DeVincenzo(UMWEB) Perugia. “La situazione di dissesto dei corsi d’acqua regionali è grave per il mancato finanziamento negli ultimi cinque anni delle misure di manutenzione ordinaria e straordinaria, e per le gravi carenze di personale”. È quanto dichiara il consigliere regionale Sergio De Vincenzi (Misto–Umbria Next) annunciando la presentazione di un’interrogazione alla Giunta per sapere “come mai, a fronte di canoni concessori per l’utilizzo del demanio idrico nel 2017-2018 di oltre 22milioni di euro, la recente approvazione in Aula dell’aggiornamento 2016-2021 del Piano di Tutela delle Acque (PTA) e l’assestamento di bilancio - peraltro impugnato dallo Stato -, non siano state garantite al ‘Servizio risorse idriche e rischio idraulico’ le risorse indispensabili di 4,1 milioni di euro. Risorse che sarebbero servite per la complessiva opera di manutenzione ordinaria e straordinaria, le attività di pronto intervento e i primi interventi urgenti sulla rete idraulica del territorio regionale”.

De Vincenzi denuncia “cinque anni di totale incuria della rete idraulica dell’Umbria, che negli ultimi quindici anni ha subito ben sei eventi alluvionali ‘non ordinari’ e quattro crisi siccitose, con ingenti danni sia alle attività produttive che alla popolazione. Crediamo che la presidente Marini e l’intera Giunta regionale abbiano perso totalmente il senso della realtà. E questo lo deduciamo dalle informazioni contenute nella documentazione ricevuta dal competente ‘Servizio risorse idriche e rischio idraulico’ in seguito alla nostra richiesta di accesso agli atti. Lascia totalmente interdetti e preoccupati la reiterata e inascoltata segnalazione di rischio rivolta dallo specifico Servizio regionale alla presidente Marini e agli assessori competenti Cecchini e Bartolini. E questo per l’omissione di finanziamento e di assegnazione di personale per le necessarie opere volte al ripristino della funzionalità della rete. Insomma, gravissime inadempienze di cui chiederemo conto in Aula alla Giunta. Tanto gravi da indurre il competente Servizio a esimersi dalla responsabilità per qualsiasi danno a persone o cose che dovesse derivare per la mancata tenuta idraulica del reticolo idrografico e delle relative opere. E questo perché la mancata messa a disposizione di risorse ha causato l’impossibilità del Servizio di eseguire gli interventi”.

“D’altra parte – continua De Vincenzi - il mancato adempimento delle funzioni in materia di demanio idrico, espone la Giunta regionale a potenziali attribuzioni di responsabilità civile e penali in casi di eventi di piena, come già avvenuto in analoghe situazioni nel territorio nazionale. La carenza di personale è stata quantificata in 15-20 unità. Condizione che rende impossibile al servizio regionale di rispondere, nei tempi previsti dalla normativa, alle richieste di pareri e conferenze di servizi, così come a garantire la sorveglianza del reticolo di terza categoria e il presidio idraulico per le attività di protezione civile (h 24 e relativi turni). A oggi risulta siano stati garantiti solo la metà degli 800mila euro per gli esercizi finanziari 2017-2019 necessari per le attività di ‘pronto intervento e primi interventi urgenti’. Mentre nessuna copertura è stata garantita per la manutenzione ordinaria e straordinaria che richiederebbe, secondo il Servizio, 3,3 milioni di euro per il 2017-2018. Soldi che dovrebbero derivare dalla riscossione dei canoni demaniali, come in altre Regioni, in quanto vincolati alla copertura delle spese di manutenzione della rete idrica regionale. Ma se così fosse, su quali altri capitoli di bilancio sarebbero stati impropriamente dirottati?”.

“Ad oggi – conclude De Vincenzi - risultano inevase dal Servizio, per oggettiva impossibilità di risposta, le 172 segnalazioni di richiesta d’intervento: 52 provenienti dal Bacino Alto Tevere Umbro, 26 dal Bacino Chiascio, 11 dal Bacino Medio Tevere Umbro, 55 dal Bacino Nestore, 11 dal Circondario Idraulico Lago Trasimeno, 6 dal Bacino Alto Nera, 11 dal Bacino Topino-Marroggia. A queste si aggiungono numerose segnalazioni da parte dei comuni, consorzi bonifica e altre istituzioni locali”.


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