(UMWEB) Perugia. È un vero e proprio rammarico quello che esprime Il Popolo della Famiglia dell’Umbria per l'ennesimo Gay Pride, giunto all'edizione del 2018 con una manifestazione apparentemente di routine e folkloristica, sempre fuori controllo nello stile, oltre che densa di intenti politici tutt'altro che innocui.
"Riteniamo che i messaggi e le richieste esplicite al mondo della politica che gli organizzatori del Pride Parade vogliono far passare, anche grazie a facili patrocini (l'onorevole Spadafora ha addirittura parlato a nome del Governo, nel suo esplicito appoggio al giro di affari che esiste dietro questo mondo e solo un collega di coalizione, il Ministro Fontana, sembra voler smentire), nascondono intenzioni che sfidano la stessa idea di società che la nostra Costituzione contiene", ha dichiarato il Presidente del Popolo della Famiglia Umbria.
"Basterebbe vedere il taglio esibizionistico, a tratti anche volgare, della manifestazione per far prendere le distanze da tali interlocutori, ma noi vogliamo stanare i veri contenuti di questa , vogliamo vedere in profondità cosa si cela dietro questa ossessiva richiesta di nuovi diritti", ha continuato Claudio Iacono puntando il dito su quella che secondo lui è una macchina da guerra, un cavallo di Troia, con cui si vuole destrutturare la famiglia e la persona.
"Vogliono abituarci all'idea che un figlio può nascere da due mamme, che due padri possono comperare ovuli e seme, noleggiare l'utero di una gestante e coronare il sogno di una vita. No, a questa idea di un mondo al contrario, in cui tutto è possibile e si può comprare, il Popolo della Famiglia, e non solo lui, si oppone. Noi non esponiamo vessilli di propaganda fuori dalle finestre dei palazzi più belli delle nostre istituzioni, ma, come il Sindaco di Perugia, organizzeremo la resistenza del buon senso ad una prepotenza travestita da diritti civili", ha concluso Iacono ricordando anche il caso del piccolo Joan.
Il Popolo della Famiglia chiede, oltre alla ferma condanna della la volgarità di stile di una parte dei manifestanti, di vigilare sui veri fini di coloro che invocano diritti e conquiste di civiltà a prescindere dalla verità che esiste intorno alle persone. Il Cavallo di Troia è una macchina da guerra, non lo dice il PdF, lo dice anche Wikipedia.