Gentile Direttore, siamo la moglie e i genitori di un paziente di Perugia di giovane età, invalido civile cerebroleso con grave disabilità, impossibilitato a muoversi autonomamente in quanto allettato. Vorremmo segnalare il nostro gravissimo disagio ogni volta, e capita spesso, che dobbiamo portarlo in ospedale per visite, terapie e ricoveri, trattandosi di un paziente trasportabile solo con ambulanza. Ormai da mesi, infatti, la Usl n.1, tramite l’apposito ufficio trasporti, pretende almeno un mese di anticipo per la prenotazione dell’ambulanza. Poiché spesso si verifica che le visite ci vengono fissate dalle strutture ospedaliere con termini più brevi di un mese, a volte anche a distanza di pochi giorni, ci sentiamo rispondere dalla Asl 1 che, per il giorno previsto, non vi sono ambulanze disponibili. Da qui comincia per noi un calvario, perché ci troviamo come un vaso di coccio tra vasi di ferro. Alle nostre richieste accorate, viene opposta una risposta semplice e dura: se non prenotate almeno un mese prima, non siamo in grado di garantirvi l’ambulanza. In pratica, arrangiatevi. Già la nostra famiglia è provata dalla situazione di salute e di disagio che ci ha colpito, adesso dovrebbe anche occuparsi e preoccuparsi di organizzare il trasporto con l’ambulanza! Cosa che, per inciso, anche volessimo, non potremmo fare perché non disponiamo di ambulanze. Il problema si pone, oltre che per andare, anche per il ritorno dalle strutture ospedaliere. Tempo fa, al termine di un ricovero all’ospedale di Perugia, abbiamo dovuto aspettare fino alle 21.30 della sera per poter riportare a casa il nostro congiunto, e dire che abitiamo a 9 chilometri dal Santa Maria della Misericordia. Segnaliamo il problema perché sicuramente non è solo nostro e ci chiediamo di chi siano le responsabilità di una sanità ridotta al punto di aggiungere dolore al dolore e disagio al disagio di una famiglia già provata dalla situazione in cui si è trovata.
Certi della Sua attenzione, inviamo cordiali saluti.
Lettera firmata
Foto di repertorio