Riceviamo e pubblichiamo
Lettera
Quello che stiamo vivendo è innegabilmente un periodo storico molto complicato che ci pone quotidianamente di fronte nuove sfide e problemi da affrontare. E’ ormai trascorso un anno dall’inizio di questa pandemia che ha mietuto e continua tutt’ora a mietere molteplici vittime non solo a causa della malattia stessa ma anche dei problemi economici che questa ha causato. Non abbiamo però forse trascurato un po’ troppo la Scuola e le nuove generazioni, dimenticandoci che esse sono il fondamento per il futuro dell’Italia? Oggi parlare di ciò è sicuramente complicato, labile è il confine tra polemica e lucida riflessione, ma diventa necessario quando ci si accorge che tutto questo mondo è stato forse ingiustamente penalizzato. La mancanza di progettualità, le promesse disattese e un rientro in classe sempre più lontano spengono la nostra vitalità e la nostra speranza che prima o poi tutto possa ritornare alla normalità, che la Scuola possa tornare a essere quel luogo di socialità che è sempre stata e che possiamo tornare nuovamente a varcare i cancelli della Scuola, di cui abbiamo compreso l’importanza solo nel momento in cui ci è stata quasi del tutto tolta. Sogniamo questo ritorno in classe ormai da mesi, ma per una motivazione o per l’altra ci ritroviamo ancora bloccati davanti agli schermi dei nostri computer, delusi e certamente poco motivati. Questo non significa che la DaD sia stata completamente inutile, anzi: probabilmente è stata l’unico mezzo che ci ha garantito un’istruzione anche in questo momento così complesso; ma sicuramente non può essere la soluzione definitiva. Perché la Scuola non è solo un mero scambio di informazioni ma molto di più: la Scuola è Socialità. Le risate con i compagni, le chiacchierate scambiate con amici e insegnanti, la spontaneità delle relazioni, tutte piccole cose che possono sembrare insignificanti ma che nel loro piccolo rendevano la Scuola grande...e allora il rientro previsto per il 25 Gennaio era per noi ancora più importante. Ma di nuovo le nostre speranze sono state deluse. Indubbiamente poco chiare le motivazioni di tale chiusura nell’ottica in cui la scuola dovrebbe essere una priorità e non una seconda scelta. Siamo consapevoli delle difficolta che incorrono nell’organizzare e progettare il rientro a scuola di migliaia di persone; e sappiamo anche che non c’è un unico responsabile, ma di certo il tempo per organizzarsi e trovare una soluzione c’è stato.
Che questo tempo non sia stato usato adeguatamente? Questo non lo sappiamo, ma sicuramente la situazione in cui ci troviamo annulla ogni prospettiva. La sensazione è quella che noi, nuove generazioni siamo state ultimamente trascurate e che si siano perse di vista la nostra importanza e le nostre necessità. Non chiediamo di essere messi al primo posto in assoluto, consapevoli che ci sono anche altri grandi problemi, ma chiediamo di essere comunque una priorità ricordando che come diceva Maria Montessori, “Un paese che non ha a cuore la Scuola e l’istruzione dei suoi giovani è un paese senza futuro”.
Chiara Baldelli
Paolo Nardi
Studenti di un liceo perugino
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Foto di Wokandapix da Pixabay