Comportamenti sociali dannosi per la salute con il favoreggiamento di attività criminali
(UMWEB) Con la legalizzazione dei prodotti cosiddetti Cannabis light anche la città di Terni conferma l’interesse di una nuova classe imprenditoriale che ha deciso di perfezionare tutta la filiera del prodotto, compresa la produzione. E’ recente infatti la notizia che aziende agricole ternane assicureranno un prodotto di eccellenza al sistema di distribuzione che, ad oggi, nella nostra regione conta già numerosissimi punti vendita.
Il Popolo della Famiglia Umbria ha denunciato da mesi l’emergenza sociale derivante dall’uso di queste sostanze, ha pubblicato lettere di genitori preoccupati, richieste di ordinanze specifiche a Sindaci e Prefetti al fine di interrompere una attività che vuol fare businnes sulla salute dei cittadini, nonostante il Consiglio Superiore della Sanità, lo scorso 10 Aprile, ha espresso un netto parere contrario alla vendita della cannabis leggera.
«Se anche il CSS esprime in maniera inequivocabile la sua posizione, alla luce di plurime considerazioni di natura scientifica, circa la non opportunità di aprire la strada alla libera commercializzazione della cannabis light, tutti coloro che giudicano proibizionistica, delirante ed estremista la nostra opposizione, sostenendo che la concentrazione di THC è talmente bassa da non generare effetti psicotropi, dovrebbero leggere attentamente questo documento ufficiale, redatto da persone qualificate e professionisti del settore, in cui è scritto: “(...)la vendita di prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa, in cui viene indicata in etichetta la presenza di cannabis o cannabis light o cannabis leggera, in forza del parere sopra espresso circa la loro pericolosità, qualunque ne sia il contenuto percentuale di ∆9-THC, pone certamente motivo di preoccupazione”», ha dichiarato Marilina Piscolla, medico e già candidata alle amministrative con il Popolo della Famiglia.
«Gli aspetti che riteniamo pericolosi e devastanti per il tessuto sociale della nostra regione sono molteplici e tutti rilevanti per la tenuta sociale di qualsiasi comunità: oltre all’aspetto del declino valoriale con la graduale legalizzazione dell’uso di sostanze stupefacenti ritenute precedentemente inconciliabili con il bene della persona, si unisce ora il riconoscimento positivo del valore economico della produzione di stupefacenti», ha continuato Piscolla, precisando che «Le informazioni, diffuse soprattutto con la complicità dei mass media, sembrano voler veicolare l’idea che la cannabis light abbia principalmente un effetto rilassante, dal momento che la concentrazione di CBD è superiore a quella di THC, ma un prodotto sponsorizzato come latore di effetti benefici per la mente e il corpo può benissimo ingenerare assuefazione e dipendenza, pertanto, considerando che il parere del CSS, in merito all’insorgere di effetti psicotropi a breve e lungo termine derivanti da un consumo non monitorato, soprattutto in termini quantitativi, della cannabis light, ribadisce la pericolosità di tali prodotti, riteniamo che lo Stato (con le Prefetture) ed i Sindaci in particolare, debbano adottare serie precauzioni per la salute dei cittadini».
Il Popolo della Famiglia Umbria rinnova la richiesta di ordinanze specifiche che impediscano la vendita dei prodotti assimilabili a questo tipo di sostanze, segnalando l’effetto, tutt’altro che collaterale, innescato dalla libera commercializzazione della cannabis light e di impulso ad una latente attività criminale: la rete degli spacciatori si stringe sempre più intorno ai “Cannabis shop” con il chiaro intento di avvicinare possibili clienti e creare un ulteriore canale di vendita di sostanze stupefacenti. Auspichiamo azioni rapide ed immediate in una situazione molto critica che coinvolge sia la salute e sia la sicurezza generale delle nostre comunità.