(UNWEB) Perugia. “Alle organizzazioni sindacali chiedo un contributo autorevole e positivo nella redazione del nuovo Piano sanitario regionale, per costruire insieme un modello innovativo di sanità umbra che possa dare risposte più efficaci ai bisogni di salute dei cittadini”: lo ha detto l’assessore regionale alla Salute, alla Coesione sociale e al Welfare, Luca Barberini, intervenendo stamani, a Perugia, a un incontro organizzato da Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria per illustrare le proposte del sindacato per il futuro della sanità umbra, in vista dell’imminente riforma del settore.
“Il nuovo Piano sanitario – ha evidenziato Barberini – non sarà uno strumento precostituito e calato dall’alto, ma costruito dal basso attraverso un’ampia partecipazione della comunità regionale e di tutte le categorie interessate. Il confronto e la collaborazione del sindacato sono fondamentali per contribuire all’analisi e alla realizzazione degli obiettivi. In questo quadro, in un contesto sociale e normativo completamente cambiato, è necessario introdurre veri elementi di innovazione per assicurare servizi e risposte davvero adeguate ai bisogni della comunità regionale, ponendo al centro la persona e le sue difficoltà, puntando su qualità, equità, universalità, accessibilità”.
Barberini ha quindi spiegato che “la riforma della sanità umbra parte da elementi positivi: siamo una delle 4 o 5 regioni italiane con conti in ordine e quindi possiamo guardare con serenità al futuro e a nuovi modelli; siamo regione benchmark, cosa non scontata per una realtà piccola come la nostra; abbiamo la quota più bassa di risorse destinate al privato. Tra le criticità da tenere presenti, ci sono invece il fatto che siamo tra le regioni che hanno risentito di più della crisi economica e tra le più vecchie d’Italia, con gli ultra 65enni che rappresentano oltre il 25 per cento della popolazione, con tutte le conseguenze che ne derivano”.
Alla luce di tutto ciò, l’assessore ha evidenziato che “tra gli obiettivi del nuovo Piano ci sono l’abbattimento delle liste di attesa, la realizzazione di una sanità di prossimità, il potenziamento della prevenzione, dei servizi territoriali e delle cure primarie, risposte più efficaci alla cronicità che oggi assorbe il 70 per cento delle risorse del Fondo sanitario nazionale, un maggiore sostegno alle persone più fragili, la riqualificazione della rete ospedaliera, servizi e riposte omogenei su tutto il territorio regionale, una stretta sinergia con quanto previsto dal Piano regionale per la prevenzione e dal Piano sociale regionale già approvati”.
L’assessore ha anche colto l’occasione per fare il punto della situazione su quanto realizzato finora, in vista della definizione del nuovo Piano sanitario: “in questi mesi – ha detto – non abbiamo perso tempo, abbiamo raccolto gli input del Dm 70 sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, che impone numeri ed esiti di un certo tipo per assicurare prestazioni di qualità; abbiamo riconvertito alcune strutture ospedaliere per dare maggiori risposte alle post acuzie; abbiamo recepito i nuovi Lea (Livelli essenziali di assistenza) e il piano nazionale della cronicità; abbiamo approvato il nuovo Piano sociale regionale che si integrerà con quello sanitario; stiamo definendo un accordo con i medici di medicina generale per l’attivazione, per la prima volta in Umbria, di Aft (Aggregazioni funzionali territoriali) che consentiranno di potenziare cure primarie e servizi territoriali”.