audizione aeroporto s.francesco assisi(UNWEB) Perugia. Si è svolta stamani a Palazzo Cesaroni l’audizione convocata da Prima e Seconda Commissione consiliare per fare il punto su “valorizzazione e potenziamento dell’aeroporto regionale S.Francesco di Assisi”.

Durante l’incontro con Ernesto Cesaretti e Piervittorio Farabbi, presidente e direttore della Sase, società di gestione dello scalo, sono state illustrate le strategie di crescita dell'aerostazione, incentrate su: attivazione di nuove rotte e accordo per un velivolo con base a Perugia; piano di investimenti infrastrutturali, con la diminuzione dei consumi elettrici grazie a luci led, ampliamento dell'area passeggeri e spostamento degli spazi commerciali all'interno dell'area di imbarco. Prioritaria sarà la stabilità nell'afflusso dei finanziamenti da parte dei soci mentre i vertici di Sase puntano a raggiungere il sostanziale pareggio economico anche prima del 2018. I dati aggiornati e i piani di investimento della Sase per il 'San Francesco' verranno dettagliatamente presentati il prossimo 22 febbraio, quando verrà approvato il bilancio 2017.

L'INTRODUZIONE DEL PRESIDENTE SMACCHI. In apertura di seduta il presidente della Prima commissione, Andrea Smacchi, ha ricordato che l’argomento è stato sollecitato dalla presentazione di una proposta di risoluzione del gruppo consiliare della Lega nord (Valerio Mancini e Emanuele Fiorini) e che un'altra audizione, con la presidente della Giunta, Catiuscia Marini, è già stata messa in programma e verterà sul futuro dell'aeroporto e del sistema infrastrutturale, con particolare riguardo al post sisma. Smacchi ha poi introdotto i vertici della Sase ricordando che “dopo una serie di annate confortanti con aumento dei passeggeri nel 2016 c’è stato uno stop, anche se nel secondo semestre si è registrato un nuovo miglioramento. Gran parte dei passeggeri vengono dall’estero e le loro scelte sembrano non aver risentito degli effetti del sisma. Degli 850mila euro che Camera di Commercio, Fondazione e Regione si erano impegnati a versare, solo la quota della Regione è stata versata. Questo potrebbe pregiudicare la presenza di alcune compagnie. Un anno fa ci era stato detto che il riconoscimento di scalo di interesse nazionale sarebbe stato il presupposto per far spiccare il volo allo scalo. Il debito accumulato in questi anni si è ridotto e la crisi dello scalo di Falconara potrebbe portare nuovi passeggeri al 'San Francesco'”.

L'INFORMATIVA DI CESARETTI E FARABBI. Ernesto Cesaretti: “Il debito di Sase, a fine 2016, risulta essersi ridotto del cinquanta percento, un dato positivo dunque. I soci principali sono Camera di Commercio di Perugia, Sviluppumbria, Comune di Perugia, Confindustria Umbria, Comuni di Assisi e Ance Umbria. Regione Umbria, Fondazione e Camera di Commercio hanno preso l'impegno di versare complessivamente 3 milioni all'anno per 3 anni. Se ciò avverrà potranno essere intraprese importanti iniziative di potenziamento dello scalo regionale, contando anche sul momento di difficoltà economiche e strutturali che stanno vivendo altri piccoli aeroporti del centro Italia, come Viterbo, Ciampino, Ancona e Rimini. Se avessimo avuto collegamenti rapidi con Roma avremmo molto probabilmente beneficiato di questa situazione in termini di incremento dei transiti.

I dati aggiornati e i piani di investimento della Sase per il 'San Francesco' verranno presentati il prossimo 22 febbraio, quando verrà approvato il bilancio 2017. La crescita dell’aeroporto richiede una certa stabilità dal punto di vista finanziario ed un velivolo con base a Perugia, condizione che potrebbe crearsi grazie all'accordo che stiamo costruendo con una compagnia aerea. Ciò consentirebbe di avere collegamenti utili per il turismo religioso, verso Milano, la Calabria, il Nord Africa e la Russia. A questo proposito, a fine marzo arriverà in Umbria una delegazione di 30 grandi tour operator russi, per verificare la possibilità di attivare un collegamento aereo che porterebbe un flusso turistico stimabile in 70mila arrivi. Con questi interventi potremmo incrementare il numero dei passeggeri di circa 200mila unità, puntando ad arrivare a circa 500mila passeggeri. Ciò non porterà probabilmente al pareggio di bilancio, possibile solo con i servizi commerciali dello scalo (ristorazione, negozi, noleggio auto). L’ingresso dei privati nella Sase oggi è difficile visto che i bilanci al momento non sono in positivo. Se questa condizione si realizzerà nel 2017 allora la situazione cambierà, magari creando una filiera di aeroporti regionali su cui attirare investitori. Sarebbe molto utile avere un volo giornaliero tra Perugia e Milano Linate, che permetterebbe una apertura verso un hub internazionale. L’aereo di base a Perugia potrebbe garantire anche quel collegamento”.

