(UNWEB) Milano. La Valnerina è un luogo per vivere un’esperienza unica ricca di passato, ma sempre contemporanea e alla ricerca di futuro e di conoscenza. Un luogo che, dopo il terremoto, vuole scrivere un’altra pagina della sua storia attraverso una ricostruzione che, pur salvaguardando il passato, sia proiettata verso il futuro: si può riassumere così il senso delle attività organizzate dalla Regione Umbria nello spazio di Interni Material/Immaterial alla Milano Design Week che ospita un corner dedicato al Museo della canapa di Sant’Anatolia di Narco, scelto come prototipo in mostra del saper fare dell’Umbria.

E non solo: nell’auletta di rappresentanza del Senato accademico dell’Università degli Studi di Milano, la Regione alla presenza dei sindaci della Valnerina, ha voluto avviare con grandi esperti una riflessione attenta sui criteri da adottare per una ricostruzione che va oltre la necessità di ricreare solo ciò che il terremoto ha distrutto.
Di tutto questo si è parlato nel corso del convegno “La ricostruzione in Umbria: tecnologie e architettura per la qualità dei nuovi edifici”, organizzato nell’ambito della manifestazione milanese in linea con l’azione di “branding” territoriale intrapresa da anni dalla Regione Umbria per valorizzare e sostenere i propri “asset” produttivi ora, in particolare in alcuni territori, in difficoltà in seguito all’emergenza sisma. In sintesi lo scopo dell’incontro, oltre ad una riflessione/confronto sui temi della ricostruzione, era quello di ragionare per progettare un nuovo futuro per la Valnerina e per l’Umbria a partire dall’importanza dell’architettura e della tecnologia di avanguardia per la costruzione dei nuovi edifici. All’incontro sono intervenuti Vasco Errani, Commissario straordinario del Governo per la ricostruzione nei territori colpiti dal terremoto del centro Italia, Catiuscia Marini, Presidente Regione Umbria, Stefano Boeri, Architetto e fondatore dello Studio Stefano Boeri Architetti, Francesco Cellini, Architetto, e Paolo Belardi, Direttore dell’Accademia delle Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia, il direttore regionale Diego Zurli. Il dibattito è stato introdotto dal dottor Paolo Verducci, del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Perugia.
“In seguito agli eventi sismici di agosto e ottobre - ha detto la presidente Marini - insieme ai sindaci dei territori colpiti abbiamo ritenuto che fosse necessario lavorare da una parte per contenere l’emergenza, e dall’altra per garantire continuità alla vita della comunità attraverso il ripristino degli edifici scolastici e per le attività produttive, molte delle quali appartengono al settore agroalimentare che rappresenta un tratto distintivo e di grande attrazione anche turistica del territorio”.
“Superata questa fase - ha sottolineato la presidente- il passo successivo è coniugare il tema della continuità con quello specifico della ricostruzione che dovrà essere fortemente partecipata, in sicurezza e legalità, che dovrà recuperare il passato, ma programmare il futuro anche superando quelle criticità che, da sempre, hanno caratterizzato questi territori, penso ad esempio alle carenze infrastrutturali. Tutto ciò - ha concluso - sarà possibile solo attraverso una valutazione attenta nel medio- lungo periodo, anche sulle modificazioni che il sisma ha prodotto sul territorio”.
Sulla complessità della ricostruzione si è soffermato il commissario Errani: “Ci troviamo ad affrontare qualcosa di molto complesso e inedito - ha spiegato - Il nostro Paese ha vissuto un terremoto che per modalità e dimensione ha evidenziato molte fragilità ed in alcuni casi anche arretratezze, prima tra tutte quella infrastrutturale che si lega ad un altro fenomeno complesso, quello dello spopolamento che caratterizza questi luoghi da prima del 24 agosto”.
Per una buona ricostruzione non si può semplificare, “ma dobbiamo metterci in discussione - ha evidenziato Errani- mantenendo l’identità e la solidarietà della comunità ponendoci anche l’obiettivo di ricostruire edifici sicurezza con regole certe. Un tema questo della sicurezza - ha rimarcato - su cui il Governo ha fatto scelte importanti”.
Concludendo, Errani ha evidenziato la necessità di impostare “un nuovo modello di sviluppo che produca anche lavoro” superando carenze come quelle delle infrastrutture anche immateriali. “Tutto ciò sarà possibile attraverso un patto con la comunità per la governance e la legalità”.
Per l’architetto Boeri “nel corso della ricostruzione l’atteggiamento dovrà essere attento, ma non rinunciatario”.
“Si dovrà essere disposti ad assumersi dei rischi – ha proseguito Boeri - con la consapevolezza che un territorio può anche essere riscoperto grazie ad una ricostruzione che segue regole chiare declinate per le diverse situazioni e che ha come valore fondati quello della sicurezza che, a volte, richiede il coraggio di abbandonare l’idea che bisogna ricostruire dov’era e com’era ciò che è andato distrutto”.
Alla Milano Design Week l’Umbria è presente fino a domenica 9 aprile grazie all’iniziativa nata in collaborazione con la Fondazione Politecnico e Polifactory di Milano, con il Museo della Canapa di Sant’Anatolia di Narco e Ghénos communication che ha esposto 7 prototipi di prodotti selezionati grazie ad una speciale “call for ideas” indetta da “Fabric-action” per sviluppare soluzioni innovative con l’uso della canapa tra design, tecnologie digitali e nuovi processi di fabbricazione e produzione di oggetti. Una tradizione, quella della canapa, che viene riscoperta e valorizzata grazie all’attività del Museo della Canapa di Sant’Anatolia di Narco, Ecomuseo della dorsale appenninica umbra e centro produttivo d’avanguardia nella coltura e tessitura del materiale.
Al termine dell’esposizione, come gesto di solidarietà, i progetti saranno donati dai designer al Museo della Canapa e presentati in altre occasioni di rilievo internazionale nel corso del 2017.

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