(ASI) Giovedì verrà discussa in Commissione parlamentare una interrogazione a prima firma dell’On. Galgano (Gruppo misto, Comm. Attività produttive e Politiche Ue) in cui si chiede al Governo sia a conoscenza del caso delle Industrie Metallurgiche e Isotta Fraschini di Spoleto (ex Pozzi) e cosa si intenda fare per accelerare la cessione delle aziende, anche in vista della prossima scadenza della cassa integrazione straordinaria.
Salvare i posti di lavoro! Questo l’appellativo che riguarda gli operai della ex Pozzi di Spoleto – IMS Isotta Fraschini. Incontri, riunioni, Mozioni mai discusse , per tre volte consecutive rimandante per mancanza del numero legale nell’aula dell’Assemblea Legisltativa Regionale umbra.
Ad oggi l’unica Azienda firmataria di un impegno non vincolante sottoscritto al MISE (Ministero Sviluppo Economico) sembra abbia alzato bandiera bianca. Presentare un offerta per acquisire la Ex Pozzi secondo esperti del settore significherebbe sborsare parecchi soldi , viste le condizioni delle strutture; capannone della ghisa (anno 1950) , mai sottoposto a manutenzione, al contrario di quello dell’alluminio in buone condizioni ma, l’onere più impegnativo sotto il profilo economico riguarderebbe le opere di bonifica del suolo.
Intanto qualche proposta e nuovi piani industriali, sembrano in essere con strategie competitive dell’azienda, obiettivi strategici . stima dei risultati attesi , visibilità per attirare risorse finanziarie, più di un investitore per decidere se impegnare i loro capitali.
Sul piano pratico, un’altra azienda sembrerebbe sia interessata al plesso industriale Ex Pozzi –IMS Isotta Fraschini, la riservatezza non ci consente di citarla ma, nei prossimi giorni si saprà qualcosa di più concreto.
Rosario Murro
Di seguito il testo completo dell’interrogazione.
GALGANO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
le Industrie Metallurgiche e Isotta Fraschini di Spoleto sono due aziende del polo metallurgico spoletino ex Pozzi, in amministrazione straordinaria dal 2014. Per i 70 operai del reparto alluminio la cassa integrazione speciale scadrà ad ottobre 2017, mentre per quelli del reparto della ghisa a marzo 2018;
il reparto della ghisa, contrariamente a quello dell’alluminio, aveva commesse di lavoro per oltre un anno al momento della chiusura conseguente all’arresto dell’ex proprietario Gianfranco Castiglioni cui è stata contestata una frode per 63 milioni di euro con reati che vanno dall’utilizzo nelle dichiarazioni fiscali di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti (con evasione di imposte per oltre 52 milioni di euro), all’omesso versamento di ritenute operate ai dipendenti (per oltre 5 milioni di euro), fino alla presentazione di dichiarazioni Iva infedeli per l’alterazione dei relativi registri (con imposta evasa di oltre 4,5 milioni di euro), all’illecita compensazione di imposte dovute con crediti fittizi (per oltre 2 milioni di euro), all’emissione di fatture false infragruppo, nonché all’occultamento dell’intero impianto contabile per gli anni precedenti al 2008;
a seguire, le aziende sono state messe in amministrazione straordinaria e sono stati nominati commissari Roberto Manfredi, Marco Sogaro ed Elena Bernardi;
dopo varie manifestazioni di interesse e gare d’asta andate deserte, ad ottobre 2016 si è tenuto presso il Ministero dello sviluppo economico un incontro volto ad analizzare lo stato delle procedure di amministrazione straordinaria della due società di Spoleto, presieduto dal dottor Giampiero Castano. Erano presenti i commissari straordinari Sogaro e Manfredi, il vicepresidente della regione Umbria Fabio Paparelli, Mauro Andrielli della stessa regione Umbria, la rappresentanza del comune di Spoleto, le organizzazioni sindacali nazionali, territoriali e le rappresentanze sindacali unitarie;
durante tale incontro i commissari hanno informato i presenti che per il sito di Spoleto, ovvero il «ramo» Isotta Fraschini di Spoleto e la Ims, era pervenuta la comunicazione di una società che aveva intenzione di proseguire la trattativa per l’acquisizione del sito, cui si sarebbe aggiunta, come affermato dalle istituzioni, la manifestazione di interesse di altri due imprenditori. Da qui, la possibilità di creare un’unica società per rilevare le aziende e presentare un piano industriale di rilancio;
tuttavia, ad oggi, nessuno di questi interessi si è concretizzato in una vera e propria acquisizione, tanto che a luglio 2017 gli operai hanno manifestato sotto la sede della regione dell’Umbria e sono stati ricevuti dalla presidente del consiglio regionale Donatella Porzi e dall’assessore Paparelli, con la rassicurazione che a settembre sarebbero stati riconvocati per essere aggiornati sullo stato della vertenza;
tale incontro non è stato ancora fissato, mentre i lavoratori continuano a lamentare l’impossibilità di confrontarsi con i tre commissari, soprattutto in un momento delicato come quello attuale che li vede prossimi alla scadenza degli ammortizzatori sociali, unica fonte di reddito per loro dal 2014;
allo stato attuale il capannone del reparto alluminio è stato totalmente dismesso, mentre in quello della ghisa, costruito negli anni ’50 e mai sottoposto a lavori di manutenzione, sono ancora presenti i forni per la fusione dei metalli e i macchinari per la rifinitura dei pezzi in ghisa;
il comprensorio di Spoleto vive un momento di profonda crisi dovuta alla chiusura di numerose aziende per cui la prosecuzione dell’attività della Ims e della Isotta Fraschini è un fattore chiave per non aggravare una situazione già critica –:
se il Governo sia a conoscenza del caso e cosa si intenda fare, per quanto di competenza, per accelerare la cessione delle aziende della ex Pozzi, anche in vista della prossima scadenza della cassa integrazione straordinaria.