio (senza alcun rimpianto) al 2022 e festeggiare l’arrivo del 2023 con la speranza che sia un anno migliore. Niente di meglio, per questo, che il calore della musica e dello stare insieme.
UJ4KIDS
Dopo il successo nella edizione 2019 di UJ Winter, e due anni di sospensione forzata causa pandemia, UJ4KIDS torna a Orvieto.
Il 29, 30 e 31 dicembre (dalle 10 alle 11.30 circa) la Sala del Carmine ospiterà iniziative che sono il risultato di attività laboratoriali svolte dalla Scuola Comunale di Musica “Adriano Casasole" con il coinvolgimento delle locali scuole primarie. La mattina del 29 in particolare vedrà anche un simbolico cambio della guardia tra una giovanissima marching band, nata su iniziativa della scuola, e i Funk Off, incontro che avverrà nei pressi di Piazza della Repubblica.
Tutto insomma è stato fatto per allestire una bella edizione che fa da ideale prologo sia al cinquantesimo anniversario di quella estiva che al trentesimo di quella invernale, entrambe in programma nel 2023.
Radio Monte Carlo è la radio ufficiale del festival.
I MUSICISTI DI UMBRIA JAZZ WINTER # 29
Artisti famosi e giovani emergenti, tradizioni, mainstream moderno e jazz più di ricerca, musica per puristi e generi per tutti: Umbria Jazz Winter è una manifestazione inclusiva, in cui il pubblico di ogni tendenza può trovare il suo concerto.
Questa edizione si caratterizza per il grande spazio dato alla canzone e alle voci. Torna a Umbria Jazz Vinicio Capossela, songwriter tra i più originali degli ultimi decenni, che propone una retrospettiva della sua straordinaria carriera.
Le canzoni di Burt Bacharach trovano in Dianne Reeves e nei nuovi arrangiamenti di Ethan Iverson un contesto ideale. È questo il più recente progetto che coinvolge la Umbria Jazz Orchestra. Lo stesso Iverson, con Peter Washington e Dan Weiss (in pratica, la sezione ritmica dell’omaggio a Bacharach) si esibirà anche in trio. Un appuntamento che gli amanti del jazz più esigenti devono assolutamente segnarsi.
Torna un beniamino del pubblico di Umbria Jazz, Allan Harris, con una nuova storia da raccontare attraverso le sue canzoni. “Kate's Soulfood” è uno spaccato della America che ruotava attorno a una popolare tavola calda di “home cooking” ad Harlem, gestita dalla zia Kate.
Un duo sulla scena e una coppia nella vita: sono Rebecca Martin, songwriter originale e cantante dalla voce espressiva, e Larry Grenadier, contrabbassista del trio di Brad Mehldau ma non solo.
Un capitolo particolare della vocalità è il coro guidato da Vincent Bohanan, The Sound of Victory, fondato nel 2014 selezionando una cinquantina di giovani cantanti dell’area metropolitana di New York. Una importante opportunità professionale ma soprattutto una testimonianza di fede.
Umbria Jazz non ha dimenticato Charles Mingus, uno dei geni del jazz, che fu grande protagonista delle prime edizioni del Festival. Il centenario della nascita di Mingus sarà celebrato con un sestetto composto da musicisti americani della Mingus Big Band e dagli italiani Roberto Rossi e Piero Odorici.
Nuovo il progetto “Legacy” di Javier Girotto, che ha ripreso sue partiture di qualche anno fa ma mai suonate. Lo fa ora con un quintetto di tre fiati (tra i quali i suoi sassofoni) più basso e batteria.
Umbria Jazz Winter comincia con il jazz di domani. Il primo concerto del Festival - a ingresso gratuito - è dedicato ai giovani emergenti: sono i vincitori del Conad Jazz Contest (Five Angry Men) che si svolge ogni anno durante l’edizione estiva, e la band costituta dai migliori studenti dei corsi e vincitori dei Berklee Umbria Jazz Awards.
In questo contesto può collocarsi la Orchestra Nazionale Jazz Giovani Talenti, diretta da Paolo Damiani, un progetto nato con lo scopo di valorizzare alcuni dei migliori nuovi professionisti della scena jazzistica italiana. Sono giovani ma già affermati perché vincitori del Top Jazz di Musica Jazz.
Una pianista da seguire con attenzione è Kris Davis, una delle personalità più interessanti tra quelle emerse sulla scena del jazz negli anni duemila. Oggi la Davis, canadese da una ventina d’anni di base a New York, è molto stimata soprattutto nei circuiti del jazz e della musica più innovativa.
Per naturalezza, creatività, energia, Romero Lubambo è in una classe a se stante. È l’opinione del magazine Jazziz, ma è solo una delle molte testimonianze di stima che vengono tributate al chitarrista brasiliano dal mondo della musica. Lubambo a Orvieto fa parte del progetto sulle canzoni di Bart Bacharach, vista la lunga partnership artistica con Dianne Reeves, ma si può ascoltare anche in una solo performance.
Jon Cleary, inglese cresciuto nella campagna del Kent, oggi è uno degli interpreti più stimati della musica di New Orleans, città in cui vive da decenni. Jon affronta con estrema versatilità (ha vinto anche un Grammy Award) i generi che definiscono l’identità musicale di New Orleans, da quelli tradizionali a quelli più moderni: jazz, blues, rag, piano stride, gospel, funk, soul.
Ecco una band, i Funk Off, che riesce sempre a coniugare spettacolo e buona musica, tanto da diventare una specie di cartolina musicale di Umbria Jazz. Nelle edizioni estive e invernali del Festival i Funk Off sono stati i musicisti più presenti in assoluto.
Oltre alle consuete street parade, i Funk Off danno appuntamento alla mezzanotte di Capodanno davanti al sagrato del Duomo per salutare con il pubblico l’arrivo del 2023.
Biglietti disponibili online su www.umbriajazz.com