Piervittorio Farabbi: “Mentre gli aeroporti di Siena, Forlì, Rimini, Crotone, Ancona e Reggio Calabria sono praticamente falliti, lo scalo regionale umbro potrebbe raggiungere il sostanziale pareggio economico anche prima del 2018, data limite prevista da Enac. Tre saranno gli elementi prioritari per raggiungere questo obiettivo e crescere ulteriormente: attivazione di nuove rotte; piano di investimenti infrastrutturali (diminuzione dei consumi con luci led, ampliamento area passeggeri, spostamento degli spazi commerciali all'interno dell'area di imbarco). Sul personale impiegato in aeroporto, abbiamo fatto un ottimo uso di 'Garanzia giovani', senza usare i voucher, offrendo invece il tirocinio-lavoro a personale che poi abbiamo inserito negli organici con contratti interinali. Sase viene considerata una partecipata pubblica, questo pone dei vincoli sulla selezione e sull’assunzione del personale che formiamo. Il miglioramento dei conti non è legato a tagli dei costi, che sono già stati contenuti: l’aeroporto deve essere aperto sempre, anche se non ci sono voli, in quanto struttura pubblica. I costi fissi dunque non sono comprimibili.

Per effetto del taglio dei voli di Alitalia e RyanAir abbiamo perso il 19 percento dei passeggeri, ma attivando nuovi collegamenti abbiamo compensato i tagli, creando anche potenzialità turistiche da e verso Catania. Nel 2016 il volo verso Londra ha fatto registrare 3mila passeggeri in più del 2015: si tratta di passeggeri che vanno verso la zona del Lago Trasimeno e che quindi non sono stati influenzati dal sisma. Il volo su Tirana è cresciuto in modo sostanzioso, con passeggeri anche da fuori regione. La crescita dell’impegno di RyanAir sullo scalo regionale andrò contrattata quando avremo saldato tutti i conti con loro”.

GLI INTERVENTI DEI CONSIGLIERI. Valerio MANCINI (Lega): “La risoluzione della Lega è stata depositata da un anno, la maggioranza non ha capito l’urgenza di affrontare questo argomento. Gli studi dicono che un aeroporto può modificare il Pil regionale anche di 4 punti percentuali. Le perdite accumulate da un aeroporto possono essere sopportate se esso porta un gran numero di passeggeri e quindi benefici alla regione Umbria. Perché questo avvenga servono risorse certe e un piano industriale credibile per attirare l’incoming. Nel 2016 i passeggeri in Italia sono aumentati di 11milioni mentre l’Umbria li perde. E li perde perché c’era un disegno politico per frenare le potenzialità del nostro scalo a beneficio di quello di Firenze e di altri, che potrebbero recuperare i passeggeri persi da Perugia. Sarebbe necessario informare bene gli umbri sulle potenzialità e sui servizi dell’aeroporto”. Claudio RICCI (Rp): “La Regione ha investito circa 60milioni di euro per le infrastrutture dell’aeroporto, una cifra eccezionale per un piccolo scalo. La diminuzione dei debiti sembra procedere in modo molto positivo e il pareggio di bilancio potrebbe essere raggiunto abbastanza presto. Per arrivare a questo sarebbe necessario dare stabilità ai collegamenti sia annuali che stagionali. Positiva l’azione verso Milano e verso la Russia. Il mercato spagnolo andrebbe esplorato in modo approfondito. Sarebbe positivo attivare un volo con Mostar per i molti pellegrini che vanno a Medjugore. Se si riesce ad avere un aereo con base a Perugia si determina un elemento attrattivo importante, questo però richiede risorse stabili. In un quadro di risorse limitate bisogna decidere su quali infrastrutture puntare e un aeroporto è determinante per lo sviluppo anche turistico dell’Umbria”. Giacomo LEONELLI (Pd): “Dovendo affrontare il tema del danno indiretto del sisma è importante avere a disposizione i dati sugli arrivi dall’estero, che pare non siano calati. La strategia che punta alla riduzione delle perdite finanziarie per essere appetibili sul mercato sembra condivisibile, così come l’implemento dei collegamenti. Il fatto che l’aeroporto di Ancona, inserito in un contesto ben diverso dal nostro, sia in difficoltà così forti deve farci vedere in una luce diversa la situazione dello scalo di S.Egidio. L’attivazione di canali turistici con la Russia ci chiamerà ad una riflessione circa la qualità dell’offerta delle strutture ricettive, che dovrà necessariamente essere innalzata. Il problema del collegamento con il nord Italia andrà affrontato sia attraverso una fermata dell’alta velocità in bassa Toscana oppure con un collegamento aereo con Linate”. Andrea LIBERATI (M5S): “In Umbria manca una politica turistica e culturale integrata. Roma Fiumicino ha bisogno di nuovi spazi, che non trova a Viterbo e Latina e noi non siamo in grado di offrirne, dato che manca un collegamento rapido con la Capitale. La nostra regione è isolata e non possiamo riferirci agli aeroporti che falliscono quanto piuttosto a quelli che funzionano. Manca una politica regionale che determini delle scelte: perché un collegamento con Milano Linate e non con il Portogallo o con la Spagna? Servirebbero collegamenti con il Sud America mentre quelli con la Russia vengono preferiti a quelli con la Cina, senza un motivo chiaro. Necessaria una interlocuzione politica”


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