(ASI) Tanto tuonò che alla fine piovve. E sotto l’albero di Natale gli Umbertidesi troveranno un commissario che porterà il comune alle prossime amministrative. La certezza del percorso si è avuta oggi con le dimissioni contestuali di sette consiglieri della maggioranza e due di Umbertide Cambia ai quali misteriosamente non si è unito Orazi. Dopo una lenta ma letale agonia è arrivata la sentenza: commissario. Un regalo natalizio di cui gli Umbertidesi avrebbero fatto volentieri a meno ma che offre molti punti di riflessione. Umbertide, a torto o a ragione, è sempre stata considerata come una fortezza della sinistra non solo per le percentuali di voti “bulgare” ma anche per il suo modello amministrativo. Un tempo non troppo lontano le soluzioni ai problemi si cercavano nelle sezioni ed erano molti a partecipare alla discussione. Oggi gli egoismi e i particolarismi di pochi giocano cinicamente sulla pelle dei Cittadini. “Io ti rompo il giocattolo e così non giochi più”, questa sembra essere la nuova filosofia del Pd. Un esempio eclatante lo abbiamo avuto a Roma con il disastro politico-amministrativo compiuto da Matteo Orfini ai danni del prof. Ignazio Marino che alla fine ha portato il Pd a perdere il Comune. Si potrebbero fare numerosi esempi. Ad Umbertide alla figuraccia della maggioranza va aggiunta quella di Giacomo Leonelli, il segretario regionale del Pd e Leonardo Miccioni segretario provinciale che, medici improvvisati e impreparati non sono riusciti neanche a prolungare l’agonia dei malati. Evidentemente la frattura tra i due gruppi invece di ridursi si è aggravata nel tempo anche per le differenze caratteriali di Locchi e Giulietti. L’onorevole infatti non ha mai disdegnato indossare la faccia tricolore di tanto in tanto, sia per esibire il suo potere sia per ribadire la primazia politica nell’umbertidese. Ora è evidente che Locchi non gradiva, stava solo sopportando. Poi l’implosione tutta all’interno del Pd.Come “Liberi e Uguali” ed Articolo 1 Mdp , è da tempo che denunciamo all’opinione pubblica umbertidese, e non solo, la deriva di un partito come il Pd tutto rivolto alla difesa e alla conquista di posizioni di potere. Il Pd con questa crisi ha dimostrato di non essere in grado di amministrare la Città perché non è più in grado di comprenderne i suoi processi sociali. In particolare il mondo del lavoro e il precariato con il quale il Pd non si è mai voluto confrontare seriamente timoroso di non avere niente da dire. Così come per quello che riguarda la “buona scuola” o gli esodati o la Fcu o i tagli alla sanità. Non si può votare il Jobs Act in Parlamento e portare solidarietà ai licenziati; non si può tacere per anni sulla Fcu e poi dichiararsi preoccupati per il suo futuro. Si potrebbe continuare a lungo con gli esempi. Oggi prendiamo atto che per la prima volta dal dopoguerra ad Umbertide succede una crisi come questa. Un duro colpo ad un Pd in fase regressiva, confuso politicamente a Roma come a Perugia o ad Umbertide che pensa solo alle carriere di improbabili e disinvolti dirigenti, apprendisti stregoni capaci di suscitare tempeste ma non in grado di governarle. Poco male se cadono addosso a loro, molto peggio se coinvolgono la Città e colpiscono i cittadini. Lo dichiara con una nota Articolo 1 Movimento Democratico Progressista Altotevere Umbro e Umbertide.