2023 03 23 Un momento dello spettacolo(UNWEB)  Calvi dell’Umbria. “Lettera a mia madre” è il titolo del nuovo spettacolo di Amedeo Fago che sarà presentato, in prima assoluta, al Teatro degli occhi di Calvi dell’Umbria, venerdì 14 aprile 2023 alle 20,30, e verrà replicato sabato 15 alle 20,30 e domenica 16 alle 17,30. Lo spettacolo è stato realizzato grazie al contributo della Fondazione CARIT.

Scrive l’autore: “... Mia madre aveva una bellissima voce da soprano che fu riconosciuta e apprezzata, durante una sua permanenza a Roma, all’età di 16 anni, da un’importante maestra di canto. L’aveva casualmente sentita cantare; la spronò a coltivare questo suo talento e si disse disposta a darle lezioni, anche gratuitamente. I pregiudizi dell’epoca nei confronti del mondo del teatro indussero suo padre a negarle il permesso di trasferirsi a Roma per studiare canto, facendo così prevalere il suo destino femminile di essere sposa e madre. Sicuramente questo episodio ha segnato la vita di mia madre, lasciandole però intatta la sua grande passione per la musica e per il teatro che ha trasmesso potentemente a me e a mio fratello, tanto che, entrambi, abbiamo seguito una carriera artistica. “
Lo spettacolo rientra nel progetto “drammaturgia del presente” che è il filo conduttore che caratterizza la programmazione del Teatro degli occhi, curata dall’Associazione Laura e Morando Morandini di cui lo stesso Fago è direttore artistico. Nell'idea di Marcel Proust, la realtà si forma soltanto nella memoria, perché “la memoria è l'unico strumento in grado di cogliere le trasformazioni che il tempo causa alle cose e alle persone; conservare la memoria, quindi, significa conservare l'identità”. Prendendo spunto da questo pensiero “proustiano” lo spettacolo “Lettera a mia madre” ripercorre le vicende personali di una donna nata all’inizio del secolo scorso intrecciandole con le vicende storiche di quello che è stato definito “il secolo breve”, il ‘900. Da sempre la drammaturgia è stata la forma espressiva attraverso cui sono state rappresentate e tramandate memorie e identità personali e collettive. Il teatro, d’altro canto, è l’unica forma espressiva in cui la vita stessa viene rappresentata e proposta al pubblico, mentre la si vive. Queste riflessioni sono state al centro della ricerca drammaturgica di Amedeo Fago, iniziata nel 1978 con “Auto-Ritratt-Azione” proseguita con “Risotto”, “Segreteria telefonica”, “Io, patria, famiglia”, “Polaroid” e poi ripresa nel 2015 con “I parenti delle salme” rappresentato in Francia con il titolo “Pouilles” e poi in Italia con il titolo “Puglie, le ceneri di Taranto”. Altro elemento che caratterizza il lavoro di Amedeo Fago è l’ibridazione del linguaggio teatrale con il linguaggio cinematografico, amplificato, negli ultimi decenni, dalle tecnologie digitali. Sicuramente con lo spettacolo “lettera a mia madre”, questo particolare aspetto di ricerca drammaturgica raggiunge un alto livello di valore formale.

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