firma protocollo cons parità 7(UMWEB) Perugia, - Favorire la piena attuazione delle norme in materia di parità e pari opportunità fra uomo e donna, prevenire e rimuovere ogni forma di discriminazione nel mondo del lavoro fondata sulla differenza di genere: è questa la finalità del protocollo d’intesa firmato questa mattina a Palazzo Donini dalla Consigliera di parità della Regione Umbria, Monica Paparelli, con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria.

Per la Cgil Umbria presente Barbara Mischianti e successivamente il protocollo sarà siglato dal segretario generale regionale Vincenzo Sgalla; per la Cisl Umbria presenti il segretario generale Ulderico Sbarra e la segretaria regionale Francesca Rossi; per la Uil Umbria il segretario generale Claudio Bendini ed inoltre la presidente dell’associazione Ada Umbria, Ada Girolamini. Ha partecipato Dina Musio, dell’Ispettorato interregionale del Lavoro di Roma.
“Un altro tassello della rete contro le discriminazioni, in particolare di genere - ha spiegato la Consigliera regionale di parità, Monica Paparelli – Il protocollo firmato oggi con i sindacati, con cui si rinnova la collaborazione avviata dal 2008, nasce dalla volontà di rafforzare il rapporto di collaborazione per la corretta applicazione della normativa antidiscriminatoria. Il Protocollo, in particolare, impegna le parti a combattere il persistente squilibrio di genere nell’accesso, nella permanenza e nel reinserimento nel mercato del lavoro, tentando inoltre di contrastare il gap salariale così come le discriminazioni nei percorsi di carriera e nelle opportunità di crescita professionale”.
“Nel nuovo protocollo – ha rilevato – sono state aggiunte le tematiche del mobbing e dello stress da lavoro correlato. Dall’analisi dei casi di donne discriminate che si sono rivolte ai nostri uffici – ha detto – emerge infatti con forza la necessità di potenziare la rete di prevenzione e contrasto dei fenomeni discriminatori derivati anche da molestie e violenze sui luoghi di lavoro, una piaga di cui finalmente si parla, così come anche da stress da lavoro correlato determinato da cattiva gestione aziendale o mobbing. Il sindacato – ha aggiunto - spesso è il primo soggetto a cui una lavoratrice si rivolge e con le organizzazioni sindacali oggi ci impegniamo a lavorare insieme per assistere le donne vittime di discriminazione”.

“Per arrivare alla soluzione dei singoli casi – ha rimarcato la Consigliera regionale di parità - è fondamentale una collaborazione fattiva tra tutti i soggetti deputati alla rimozione degli ostacoli che contrastano i principi di pari opportunità. Ed è proprio per questo – ha ricordato - che ad aprile abbiamo stipulato un importante protocollo d’intesa con l’Ispettorato Interregionale del Lavoro di Roma”.
“Come hanno sottolineato anche oggi i rappresentanti delle organizzazioni sindacali – ha detto ancora Monica Paparelli – la diffusione della cultura di genere e l’affermazione della parità di genere sono quanto mai necessarie in una fase storica come quella attuale in cui questo sembra l’ultimo dei tempi importanti e le donne arretrano a partire dal mondo del lavoro”.
“Tutto ha inizio dal linguaggio – ha sostenuto – Stiamo assistendo al ritorno a un linguaggio se non sessista sicuramente non volto alla parità ed al rispetto. Lavorando in modo congiunto, se la discriminazione non è proprio intenzionale, spesso i problemi si possono risolvere”.
“Crediamo – ha detto la Consigliera di parità Monica Paparelli - che grazie al contributo dei soggetti istituzionali che a vario titolo si impegnano sul territorio nel contrasto alla discriminazione e soprattutto alla violenza, come gli sportelli del Servizio mobbing, stress e mediazione dell’Usl Umbria 2, il Centro Pari Opportunità e la rete dei Centri antiviolenza, si possa concretamente produrre un valore aggiunto che conduca alla risoluzione efficace delle problematiche esistenti. La volontà – ha concluso – è quella di estendere il protocollo per la piena attuazione della normativa antidiscriminatoria alle organizzazioni datoriali e professionali e di aprire un dialogo con le associazioni civili, presidi territoriali importanti anche riguardo a queste tematiche”.


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